La Camera dice no alle aste a doppio ribasso

Di   4 Luglio 2019

Divieto delle aste a doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari e norme più severe per la vendita sottocosto dei prodotti alimentari. La Camera ha approvato la proposta di legge “Tutela vendita prodotti agricoli”

La legge approvata stabilisce il divieto dell’utilizzo delle aste elettroniche a doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari e prevede sanzioni (fra i 2 e i 50 mila euro) per chi non lo rispetta. Inoltre viene posto limite all’uso indiscriminato del sottocosto, per garantire il giusto prezzo al produttore e tutelare i lavoratori del settore. Pratica che sarà consentita solo per i prodotti freschi e deperibili in caso di invenduto o di operazioni programmate e concordate con il fornitore.

Per diventare legge le norme approvate attendono ora il vaglio del Senato. In sistanza si intende proteggere gli anelli più deboli della catena agroalimentare, piccoli produttori agricoltori e agricoltori.

“Il provvedimento approvato oggi è importante perché giunge alle porte di una nuova stagione di raccolta dei pomodori e manda un chiaro messaggio ai gruppi della Gdo che utilizzano queste pratiche sleali per rifornirsi di tanti prodotti di largo consumo: d’ora in poi non saranno più tollerate, perché fanno male a tutta la filiera, a cominciare dagli agricoltori e dai braccianti che ancora troppo spesso vengono sfruttati per raccogliere il cibo che mangiamo ogni giorno”, ha commentato
Fabio Ciconte, direttore di Terra! Onlus, associazione che da anni si batte contro la “filiera sporca”.

Come funziona l’asta al doppio ribasso? La procedura consiste nell’assegnare il contratto di fornitura all’azienda che offre il prezzo inferiore dopo due gare, in cui la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Terra! lo definisce “un meccanismo che costringe le industrie di trasformazione del pomodoro a una forte competizione, al punto da spingerle a vendere sottocosto un prodotto che sovente non è ancora stato acquistato dalla parte agricola. In questo modo, prima della stagione di raccolta, i supermercati decidono il prezzo del pomodoro e di altri prodotti agroalimentari: tutta la contrattazione che segue tra industriali e agricoltori è destinata a muoversi entro questi parametri, spesso con possibilità di margine estremamente ridotte”.