Droni e burocrazia

Di   16 Gennaio 2019

Cosa occorre sapere prima di spiccare il volo

Divertenti e utili, i droni in agricoltura permettono di sorvegliare dall’alto le colture alla ricerca di problemi, raccogliere dati per elaborare mappe di vigore e, in certi casi, distribuire prodotti.

Di diverso tipo e per diversi portafogli, ci sono Apr (Aeromobile a pilotaggio remoto) di piccole dimensioni, dotati solo di camera Rgb, fino ai quadricotteri da diverse migliaia di euro che montano telecamere multispettrali professionali, passando per droni ad ala fissa che coniugano velocità ed accuratezza dei dati registrati.

Oltre al prezzo e alle funzioni, occorre però conoscere le norme che regolano il volo di un drone.

Patentino

Per pilotare un drone occorre un patentino rilasciato da una scuola di volo riconosciuta dall’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Ci sono due tipologie di attestato di abilitazione:

  • Per le operazioni non critiche: quelle che “non prevedono il sorvolo, anche in caso di avarie e malfunzionamenti, di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani, infrastrutture sensibili” (articolo 9, comma 1 del regolamento Enac).
  • Per le operazioni critiche se il drone deve passare sopra a case, infrastrutture come centrali elettriche, autostrade, zone militari e altri casi ancora questo patentino non è sufficiente. Idem se si vogliono utilizzare i droni durante eventi che richiamano ‘assembramenti di persone’, come le dimostrazioni in campo.

Per ottenere il patentino si deve essere maggiorenni e avere un certificato medico di Classe Lapl (Light aircraft pilot’s licence). Si deve seguire un corso teorico di sedici ore con test finale e totalizzare almeno trenta missioni di volo, di norma di dieci minuti ognuna. Se il candidato supera entrambi gli esami riceve l’attestato. Altre regole valgono invece per il patentino per le operazioni critiche.

Dichiarazione

Una volta acquistato il drone e conseguito il patentino occorre presentare una dichiarazione sul sito dell’Enac. Questa operazione è fatta per via telematica e costa 94 euro e non ha scadenza. Se l’operatore compra un secondo drone le dichiarazioni successive non sono soggette a ulteriori costi.

Targhetta

Come riporta il sito dell’Enac, “un Apr per uso professionale si identifica tramite una targhetta presente anche alla stazione di terra con i dati identificativi del sistema e dell’operatore; inoltre deve essere apposto sull’Apr anche il QR code ottenuto dalla registrazione sul sito D-Flight, il sito realizzato da Enav in collaborazione con Enac che permette la registrazione degli Apr nella banca dati italiana e l’assegnazione di un codice univoco di identificazione per ciascuno di essi”.

Assicurazione

Se un drone cade al suolo può causare danni importanti. Per questo per chi vola per scopi professionali (non per hobby) è necessario avere una assicurazione. “Se fino a pochi anni fa era difficile trovare una compagnia che offrisse questa tipologia di polizza, oggi è piuttosto semplice reperirne una e i costi sono contenuti”, spiega Piccinini.

Multe

Sono già state staccate le prime sanzioni. Sanzioni salate sono state elevate a fotografi che usavano droni ai matrimoni (scenario critico, visto l’assembramento di persone) o a turisti nei centri storici.

Pilotare sempre a vista

Il drone deve sempre essere nel campo visivo del pilota che non può usare il pilotaggio in prima persona (Fpv) a meno che non si trovi in circuiti speciali. Infine è bene non dimenticarsi il giubbotto catarifrangente (come quello obbligatorio in auto) con la scritta ‘Pilota di Apr’.