Al via l’Osservatorio Smart Agrifood

Di   9 Maggio 2017

Ricercatori del Politecnico di Milano e del dipartimento di ingegneria dell’Università di Brescia al lavoro per accelerare la trasformazione 4.0 dell’agricoltura italiana. La centralità dei contoterzisti e di Uncai nel percorso verso lo smart farming.

Filippo Renga direttore della Ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood

Filippo Renga, direttore della Ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood

Più connessione fra noi e le cose. L’agricoltura digitale 4.0 inizia da qui, dalla consapevolezza che oggi il potere passa dai dati raccolti con le tecnologie IT (sensori, satelliti, droni, banda larga, telemetria). I dati sono il nuovo petrolio, si dice, e chi si procura per primo gli attrezzi per estrarseli da sé in azienda o riesce a fare cartello con altri soggetti della filiera avrà un enorme vantaggio su tutti gli altri. Occorre però una trasformazione culturale perché si parla di una vera e propria rivoluzione industriale in agricoltura. Una rivoluzione che stravolgerà la gestione aziendale, le procedure e la comunicazione.

Con l’intento di sviluppare questa consapevolezza, in particolar modo tra agricoltori e contoterzisti, è nato l’Osservatorio Smart Agrifood composto dai ricercatori del Laboratorio RISE dell’Università degli studi di Brescia e dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.

Durante il workshop “Dall’Agricoltura di precisione.. all’Agricoltura 4.0. Opportunità, benefici e ostacoli” (5 maggio – Università di Brescia) sono stati presentati gli obiettivi dell’Osservatorio per sensibilizzare potenziali sponsor e partner dell’iniziativa. Presente anche Uncai con Rossano Remagni Buoli, vicepresidente dell’Associazione provinciale di Cremona. “Per ora l’Osservatorio ha raccolto soprattutto l’adesione di importanti realtà del settore IT e del credito, ma non tra agricoltori e agromeccanici. Riteniamo, infatti, che questi ultimi debbano essere invitati a farne parte di diritto, dal momento che l’obiettivo dell’Osservatorio è convincerli dell’opportunità di sposare la causa dell’agricoltura digitale, investendo in tecnologie e formazione”, il commento di Rossano Remagni Buoli a margine del convegno.

La visione dell’Osservatorio Smart Agrifood

Stiamo attraversando l’epoca 4.0 (anche se si intravede già quella 5.0 dei robot), caratterizzata da smartphone, app e tecnologie avanzate che, prima ancora di raggiungere l’industria modificandone i sistemi produttivi, passano dalle mani delle persone. A causa della rigidità dei sistemi produttivi non è facile trasferire le tecnologie digitali 4.0 nell’industria. Ciò non toglie che “anche la filiera agricola e agro-alimentare aumenterà la propria competitività e trasparenza grazie alle tecnologie digitali, all’accresciuta interconnessione tra cose e persone e alla cooperazione”, ha spiegato Marco Perona, direttore scientifico dell’Osservatorio.

Mission e obiettivi

Diventare il punto di riferimento in Italia per comprendere in profondità le innovazioni digitali (di processo, infrastrutturali, applicative, HW e SW) che stanno trasformando la filiera agricola e agro-alimentare, unificando le principali competenze necessarie: economico gestionali, tecnologiche e tecniche. Agli obiettivi di ricerca tecnologica, si affianca la volontà di creare occasioni di incontro e confronto tra gli stakeholder e di fare cultura.

Temi di ricerca

“L’efficienza digitale di un’azienda e la competitività vanno di pari passo – ha sottolineato Filippo Renga, direttore della ricerca dell’Osservatorio –. Occorre tuttavia un metodo per scaricare a terra il 100% delle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali”. I temi diventano così:

  • L’agricoltura di precisione (irrigazione e fertilizzazione mirata, monitoraggio remoto di coltivazioni e animali, macchinari intelligenti…)

  • La dematerializzazione delle procedure (ricettazione elettronica, certificati elettronici, identità Digitale, richieste PAC, gestione disciplinari e quote di produzione…)

  • La tracciabilità (monitoraggio del ciclo di vita dei prodotti, anti-contraffazione, tracking produzione agricola e bestiame…)

  • La qualità ambientale e alimentare (riduzione consumi risorse produttive e del territorio, benessere animale, miglioramento qualità prodotti, produzione energia sostenibile…)

