Il ruscellamento dei prodotti fitosanitari

Di   20 Giugno 2019

Resoconto della V giornata dimostrativa del progetto Trainagro. Articolo di
Francesca Bonello 

FORMIGARA (Cremona) – Ancora una volta ci siamo trovati nell’ambito del progetto Trainagro per parlare di uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. La mattinata del 14 giugno, ospiti presso l’azienda agricola Agazzi Enrico di Formigara, abbiamo trattato il tema del ruscellamento. Adriano Politi e Luca Serrati hanno dato una serie di informazioni sul fenomeno e mostrato una app appositamente studiata per supportare l’agricoltore nella diagnostica del fenomeno.

Ma perché la valutazione dello scorrimento superficiale e il suo contenimento è importante?

Per ruscellamento si intende il trasferimento del prodotto fitosanitario nell’acqua di scorrimento superficiale dall’area trattata a un corpo idrico.

Il fenomeno, se da un lato riduce l’efficacia dei trattamenti e ne aumenta i costi economici, dall’altro può avere notevoli ripercussioni sulla qualità dei corpi idrici e sulla salubrità degli ecosistemi acquatici. Studi riportati nell’ambito del progetto TOPPS stimano che il ruscellamento è da ritenere responsabile all’incirca del 35% dell’inquinamento delle acque superficiali.

A seconda delle caratteristiche chimiche fisiche e tossicologiche del principio attivo utilizzato, gli impatti sugli organismi acquatici possono essere i più disparati; le informazioni relative alla tossicità e alle caratteristiche di degradabilità e persistenza nell’ambiente vengono date nelle scheda di sicurezza, mentre le misure di mitigazione più opportune per ridurre gli impatti potenziali sono riportate nelle frasi di pericolo previste in etichetta e vanno rigorosamente rispettate, in quanto rappresentano quelle modalità d’uso del prodotto che garantiscono la sicurezza sia da un punto di vista della salute dell’operatore che per l’ambiente.

L’entità del ruscellamento dipende da diversi fattori quali:

  • la presenza o meno di corpi idrici superficiali in prossimità degli appezzamenti trattati,
  • la morfologia e la pendenza del terreno,
  • la tessitura che ne condiziona la permeabilità (es. argillosi),
  • la quantità di sostanza organica,
  • l’esistenza o meno di strati a ridotta permeabilità (eg. suola di lavorazione) ,
  • le modalità con cui vengono effettuate lavorazioni, l’irrigazione,
  • la presenza di fasce vegetate o no a bordo campo con funzione tampone.
  • A questi fattori si aggiunge quello contingente dell’intensità degli eventi piovosi, ultimamente sempre più imprevedibili, in relazione alla capacità di ritenzione idrica del suolo.

Un esaustivo documento della commissione consultiva fitofarmaci analizza in dettaglio la varietà di misure di mitigazione a disposizione dell’agricoltore per ridurre in quest’ambito l’impatto dei trattamenti; tra tante quella che ha maggior peso e rilevanza è la presenza di fasce tampone vegetate, a cui possono aggiungersi altre opzioni, ad es. la creazione di solchi, l’interramento, l’utilizzo di coltivazioni conservative o colture di copertura. Si rimanda al documento allegato per un maggiore approfondimento.

Prima di decidere quale tipo di mitigazione adottare però bisogna essere in grado di effettuare una diagnosi. Indizi in campo di un potenziale rischio di ruscellamento sono ad es. la presenza di solchi di erosione, oppure di zone di saturazione idrica o di crostosità superficiali che ostacolano la permeabilità del suolo. Sempre il progetto TOPPS ha elaborato tabelle che aiutano a comprendere la tipologia di ruscellamento e il livello di pericolosità potenziale (vedi le TABELLE), diverse app sono disponibili sul mercato. Nella giornata la app gratuita predisposta da Syngenta è stata presentata.

Poiché ogni prodotto presente sul mercato può avere prescrizioni e limitazioni relative all’uso diverse e pure variabili nell’arco degli anni, diventa opportuno fare un’analisi complessiva e contestuale del rischio di ruscellamento relativo ai propri appezzamenti, sulla base delle proprie pratiche agronomiche, e prevedere una serie di misure strutturali, tipo piantumazione o valorizzazione di fasce tampone vegetate, il cui effetto/efficacia vada di volta in volta a sommarsi alle altre misure disponibili legate alla contingenza delle pratiche agronomiche.

In alcuni casi, dove l’etichetta lo consente, le misure per la riduzione del ruscellamento possono essere associate per ottenere la percentuale di riduzione obbligatoria per legge e segnalata in etichetta; esistono diverse applicazioni online e per cellulare che permettono di verificare se le misure di mitigazione messe in atto consentono di raggiungere la soglia di mitigazione obbligatoria per legge relativa all’uso di quel particolare prodotto fitosanitario scelto per il trattamento.

Perché il processo di approvazione dei prodotti sanitari ammessi all’uso è continuo e ogni prodotto è soggetto a rinnovo periodico, di volta in volta va verificato il rispettare dei requisiti di legge al momento del trattamento.

In Italia, la particolare conformazione morfologica del suolo e la grande frammentazione degli appezzamenti, la densità di centri abitati e vie di comunicazione (comprese le ciclabili), nonché di corpi idrici superficiali fa si che l’ampiezza della fascia di rispetto non trattata prevista in etichetta, che può arrivare fino ai 30m, incida notevolmente sulla capacità di applicazione della misura, oltre che su reddito dell’azienda agricola, dovuto alla riduzione delle superfici. Tutti questi aspetti sono attualmente in esame nell’ambito del processo di concertazione che porterà alla ridefinizione del PAN (Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari).