Droni contro i “caporali”

Di   30 Maggio 2019

Alla Camera Tridico (Inps) propone una task force specifica e l’uso dei droni per contrastare il caporalato

ROMA – Questa volta il dramma dello sfruttamento in agricoltura è stato messo a fuoco dalla procura di Brescia e ha coinvolto aziende del nord Italia. Il caporalato è dunque un fenomeno esteso non solo a certe aree del Mezzogiorno e dal governo non giungono ancora novità di rilievo.

Una proposta arriva invece dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico ed è quella di formare una ‘task force’ di ispettori esclusivamente dedicata al contrasto al caporalato e in grado di dialogare con le forze dell’ordine e la magistratura. Inoltre propone di mettere in campo i droni. La proposta, condivisa dai Contoterzisti, è stata fatta matedì scorso nel corso di un’audizione in commissioni riunite agricoltura e lavoro della camera sul fenomeno del caporalato in agricoltura.

Il presidente dell’Inps ha anche sottolineato come gli ispettori dell’istituto, il cui numero si è ridotto, non riescano a essere presenti efficacemente sul territorio. Da qui l’idea della creazione, con risorse aggiuntive, di una task force di ispettori dedicati esclusivamente al contrasto al caporalato. “Il problema si annida non solo in contesti di lavoro irregolare ma in contesti di criminalità organizzata e per questo serve una task force di ispettori che dialoghi con le forze dell’ordine e la magistratura”, ha detto TRIDICO, che ha inoltre suggerito di sottoscrivere convenzioni con Agea ed altre istituzioni operanti in agricoltura come Ismea per fare uso di droni per poter svolgere controlli più mirati sul territorio, usando i dati raccolti sugli appezzamenti e la loro redditività, da confrontare con il numero di lavoratori dichiarati.

Tridico ha inoltre spiegato che nel biennio 2016-2018 sono stati riscontrati 93.755 rapporti di lavoro fittizzi, per i quali l’Inps concede prestazioni, e che dal 2011 si riscontra una forte crescita del fenomeno del caporalato anche al centro ed al nord del paese e non solo in agricoltura.

Le osservzioni dell’Inail: occorre che la pubblica amministrazione condivida i dati in suo possesso con tutte le istituzioni che, su fronti diversi, possono contrastare il caporalato

Nel corso dell’audizione alla Camera, è interventuro anche il presidente dell’Inail Massimo De Felice. L’Inail può fare poco per il problema del caporalato e per il controllo dei premi assicurativi, che sono riscossi dall’Inps, ma “la disponibilità effettiva dei dati ci potrebbe essere utile perché in caso di infortunio molto ci farebbe comodo per fare un controllo rispetto al premio riscosso”, ha detto. “Per fare controlli la disponibilità dei dati è fondamentale e se la pubblica amministrazione li ha disponibili questi non devono essere ritenuti proprietà di una singola istituzione ma messi in comune con istituzioni che sullo stesso ambito si trovano a dover fare pubblica utilità”, ha aggiunto ancora De Felice.