Revisione dei trattori: settimane decisive

Di   24 Gennaio 2020

Il 27 gennaio ultima riunione tecnica, poi tutto torna nelle mani del ministero dei trasporti che potrebbe decidere finalmente di dare il via alla revisione per evitare un processo di infrazione

Vincenzo Laurendi

“Il parco macchine oggi è composto di circa 2 milioni di esemplari. Circa 1 milioni di questi presenta delle carenze dal punto di vista della sicurezza sui luoghi di lavoro, del codice della strada e ambientale”, ha detto Vincenzo Laurendi del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza di INAIL, durante il convegno “Macchine agricole & Previsioni economiche annata agraria 2020″ del 16 gennaio a Fosso Ghiaia (Ravenna).

“Nel 2011 è stata portata all’attenzione del legislatore un dato incontrovertibile: ogni anno 130 persone perdono la vita su un trattore. Un dato costante dagli anni 90 del secolo scorso”, ha proseguito. Il piano nazionale di prevenzione degli infortuni in agricoltura è stato varato per questo. Ma la sola attività di vigilanza dell’Inail non basta: “In pratica ogni anno 400 persone effettuano circa 10.000 controlli nelle aziende. In Italia, però, le aziende sono un milione e mezzo, e per controllarle tutte occorrerebbe più di un secolo. L’unica risposta possibile è un percorso dove sono le aziende ad andare nei centri per la revisione e non un organo di vigilanza dalle aziende“.

Con gli stessi strumenti usati per le autovetture saranno eseguite prove di frenatura, di rumorosità, il controllo fumi, delle luci, dei dispositivi di segnalazione acustica e soprattutto per la sicurezza sul lavoro (es. integrità del telaio, roll bar a norma): “L’Inail ha redatto 2000 pagine di schede tecniche per adeguare il 99% dei trattori non a norma”.

Il 27 gennaio ci sarà l’ultima riunione del gruppo di lavoro formato dal ministero dei trasporti per licenziare il documento che andrà a individuare tutti gli aspetti tecnici, normativi e organizzativi affinché si possa arrivare all’emanazione dell’ultimo decreto attuativo che darà il via alla revisione. “I costi non dovranno essere superiori a quelli di qualsiasi altro veicolo. Ci saranno officine autorizzate dal ministero dei trasporti a eseguire la revisione. Le officine dovranno rispondere a requisiti strumentali, formativi, professionali e anche morali”.

Oggi c’è un aspetto che rende l’avvio della revisione più probabile rispetto al passato: “Per un decreto ministeriale che recepisce una direttiva comunitaria, i trattori con una velocità di costruzione superiore ai 40 km/h (in pratica quelli con la omologazione europea Mother regulation) dovranno essere soggetti a revisione entro 4 anni dall’immatricolazione. Saranno quindi obbligatoriamente revisionati pena la possibilità che l’Italia cada in infrazione entro il gennaio 2022 (le prime immatricolazioni sono avvenute nel 2018). In Italia la revisione di questo tipo di trattori è legata per legge alla revisione di tutti i trattori, anche quelli omologati secondo la vecchie regole nazionali. Quindi il decreto di revisione questa volta non potrà tardare per non cadere in procedura di infrazione”.

Il calendario delle revisioni probabilmente sarà ulteriormente spostato in avanti, perché il numero di veicoli e i tempi per organizzare una rete di officine autorizzate non consentono di rispettare le scadenze temporali ad oggi definite: “Crediamo che tutto sarà ragionevolmente posticipato, e la prima scadenza (31 dicembre 2021 per i mezzi immatricolati prima del 1983) sarà spostata di un paio di anni per una applicazione coerente della revisione”.