Ingegneri meccanici con forte propensione all’informatica e all’elettronica: ce n’è bisogno per progettare nuove macchine ma soprattutto per farle funzionare nelle moderne aziende agricole. È questa la figura professionale che cercano i costruttori di macchine agricole, secondo quanto scaturito da un’indagine svolta presso i costruttori stessi e commentata dal presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti.
«L’Italia si gioca con la Germania il secondo posto al mondo, dopo gli Usa, nella produzione di macchine agricole, ma è il primo in quella di macchine per colture specializzate, coerentemente con la sua vocazione per frutta e verdura, uva da tavola e da vino, olivo, agrumi. Perciò noi costruttori ci siamo specializzati in macchine per queste colture, senza trascurare quelle da pieno campo, per i seminativi».
I costruttori di macchine agricole non cercano però solo ingegneri e progettisti: «abbiamo bisogno anche di tecnici capaci di programmare le macchine nelle aziende agricole – ha detto Malavolti – preparati nei diversi territori per massimizzare l’uso delle risorse meccaniche, cioè in grado di rendere le macchine disponibili all’uso da parte degli agricoltori. La nostra realtà è l’agricoltura di precisione, e la prospettiva è l’Agricoltura 5.0, cioè la robotica applicata all’agricoltura, in particolare nelle operazioni che richiedono tanta manodopera, come la raccolta del pomodoro, delle olive, dell’uva, della frutta e della verdura. E avremo bisogno di tecnici nelle campagne anche per far funzionare i robot».