Un patto per la continuità dello zucchero italiano

Di   5 Aprile 2018

Uncai in prima linea in difesa della filiera dello zucchero italiano.  Basta una firma per aiutare a rendere visibile un comparto importante per il territorio e per le persone che ci lavorano: 7000 aziende agricole, 500 collaboratori fissi e 300 stagionali della Cooperativa Produttori Bieticoli e 1500 imprese dell’indotto tra contoterzisti, trasportatori, rivenditori di mezzi tecnici.

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Con 1.700.000 tonnellate di zucchero, l’Italia è il terzo mercato di consumo in Europa eppure rischia di perdere la residua produzione nazionale. Il tracollo dei prezzi a partire dal 30 Settembre 2017 (data termine delle quote di produzione zucchero in Europa) ha messo a rischio la continuità della filiera per uno zucchero tutto italiano.

L’Unione Nazionale Contoterzisti – Uncai si unisce all’appello della Cooperativa Produttori Bieticoli (Coprob) e, in una lettera agli assessori dell’agricoltura di Veneto e di Emilia Romagna Giuseppe Pan e Simona Caselli, chiede alle istituzioni di sostenere un’equa valorizzazione dello zucchero 100% italiano. Inoltre chiede all’Europa misure di tutela adeguate per la continuità delle filiere bieticolo saccarifere mediterranee. I Contoterzisti sono infatti, parte integrante della filiera dello zucchero con oltre 500 imprese agromeccaniche di Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia specializzate nella raccolta, per mezzo di appositi macchinari, delle barbabietole coltivate da 7000 aziende agricole. Inoltre gli agromeccanici sono coadiuvanti degli agricoltori nell’esecuzione di diverse operazioni in campo, nel conferimento del prodotto agli zuccherifici di Pontelongo (Padova) e Minerbio (Bologna) e nella coltivazione di bietole porta seme.

LA COOPERATIVA BIETICOLTORI

Coprob è una bella storia di sviluppo cooperativo da raccontare. In 55 anni di vita la cooperativa ha favorito lo sviluppo economico e sociale del settore e di un territorio compreso tra il Veneto e l’Emilia. Negli ultimi dieci anni, dopo la  riforma del settore a livello europeo che ha portato alla chiusura di 100 zuccherifici in Europa e 16 su 19 in Italia, Coprob ha quasi raddoppiato i suoi Soci e investito 180 milioni nei due stabilimenti di Minerbio (Bologna) e Pontelongo (Padova) con un aumento del potenziale produttivo del 30%, raggiungendo oggi una capacità di 300.000 tonnellate di zucchero con 2.300.000 tonnellate di bietole  coltivate su 32.00 ettari (pari al 16% del fabbisogno di zucchero nazionale).

Negli ultimi anni la Coprob ha aumentato lo sviluppo della filiera agricola grazie a un nuovo modello di partecipazione dei Soci volontari, organizzati in Club Territoriali della Bietola con lo scopo di testare direttamente in campo tutte le novità in termini di genetica e tecnologia, facendo registrare un aumento di produzione di zucchero per ettaro con picchi fino al 50% superiori alle medie storiche della cooperativa.

Oggi Coprob può parlare di bieticoltura 4.0 di precisione che punta già dal 2018 a testare la coltivazione della barbabietola biologica così da essere pronti a produrre zucchero bio già dal 2019.

UNA COLTURA PREZIOSA DA MOLTI PUNTI DI VISTA

La bieticoltura, riconosciuta coltura preziosa nella rotazione agraria, consente di produrre cereali di qualità con meno input, prove testate anche da Barilla.
Dal punto di vista ambientale, la barbabietola è una coltura virtuosa perché un ettaro di barbabietole capta CO2 come un ettaro di bosco.
Sul mercato italiano, oggi, lo zucchero Coprob – commercializzato con il marchio ITALIA ZUCCHERI – è l’unico 100% italiano, tracciato dal campo alla tavola, con sopra al pacco la faccia del bieticoltore.
Da novembre Coporb è sul mercato con un nuovo zucchero grezzo di barbabietola unico “NOSTRANO”.

ANCHE I CONTOTERZISTI SOTTOSCRIVONO IL PATTO

Un intero comparto produttivo nazionale rischia di scomparire se non si interviene subito. Uncai è pronta a sostenere in Italia e in Europa il “patto per lo zucchero italiano” chiesto dalla cooperativa Coprob, oggi la sola realtà produttrice di zucchero italiana rimasta con 5.500 aziende agricole e oltre 500 imprese agromeccaniche.

Lo scorso settembre l’Unione europea ha liberalizzato il settore ponendo fine al decennale regime delle quote produttive fissate per ogni singolo paese comunitario. La prima conseguenza è stata l’invasione sul mercato di zucchero soprattutto francese e tedesco commercializzato a prezzi molto bassi. Germania e Francia hanno, infatti, potuto incrementare la produzione del 20%, contrariamente all’Italia dove l’introduzione delle quote zucchero costrinse, dieci anni fa, alla chiusura di 16 zuccherifici su 19.

Oggi ci sono 3,5 milioni di tonnellate di eccedenze in Europa che ha indebolito il comparto dello zucchero.  Le stime della Commissione europea, per il 2018-2019, indicano solo una leggera riduzione della produzione (circa il 3%) per effetto della contrazione delle superfici messe a coltura negli Stati membri e i prezzi potrebbero scendere fino a 350 euro a tonnellata, in considerazione della contrazione dei prezzi, con la diversificazione degli investimenti verso altre colture.

Politica e istituzioni devono agire celermente per tutelare quanto rimane della filiera saccarifera italiana, anche alla luce delle potenzialità che Italia Zuccheri ha fatto emergere puntando sulla territorialità della produzione di uno zucchero 100% italiano, tracciato dal campo alla tavola. Perdere questa filiera significherebbe rinunciare all’ingrediente dolce del made in Italy e a tutto “il valore” che vi ruota attorno. Uncai invita a firmare la petizione e rendere visibile una filiera importante per il territorio e le persone che ci lavorano.