  • L’Internet of Things (sensoristica, telemetering, connettività diffusa a banda larga, droni…)

  • Il monitoraggio e l’approfondimento sulle principali iniziative imprenditoriali innovative (Start Up) in ambito Smart AgriFood

Da qui l’idea di creare tavoli di lavoro sull’agricoltura 4.0 e mettere in luce, per esempio, come la digitalizzazione sia un elemento fondamentale per la sburocratizzazione delle procedure aziendali e di filiera e per valutare costi e benefici di ogni decisione aziendale, dagli input in campo (sementi, acqua, concimi, agrofarmaci, diserbi ecc), alla gestione dell’allevamento, alla trasformazione (in particolare ne settore lattiero caseario), ai canali di distribuzione, fino ad arrivare al consumatore e alla qualità e sicurezza di ciò che arriva a tavola. Ogni analisi ha uno scopo dichiarato: ottenere chiari vantaggi competitivi per la filiera italiana.

Dati a supporto delle decisioni

“Le tecnologie da mettere a terra – ha spiegato Andrea Bacchetti, Direttore della Ricerca – devono parlare fra loro. L’interconnessione di ogni risorsa (prodotti, persone e macchinari) è la parola chiave. Per diventare informazioni e conoscenza, i dati raccolti devono essere gestiti e armonizzati attraverso una piattaforma integrata che li gestisca in un unico ambiente. L’obiettivo dell’agricoltura 4.0 non è dunque solo l’efficienza, la sostenibilità e la qualità delle coltivazioni”.

Internet of Farming

Con l’Internet of Farming il focus si sposta dalle sole attività produttive con obiettivi di efficienza, produttività e qualità (l’agricoltura di precisione), all’intera dimensione aziendale. Ciò che rende possibile questo passaggio è l’integrazione di sistemi digitali aziendali e di sistemi esterni per raggiungere sia obiettivi di efficienza, sia di integrazione di filiera e di utilizzo intelligente dei dati.

Gli strumenti non sono solo le mappe di prescrizione, la guida autonoma, i droni, i trattori smart e la sensoristica avanzata. A tutto questo si aggiungono sistemi informativi gestionali, Big Data Analytics, IoT (Internet of Things), Cloud (quest’ultimo ancora una chimera).

Con l’Internet of Farming si potranno prendere decisioni nella conduzione dell’azienda agricola ia in base alla propria esperienza sia grazie alla conoscenza di dati oggettivi provenienti da diverse fonti integrate per migliorare le prestazioni e mitigare i rischi tipici del settore agricolo (condizioni ambientali e di lavoro, difesa e gestione delle malattie, resa, qualità produttiva, efficienza e sostenibilità delle coltivazioni).

Un gap da colmare

Gli studi preliminari dell’Osservatorio mostrano come l‘offerta tecnologica già oggi non lasci scoperto nessun settore agricolo, con soluzioni solo più specifiche per quelli cerealicolo e ortofrutticolo. Esistono tuttavia aspetti che vedono domanda e offerta non allineate, come le esigenze formative, problemi culturali, il rapporto con la tecnologie e gli strumenti di finanziamento. Per colmare tali gap, i ricercatori dell’Osservatorio riconoscono come centrale il ruolo di contoterzisti e agronomi e la necessità di portare attorno allo stesso tavolo aziende che hanno ruoli diversi per stimolare collaborazioni di filiera.

Digital farming: cosa sta facendo UNCAI

Proprio per colmare il gap tra offerta e domanda, e fare in modo che le tecnologie 4.0 raggiungano le aziende per essere sfruttate al 100% delle loro potenzialità, UNCAI da circa un anno collabora con Cobo Group allo sviluppo di un unico ambiente dove gestire la tracciabilità delle lavorazioni raccolte in campo e l’analisi oculata dei costi aziendali. “Siamo partiti dalla nostra piattaforma software Agrogest – spiega Rossano Remagni Buoli – potenziandola con i dati provenienti dai sensori low cost di Cobo per offrire ai contoterzisti e agli agricoltori uno strumento sufficientemente potente per valutare se un processo aziendale sia migliore di un altro e se sia conveniente investire o sfruttare il parco macchine esistente”.

DIGITAL FARMING COBO

https://www.youtube.com/watch?v=e1nXo-MzB_g