Cimice asiatica: via libera alla vespa samurai

Di   11 Settembre 2019

Pubblicato il decreto per fermare l’invasione dell’insetto che ha causato la strage dei raccolti

Via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto che sta devastando meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi, piante da vivai, mais e soia con danni stimati per ora in circa 250 milioni di euro alle produzioni ed un pesante impatto occupazionale.

Il provvedimento è entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del d.P.R. 5 luglio 2019 n. 102 che introduce le norme necessarie a prevedere i criteri per l’immissione sul territorio di specie e di popolazioni non autoctone.

Un importante primo passo nella lotta a questo insetto che deve essere accompagnato dai risarcimenti alle aziende che hanno subito gravissime perdite.

La palla ora passa al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve autorizzare l’immissione in natura su richiesta delle regioni.

La situazione è drammatica soprattutto al Nord. Nel solo Veneto i danni alle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi hanno raggiunto la cifra di 100 milioni di euro, di cui quasi 80 nella sola provincia di Verona, ma situazioni drammatiche si registrano un po’ ovunque, dal Friuli Venezia Giulia, dove in alcune zone è andato perso addirittura il 100% del raccolto di pere e mele, al Piemonte, con la provincia di Alessandria tra le più colpite. Gravi problemi anche in Lombardia dove la cimice ha attaccato le coltivazioni di soia e mais nel Bresciano e di frutta nella provincia di Mantova, ma anche in Emilia Romagna la situazione e gravissima. Sciami di cimici iniziano però ad essere segnalate anche nelle altre regioni italiane.

La “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali nel nostro paese è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei. La lotta in campagna per ora può avvenire attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.