Confagricoltura rilancia la coltivazione della canapa

Di   22 Maggio 2018

Piantagione di cannabis sativa

Presentato un progetto per lo sviluppo della canapa industriale.

BOLOGNA – Il fenomeno cannabis light ha creato intorno a questa pianta un interesse e fermento mai visti prima. Oltre all’ormai consolidato sguardo all’uso ludico personale, altri aspetti legati alla salute umana, il pet food, il cibo naturale, i tessuti e l’abbigliamento, l’energia, hanno fatto della canapa la coltura del momento.  Senza contare che la canapa è un’ottima coltura a rotazione anche per il fatto di migliorare ed arieggiare i terreni nei quali viene coltivata, garantendo una migliore resa per ciò che verrà coltivato nel campo in futuro.

Confagricoltura, insieme alle altre organizzazioni della filiera, ha presentato alla “Indica Sativa Trade”, fiera internazionale della canapa, che si tiene a Bologna, il progetto per lo sviluppo della coltivazione della canapa industriale (cannabis sativa), coltura che ha anche un alto valore ambientale; è funzionale alla lotta al consumo di suolo e alla perdita di biodiversità e si coniuga completamente con i nuovi concetti di bioeconomia circolare. In tale ambito si è proposta l’adozione, su base volontaria, di un disciplinare di produzione dedicato all’infiorescenza di canapa coltivata in Italia, al fine di creare una filiera tracciabile e di qualità.

“Siamo in una fase delicata per la ripresa di un settore che contava 110 mila ettari a metà del ventesimo secolo e che oggi ne conta appena 5 mila e comunque in forte aumento rispetto lo scorso anno – ha detto Confagricoltura. Per questo, abbiamo sollecitato l’adozione di un quadro regolamentare della coltivazione della canapa poi consolidato dalla legge 242/16 (disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa)”.

La legge 242/16 – ha rilevato Confagricoltura – introduce la libera coltivazione delle varietà di canapa industriale (cannabis sativa), indicate nel ‘Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole’ e caratterizzate da THC inferiore allo 0.2%, escluse dal campo di applicazione delle disposizioni sulle sostanze stupefacenti. Ed apre alla possibilità a diversi prodotti:

  • alimenti ad alto valore nutraceutico
  • cosmetici
  • fibre per il tessile e per la bioedlizia
  • materiali per la fitodepurazione e per la bioingegneria
  • prodotti destinati al florovivaismo.

Con l’emanazione della legge si sono sviluppati anche nuovi prodotti della canapa, derivanti dalle infiorescenze, che si affiancano a quelli tradizionali della fibra e dei semi.

“L’auspicio – ha concluso Confagricoltura – è che la normativa recepisca al più presto le nuove opportunità di produzione e mercato che si stanno sviluppando.Nel frattempo con la redazione del disciplinare si intende supportare le nostre imprese nel cogliere nella loro interezza le opportunità che derivano dalla coltivazione della canapa industriale”.

Per coltivare un ettaro in pieno campo

Occorre mettere in conto un investimento dai 6 ai 12 mila euro. Si parte da un’aratura profonda 20-40 cm, successivamente si esegue un’erpicatura o fresatura ed eventuali concimazioni in base alle analisi del terreno, quindi occorre predisporre un impianto di irrigazione, prima di trapiantare le piantina o seminare. Serve poi un capannone per l’essiccazione e per i diversi lavori manuali di post-raccolta come la pulizia delle cime e la concia. Considerando 5000 femmine l’ettaro e una media di 100-200 g secchi a pianta si potrebbero produrre dai 500 ai 1000 kg l’ettaro con prezzi che possono oscillare dai 200 agli 800 euro al kg per la vendita in bulk.

Cosa dice il ministero delle politiche agricole

È stata pubblicata sul sito internet del Mipaaf la circolare riguardante le disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa della varietà cannabis sativa. “L’obiettivo di questa circolare è di chiarire la portata e le regole di attuazione dalla legge 2 dicembre 2016, n. 242, recante disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, entrata in vigore il 14 gennaio 2017″, spiega il Mipaaf, precisando che “la circolare ribadisce che la coltivazione è consentita senza necessità di autorizzazione, richiesta, invece, per la coltivazione di canapa ad alto contenuto di delta-9-tetraidrocannabinolo e delta-8-trans-tetraidrocannabinolo, di seguito THC, per gli usi consentiti dalla legge“. “Si tratta di un provvedimento necessario per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del florovivaismo in modo da attuare pienamente una buona legge e precisarne il suo campo di applicazione, in questo modo agevoliamo anche l’attività di controllo e repressione da parte degli organi preposti”, afferma il vice ministro Andrea Olivero.

Clicca suoi link e maggiori dettagli sulla LEGGE CITATA o per consultare la CIRCOLARE.

Da Wikipedia

Secondo alcuni giornalisti specializzati la proclamazione di leggi proibizionistiche nei confronti della cannabis negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale è stata provocata dalla concorrenza tra la nascente industria petrolifera e la consolidata usanza dell’epoca di usare l’olio di questa pianta come combustibile per i motori Diesel, dalla concorrenza tra la nascente industria cartiera e la consolidata usanza dell’epoca di usare la fibra di questa pianta per la produzione di carta, e dalla concorrenza tra la nascente industria tessile basata sulle fibre sintetiche sia per la produzione di cordami sia di tessuti.