Come mitigare la deriva

Di   12 Giugno 2019

Resoconto IV giornata dimostrativa Trainagro sulla deriva

CREMONA – Il 5 giugno si è tenuta presso Cascina Valentino a Pizzighettone la quarta giornata dimostrativa del progetto Trainagro, sugli accorgimenti per il contenimento della deriva dei prodotti fitosanitari.

Per deriva, ai sensi della norma Iso 22866, si intende un movimento dell’agrofarmaco nell’atmosfera, dall’area trattata verso qualsivoglia sito non bersaglio, nel momento in cui viene operata la distribuzione.

La deriva comporta una minore efficacia del trattamento, uno spreco agronomico con conseguente maggior costo economico del trattamento, la possibilità di danni su culture vicine, nonché impatti a livello ambientale, soprattutto in prossimità di aree sensibili e corpi idrici superficiali.

L’efficacia di un trattamento dipende sia dal tipo di agrofarmaco utilizzato che dall’attrezzatura; la differenza la fanno la competenza e l’esperienza dell’operatore.

Durante l’incontro Valentino Bosco di Corteva e Massimiliano Mochetti di Braglia hanno illustrato gli aspetti che influenzano la deriva.

La deriva è tanto maggiore quanto più sono piccole le dimensioni delle gocce erogate.

Sono diversi gli aspetti da prendere in considerazione nel momento in cui si effettua un trattamento. Ci sono parametri non influenzabili (velocità e direzione del vento, umidità e temperatura dell’aria, prossimità di corpi idrici o aree sensibili), dati di fatto di cui bisogna prendere atto per gestirli al meglio, ed altri aspetti sui quali si ha un più ampio margine di intervento e si può intervenire direttamente al fine di minimizzare la produzione di deriva alla fonte: scelta della miscela fitoiatrica, dimensione delle gocce, regolazione dell’irroratrice, pressione di esercizio e velocità di avanzamento, altezza della barra.

Numerose sono le soluzioni agronomiche e tecnologiche che permettono di ridurre notevolmente la deriva.

I formulati possono essere additivati con coadiuvanti antideriva; si possono utilizzare ugelli antideriva per produrre gocce di dimensioni più grossolane, ugelli di fine barra a getto asimmetrico che permettono di ottenere una migliore uniformità di distribuzione lungo i profili del campo, irroratrici con manica d’aria per ridurre la generazione della deriva. Nel caso di colture erbacee l’altezza della barra, l’angolo del getto, la pressione di erogazione sono variabili che si possono regolare nel modo più opportuno per ridurre la deriva.

Gli scenari possono essere così vari e mutevoli che solo l’esperienza e la competenza dell’operatore possono garantire dell’efficacia di un trattamento e della sua sostenibilità da un punto di vista ambientale. Solo per fare un es. prendiamo in considerazione la manica d’aria, che consente di ridurre la generazione di deriva quando la giornata è leggermente ventilata, ma non va invece usata su terreno nudo e in assenza di vento, perché di contro la turbolenza creata dal getto d’aria che investe il suolo determinerebbe la sospensione e permanenza della scia di gocce per un tempo più lungo, tale da poter generare un aumento della deriva.

Tutte le indicazioni e le prescrizioni per la gestione più opportuna dell’agrofarmaco sono presenti in etichetta, sotto la voce “prescrizioni supplementari”: possono riguardare la tipologia di ugelli da utilizzare, la larghezza della fascia tampone, il fatto che questa sia vegetata o meno…

Tutte queste misure possono essere poi combinate ed applicate insieme al fine di ottenere la percentuale di riduzione della deriva prescritta in etichetta.

Oltre all’applicativo online sviluppato dall’ICPS sono disponibili anche diverse app per cellulare, georeferenziate, che permettono di mettere a punto o validare caso per caso le modalità di trattamento, sulla base del contesto spaziale, quello meteo, la tipologia e la regolazione dell’irroratrice, il prodotto scelto.

A questa parte teorica è stato poi affiancato un momento pratico. Nella prima parte, grazie al banco prova, è stato possibile vedere con chiarezza come cambia la deriva a seconda della tipologia degli ugelli utilizzati. Il minor costo degli ugelli convenzionali si traduce, oltre che in un costo ambientale, in una maggior perdita di prodotto, che riduce notevolmente l’efficacia del trattamento.

E’ stato poi presentato un dispositivo portatile per la premiscelazione, che consente non solo di escludere la possibilità di contaminazione puntuale dell’ambiente in fase di preparazione della miscela ma garantisce la tutela della salute dell’operatore in questa delicata fase, che va comunque eseguita adottando gli opportuni DPI.

Infine è stato possibile assistere alla diversa prestazione di un trampolo, messo gentilmente a disposizione del signor Sciaretta, dotato di ugelli convenzionali da un lato e di ugelli antideriva e di fine barra dall’altro.