Acceso dibattito all’assemblea di Apima Milano Lodi

Di   26 Febbraio 2018

Uncai, Confagricoltura, Coldiretti, Osservatorio Smart AgriFood e Università Cattolica all’Assemblea dei contoterzisti Apima di Milano, Lodi, Como e Varese.

Da sinistra: Buoli, Rota, Boselli e Oldani

LODI – L’agricoltura 4.0 spiegata ai contoterzisti. Venerdì 23 febbraio l’assemblea dell’Associazione provinciale delle imprese di meccanizzazione agricola (Apima) di Milano, Lodi, Como e Varese è stata anche questo: una tavola rotonda (in collaborazione con Topcon, Landini e Bayer) sullo smart farming con interventi di Giuliano Oldani (presidente dell’associazione), Alessandro Rota (presidente Coldiretti Milano, Lodi, Monza e Brianza), Antonio Boselli (presidente Confagricoltura Lombardia e Confagricoltura Milano, Lodi, Monza e Brianza), Aproniano Tassinari (presidente di UNCAI – Unione Nazionale Contoterzisti), Rossano Remagni Buoli (vice presidente Apima Cremona), Tito Caffi (Università Cattolica di Piacenza), Damiano Frosi e Maria Pavesi (Politecnico di Milano / Osservatorio Smart Agri Food).

Missione dell’agricoltura è fornire prodotti agricoli e la sua bellezza è mettere a sintesi i fattori cardine alla base del risultato produttivo. L’innovazione e la tecnica fini a se stessi non sono quindi un bene. Così il presidente di Uncai Aproniano Tassinari richiama la politica ai suo doveri di fronte alla spinta 4.0: “Fino a poco tempo fa l’agricoltura suggeriva all’industria cosa gli serviva. Ora la situazione è capovolta ed è il mondo agricolo a dover capire e cogliere le opportunità del 4.0. Se il futuro è un cambiamento così radicale e distante dalla tradizione, la politica deve intervenire. Mancano però dei fuoriclasse come Marcora e De Castro. Dagli OGM, al biologico, fino al digitale: per un uso consapevole delle opportunità offerte dalla tecnologia, occorrono informazioni corrette e trasparenti che la politica non fornisce più, lasciando il settore facile preda dei populismi. Uncai un cambiamento di rotta l’ha fatto, mettendo le basi di una filiera più forte, retta dalla collaborazione tra contoterzisti e agricoltori. Una collaborazione che porterebbe maggiori frutti se la politica prendesse sul serio l’agricoltura”.

Da sinistra: Pavesi, Frosi e Caffi

Nel corso della tavola rotonda ognuno ha portato un oggetto per rappresentare l’agricoltura 4.0, le sue prerogative e le sue potenzialità. Così Tito Caffi ha mostrato un cellulare “perché i dati raccolti da molteplici sensori piantati in campo o installati sulle attrezzature diventano utili e quindi un valore se sono connessi tra loro”, come quando il cellulare ‘sincronizza’ tutto quello che gli facciamo sapere su di noi per suggerirci una pagina web.

Damiano Frosi e Maria Pavesi hanno invece mostrato “una dashboard, vale a dire un cruscotto di un software in grado di rielaborare i dati provenienti dal campo, dai macchinari, dal satellite o da centraline meteo. Con il 4.0 si esce dall’approccio ai dati come fossero silos di informazioni da analizzare separatamente, sono integrati fra loro e si gestisce l’azienda agricola o conto terzi su basi più scientifiche e matematiche.”

Particolari gli oggetti portati dai rappresentanti delle associazioni di agricoltori. Antonio Boselli ha mostrato una mela: “C’è tanta tecnologia anche in una mela, anche se non si vede. Come la genetica e una chimica diversa, con meno fitofarmaci, il 4.0 è parte dell’agricoltura sostenibile nella misura in cui permette di garantire un prodotto sano e senza residui chimici, certificandone la qualità”. Alessandro Rota ha scelto un martello “per ricordare che la tecnologia non è un obiettivo o un mantra, ma uno strumento. Va bene nella misura in cui aiuta l’agricoltura a produrre meglio e di più” e un’occasione per costruire e valorizzare nuove filiere che promuovono il made in Italy attraverso la tracciabilità”. Quindi sposta l’attenzione sulla proprietà dei dati digitali (big data): “una volta nel cloud, in realtà ne perdiamo la proprietà perché qualcuno potrà un giorno impedirci di conoscerli nella loro interezza. Ed è per questo che occorre restare sempre agricoltori e contoterzisti, anche nel mondo del digitale”.

Il titolo della tavola rotonda era, infatti, “Agricoltura 4.0: la svolta industriale del contoterzista”. Rossano Remagni Buoli ha voluto rappresentare il tema attraverso un drone perché “nella mia attività da imprenditore agromeccanico, il 4.0 mi stimola a pensare a nuovi servizi per gli agricoltori, in grado di migliorare la redditività delle loro aziende, ridurre l’impatto sull’ambiente e aumentare la conoscenza su terreni e produzioni”.

“Dobbiamo capire l’importanza di questo cambiamento”, è intervenuto Giuliano Oldani, mostrando un Nir portatile per la misurazione in campo dei nutrienti del foraggio: “Con l’agricoltura 4.0 si introducono dei dispositivi che possono raddoppiare l’efficienza aziendale. Chi non inizia ad avviare un processo di trasformazione all’interno della propria attività, fra pochi anni, sarà emarginato dal mercato. L’iper ammortamento è un’opportunità per avviare questo cambiamento mentre i psr dovrebbero cambiare, premiando i meriti di chi abbraccia l’agricoltura 4.0 e non incentivando l’acquisto di nuove tecnologie”.