Coprob, Accordo Ue-Mercosur: sempre più sotto attacco gli agricoltori italiani

Di   9 Luglio 2019

L’incoerenza della politica della commissione Ue e lo smarrimento degli agricoltori italiani sempre più sotto attacco anche nel settore bieticolo-saccarifero

Claudio Gallerani

Qui di seguito la nota diffusa da Coprob (Cooperativa produttori bieticoli) in riferimento all’accordo Ue-Mercosur raggiunto lo scorso 1 luglio. L’accordo commerciale punta alla realizzazione di un partenariato politico ed economico tra Europa e il gruppo di Stati del Mercosur (il Mercado Común del Sur è composto da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela), con un mercato potenziale di 780 milioni di persone. In particolare l’Europa si aprirà a un mercato di 260 milioni di persone e ad un PIL che rappresenta l’80% dell’America latina. L’accordo garantirebbe i più elevati standard in materia di sicurezza alimentare e tutela dei consumatori, dell’ambiente e dei lavoratori.
Nel settore agroalimentare, l’UE beneficerà della drastica riduzione degli elevati dazi Mercosur a cui sono attualmente soggetti i prodotti di esportazione dell’UE come il cioccolato e i dolciumi (20%), i vini (27%), gli alcolici (dal 20% al 35%) e le bevande analcoliche (dal 20% al 35%). L’accordo consentirà inoltre un accesso in esenzione da dazi contingentato per i prodotti lattiero-caseari dell’UE (attualmente soggetti a dazi del 28%) e in particolare per i formaggi.
I paesi del Mercosur stabiliranno inoltre delle garanzie giuridiche per proteggere dalle imitazioni 357 prodotti alimentari e bevande europei di alta qualità riconosciuti come indicazioni geografiche (IG), fra cui il Prosciutto di Parma.

La Nota Coprob

PADOVA – “Apprendiamo che la Commissione Europea e il Gruppo di Stati del Mercosur hanno raggiunto un’intesa per un accordo di libero scambio. Tale accordo prevede, tra i diversi elementi, la concessione di una quota d’importazione di zucchero grezzo di 180.000 ton a dazio zero da implementarsi in 5 anni.
Inoltre, è prevista una ulteriore quota di importazione di 10.000 ton dal primo anno dell’entrata in vigore dell’accordo dal Paraguay di zuccheri speciali tra cui lo zucchero biologico.

Questa intesa arriva a 20 mesi dall’implementazione della riforma dell’Ocm zucchero nella Ue che ha causato un crollo del prezzo con un trasferimento di 2,75 miliardi di euro dagli agricoltori e dai produttori di zucchero ai grandi utilizzatori nel corso degli ultimi 18 mesi.

Stiamo assistendo a una situazione di crisi per il settore saccarifero europeo senza precedenti con annunci di chiusure di impianti in molti paesi europei inclusi Francia, Germania e Polonia: nonostante gli appelli dei produttori di zucchero, dei bieticoltori e dei sindacati, l’immobilismo dell’Ue è stata assoluto.

Il Mercosur include tra i suoi paesi membri il Brasile che è il primo paese esportatore di zucchero nel mondo e il Paraguay primo produttore di zucchero biologico nel mondo dopo il Brasile.

Questo accordo rafforzerà la concorrenza sleale sul mercato dell’Ue e minerà i tre pilastri della sostenibilità europea sociale, economica e ambientale fondata su controlli continui e sempre più stringenti in nome della volontà del consumatore di acquistare prodotti equi, sicuri e sempre più eco-compatibili.

Lo zucchero brasiliano, prodotto per la maggior parte con prodotti fitosanitari vietati nell’Ue, sostituirà lo zucchero europeo prodotto secondo i più alti standard ambientali e sociali del mondo. Nella nuova politica agricola europea l’orientamento del legislatore spinge l’agricoltore a concentrare le proprie attività su produzioni ad alto valore aggiunto come il biologico; anche a livello italiano e nelle due regioni in cui operiamo (Veneto ed Emilia Romagna) la spinta per i nostri soci agricoltori è chiaramente verso l’agricoltura integrata e il biologico.

“Come Coprob-Italia Zuccheri – afferma il presidente Claudio Gallerani – stiamo faticosamente costruendo una filiera della barbabietola biologica in Italia dando la possibilità di un’ulteriore coltura nella rotazione. Ma apprendiamo che in parallelo la stessa Ue negozia un accordo con il principale produttore di bio al mondo dopo il Brasile garantendo importazioni senza dazi”.

In quanto tale, l’accordo evidenzia ancora una volta la mancanza di coerenza tra le politiche agricole e commerciali dell’Ue e l’assenza di consapevolezza del fatto che questo approccio non può che produrre un impoverimento dell’attività delle nostre campagne già messe a dura prova dalle normative attualmente in vigore. Tutto ciò a favore di poche multinazionali raffinatrici di zucchero extra europeo e grandi utilizzatori che già hanno potuto beneficiare di una riforma esclusivamente fatta a loro favore.

“Chiediamo pertanto al nuovo eletto Parlamento Europeo che dovrà esprimersi in merito ed alle Autorità italiane di rigettare il contenuto dell’accordo e che venga assicurata coerenza e tutela verso gli operatori e l’agricoltura italiana ed europea”, conclude Gallerani.”

Carne, riso, agrumi, vino: altri settori critici con l’accordo

Altri settori che porebbero sentire la concorrenza con l’America latina sono quelli della carne (le aziende argentine hanno dimensioni inimmaginabili per lo standard europeo), degli agrumi (l’Argentina è il primo produttore mondiale di limoni e il Brasile non scherza con il succo di arancia) e del riso. Inoltre si stima che le esportazioni in europa di vino samericano aumeteranno di 12 volte.

E poi è vero: i paesi aderenti all’accordo Mercosur utilizzano sostanze chimiche attive vietate dall’Unione europea a causa della loro tossicità e dei pericoli per l’uomo e l’ambiente. Il Brasile è, insieme agli Stati Uniti, il paese che utilizza il maggior numero di antiparassitari al mondo. Di essi, 150 non sono consentiti dalla legislazione comunitaria.

Un altro grande timore riguarda la diffusione in Europa di nuovi parassiti e malattie provenienti dall’America Latina, dopo i gravi danni causati dalla Xylella Fastidiosa alle colture olivicole in Italia e l’imminente minaccia del Citrus Black Spot sugli agrumi europei.

Infine le condizioni di lavoro degli agricoltori del Mercosur potrebbero essere un ulteriore aggravante in fatto di concorrenza sleale. Senza parlare, poi, dello sfruttamento del lavoro minorile in America latina.