Contoterzisti per un miglior consumo del suolo

Di   9 Luglio 2015
Luca Sani

Luca Sani

Luca Sani, presidente della commissione agricoltura alla Camera: “Il ricorso agli agromeccanici rappresenta la via obbligata per un’agricoltura moderna e per un export vincente sui mercati internazionali”. 

Intervista a cura di Uncai su Mondo agricolo di giugno

L’obiettivo è consegnare al Paese un sistema agricolo più innovativo e competitivo rispetto al passato, attraverso semplificazioni burocratiche, sgravi fiscali, spingendo sulla crescita dell’occupazione, sul ricambio generazionale, sul sostegno ai sistemi di impresa e sulla messa in sicurezza del suolo. “Siamo convinti che l’agricoltura possa essere oggi un volano per la ripresa economica del Paese e provvedimenti come Campolibero, italiasicura o il decreto 51 per sostenere le filiere latte e olio e Xylella rappresentano azioni concrete nella direzione giusta”. Il presidente della commissione agricoltura della Camera, Luca Sani, rileva come si stiano raccogliendo “I primi risultati di quanto seminato, e da un piccolo seme sta nascendo una grande pianta: l’agricoltura ha aumentato del 7% il proprio valore aggiunto, soprattutto per l’andamento dell’export e la ripresa della domanda interna”.

Nel modello economico, sociale e produttivo sostenibile che avete in mente, che ruolo hanno i contoterzisti?

La Carta di Milano redatta in occasione di Expo invita a riflettere su come tutelare il suolo e usare meno risorse per produrre di più e meglio. Il risultato della riflessione non può che essere un modello produttivo che riconosca nei contoterzisti delle risorse importanti per il settore, perché è impensabile che una stessa impresa agricola si possa dotare di tutte le attrezzature necessarie per un’agricoltura innovativa, rispettosa del suolo e dell’ambiente. Il ricorso a contoterzisti rappresenta la via obbligata per un’agricoltura moderna.

Sempre ad Expo è stato lanciato il marchio unico del made in Italy agroalimentare. A cosa serve? Non ce ne sono già abbastanza?

Nonostante l’export agroalimentare italiano cresca di anno in anno, il proliferare di marchi può spianare la strada alla contraffazione. Da qui l’idea di garantire la qualità dei prodotti italiani con un unico marchio che è anche l’invito a unire le forze, agricoltori e contoterzisti, e fare sistema per entrare in modo più incisivo nei mercati internazionali, senza costringere nessuno a vendere o ad affittare terreni per diventare più grande e competitivo. L’impresa agricola italiana è molto frammentata e solo attraverso l’aggregazione e la condivisione delle pratiche produttive più innovative e i servizi qualificati dei contoterzisti si può vincere questa sfida.

Così come il marchio unico evita il proliferare di marchi, si può anche dire che il contoterzista evita il proliferare delle macchine agricole?

Non è solo una questione di economia di scala che l’impresa agromeccanica può fare. Occorre tener conto anche della sicurezza sul lavoro che mezzi agricoli troppo vetusti oppure operatori non qualificati non sono in grado di assicurare. Su questi aspetti la commissione agricoltura della Camera sta valutando una legge sulle attività agromeccaniche insieme a un albo nazionale dei contoterzisti. L’obiettivo è dotare il settore di strumenti adeguati per la prevenzione degli incidenti e il diffondersi di buone pratiche. Riconoscere operatori qualificati e imprese che investono molto sulla qualità dei macchinari e sull’innovazione rappresenta, infatti, una garanzia per la sicurezza sul lavoro in un settore, quello agricolo, che registra ancora un alto tasso di incidenti a volte gravi.

Se l’innovazione è così importante, perché i contoterzisti hanno difficoltà ad accedere alle misure dei Psr rivolte ad attività non agricole?

L’indirizzo che avevamo preso in commissione era di inserirli nei Psr. Poi sono subentrati degli ostacoli a livello di Conferenza Stato Regioni. Ma se la nuova frontiera è quella dell’agricoltura di precisione, è fondamentale, soprattutto in questi mesi di Expo, approfondire la questione di come nutrire il pianeta, riflettendo sul rapporto tra i contoterzisti e le pratiche produttive in grado di ridurre il consumo di suolo, energie o agro farmaci, anche a fronte di imprese agricole piccole e frammentate, non in grado di sostenere investimenti importanti.