Approvate le nuove norme europee sulle pratiche sleali

Di   13 Marzo 2019

Il Parlamento Europeo ha approvato le nuove misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali da parte di acquirenti e distributori.

BRUXELLES – Le nuove regole, approvate con 589 voti favorevoli, 72 contrari e 9 astensioni, bandiscono le pratiche sleali quali:

  • i ritardi nei pagamenti per i prodotti consegnati;
  • le cancellazioni unilaterali tardive o modifiche retroattive dell’ordine;
  • il rifiuto dell’acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore;
  • l’uso improprio di informazioni riservate.

Inoltre

Diventa obbligatorio un contratto scritto se richiesto dal fornitore ed è stato esteso il pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibile e a 60 per quelli non deperibili.

Vietate anche le minacce di ritorsioni contro i fornitori che vogliono presentare reclami, ad esempio per la cancellazione degli ordini dei loro prodotti o il ritardo nei pagamenti.

Gli acquirenti non potranno più richiedere ai fornitori dei pagamenti per il deterioramento o la perdita dei prodotti avvenuta nella propria sede, a meno che ciò non sia dovuto alla negligenza dei fornitori.

Se non sono concordate preventivamente nel contratto di fornitura, sono vietate anche altre pratiche come la restituzione dei prodotti invenduti al fornitore senza pagarli, l’obbligo per i fornitori di pagare per la pubblicità dei prodotti, il pagamento per la gestione del prodotto alla consegna o l’imposizione di costi di sconti al fornitore.

Procedura di reclamo

I fornitori di prodotti alimentari potranno presentare reclami nel luogo in cui si trovano, anche se il commercio sleale si è verificato in altre parti dell’UE. Le autorità nazionali preposte all’applicazione della normativa tratteranno i reclami e condurranno le indagini.

Protezione dei piccoli e medi fornitori

Le nuove norme proteggeranno i piccoli, medi e medi fornitori con un fatturato annuo inferiore a 350 milioni di euro. Tali fornitori saranno suddivisi in cinque sottocategorie (con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, 10 milioni di euro, 50 milioni di euro, 150 milioni di euro e 350 milioni di euro), con la protezione più ampia per i più piccoli.

Grande soddisfazione da parte di Paolo De Castro, relatore del dossier, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo. “È una grande vittoria per l’Europa e per l’Italia il voto finale, con una maggioranza di quasi il 90%, che mette fine dopo 10 anni di attesa alle pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare. Per l’Italia, la battaglia che siamo riusciti a vincere risulterebbe vana se non venisse rapidamente recepita nella legislazione nazionale, estendendo la protezione a tutti i produttori e integrando la lista di pratiche proibite con le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso”.

Paolo de Castro

“In appena undici mesi e nonostante la pressione contro il nostro operato delle lobby della grande distribuzione, portiamo a casa un risultato che dimostra come l’Europa sa essere al fianco degli operatori economici più deboli, come gli agricoltori, i produttori e non ultimo i consumatori. Abbiamo infatti raddoppiato da 8 a 16 le pratiche sleali con la possibilità di estenderle ulteriormente a livello nazionale, protetto il 100% degli agricoltori e il 97% delle aziende agroalimentari dell’Ue, compresi settori strategici come il floro-vivaismo e la mangimistica. Ma anche difeso la confidenzialità di chi denuncia e introdotto l’obbligo per l’autorità di contrasto di agire e porre fine alle pratiche sleali, anche sanzionando i responsabili”.

Commentando la direttiva eurpea, Condiretti ricorda come “per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in italia vanno a remunerare il prodotto agricolo per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale”. Il presidente di Coldiretti Ettore PRANDINI precisa che “è necessario sanare una ingiustizia profonda rendendo più equa la catena di distribuzione degli alimenti che vede oggi sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori”.

Introdotto nel provvedimento anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e viene data alle associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci.

Esprime soddisfazione anche il coordinamento di Agrinsieme: “finalmente gli agricoltori europei saranno più tutelati. Non possiamo pero’ non esprimere rammarico per la mancata aggiunta nell’elenco delle pratiche riconosciute della vendita sottocosto anche tramite il ricorso ad aste a doppio ribasso”.