Ceta e vitelli nutriti con sangue

Di   8 Agosto 2019

In Francia deputati presi di mira dagli agricoltori per il voto a favore della ratifica dell’accordo commerciale UE-Canada che permette l’importazione di carni di vitelli nutriti con il sangue e grano trattato in preraccolta con il glifosate: due pratiche vietate da anni in Italia e in Europa

PARIGI – In Francia i deputati che il 23 luglio scorso hanno votato a favore della ratifica del Ceta (l’accordo commerciale UE-Canada), sono “presi di mira da giorni” dagli agricoltori, contrari all’accordo. In particolare, l’1 agosto, si legge su quotidiano “Le Monde” hanno isolato con blocchi di cemento l’ufficio di rappresentanza a Toulouse della deputata Corinne Vignon (esponente di La République En Marche, il partito fondato da Emmanuel Macron), per poi rovesciare letame davanti a quello di un’altra deputata dello stesso partito, Monique Iborra, a Tournefeuille e davanti alla prefettura dell’Alta Garonna.

“La federazione dipartimentale dei sindacati degli agricoltori aveva invitato i dieci deputati del dipartimento per un confronto sul controverso trattato, ma non e’ venuto nessuno, dunque tocca a noi andare da loro”, ha affermato il presidente della federazione Christian Mazas.
Gli agricoltori transalpini temono che l’Europa vada incontro a concorrenza sleale e un rischio sanitario. Mazas ha aggiunto che “sospettiamo che i cereali che arriveranno in Francia siano seccati con del glifosate e, contrariamente a quanto sostenuto, il nostro paese non ha i mezzi per controllare tutti i prodotti che entrano sul territorio”.

In Italia la Coldretti è dello stesso parere. Non è una bufala che in Canada si ricorra all’erbicida glifosate in preraccolta secondo modalità vietate in Italia. A questo la Coldiretti aggiunge che con il Ceta si dà “il via libera all’importazione di carne dei vitelli nutriti con sangue e altri scarti animali”.

“Per l’alimentazione degli animali in Canada è consentito l’uso di derivati di sangue, peli e grassi trattati ad alte temperature, senza indicazione in etichetta, un sistema che in Europa è vietato da oltre venti anni a seguito dello scandalo della mucca pazza”, evidenzia la Coldiretti che con il presidente Ettore Prandini, sottolinea come “le intese di libero scambio debbano essere basate su tre principi: parità di condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme sugli impatti ambientali, economici e sociali e questo vale ancora di più per le verifiche igienico sanitarie e la sicurezza alimentare”.

Vero o falso?

L’allegato 5° del CETA, alla voce “Autorità Competenti” sancisce che il controllo in materia delle misure e delle prescrizioni alimentari e fitosanitarie è esercitato in forma congiunta tra le agenzie nazionali degli Stati Membri e la Commissione Europea, affidando agli Stati Membri la responsabilità del controllo della conformità delle importazioni canadesi alle condizioni di importazione stabilite dall’Unione Europea.
Dunque, almeno sulla carta, nessun prodotto può essere introdotto nel mercato europeo, e di conseguenza in quello italiano, senza la garanzia del rispetto dei requisiti sanitari e fitosanitari sanciti dalle normative europee e nazionali.

Gli importatori di carne dal Nord America, bollando cone fake news quella dei vitelli nutriti con il sangue, ribattono che chi fosse a conoscenza dell’importazione di prodotti alimentari non in regola con le normative sanitarie e fitosanitarie, già adesso può rivolgersi alle Autorità giudiziarie preposte, così da individuare concretamente quelle aziende che importano prodotti in violazione dei trattati e dei controlli sanitari.

Almeno in linea teorica.

Perché il punto non è solo la salubrità della carne a o del grano (il grano canadese è di ottima qualità). In discussione è anche la concorrenza sleale quando si autorizza l’import di prodotti dai costi inferiori grazie a pratiche non autorizzate in Europa che semplificano i processi agronomici e zootecnici.