Una piattaforma web al servizio dei contoterzisti

Di   22 Febbraio 2019

All’assemblea di Apima Milano Lodi Como e Varese il presidente Oldani porta la sharing economy tra gli agromeccanici

Giuliano Oldani

MILANO, 22 FEB 2019 – “L’unione fa la forza”, con questa frase Giuliano Oldani, presidente dell’Associazione Provinciale delle Imprese di Meccanizzazione Agricola – Apima di Milano, Lodi, Como e Varese ha aperto l’assemblea annuale questa mattina alle porte di Milano. “La relazione che un presidente di una associazione di agromeccanici dovrebbe sempre fare”, ha commentato il presidente Nazionale di Uncai Aproniano Tassinari. “Solo una gestione 4.0 delle aziende agromeccaniche permette lo sviluppo di una rete di sevizi professionali”.

L’invito è di abbandonare la comfort zone che per un agromeccanico è il trattore e l’adagio ”abbiamo sempre fatto così” per prestare più attenzione al controllo di gestione aziendale, all’analisi dei dati che provengono dal campo e dalle macchine, alla parnership con gli agricoltori, i costruttori, gli agronomi e, soprattutto, con gli altri contoterzisti. “Il nostro cruscotto aziendale deve comprendere la disponibilità dei nostri colleghi a collaborare al raggiungimento di un risultato economico comune, condividendo i mezzi durante i picchi di lavorazione, programmando la durata della campagna agricola e superando insieme i problemi di fermo macchina”, ha illustrato Oldani: “Attraverso un portale internet e una app dei contoterzisti possiamo risolvere molti problemi della nostra categoria. La sharing economy non è comunismo, ma significa generare più economia e profitto con le risorse che ciascuno possiede”.

Aproniano Tassinari

“L’agricoltura 4.0 non deve però penalizzare nessuno, integrando sia il piccolo sia il grande contoterzista, le macchine vecchie e quelle nuove. Digitalizzare l’agricoltura significa tracciabilità di filera e di prodotto, significa controllo dei costi e più certezza sulla qualità del cibo, significa riduzione degli agrofarmaci e della burocrazia, aspetti che per il 90% sono in mano ai contoterzisti. Occorre però aprirsi a una nuova professionalità condivisa, a una cultura 4.0”, ha concluso il presidente Tassinari.

“Nel nostro dna di contoterzisti c’è scritta la passione per le macchine più evolute e per la tecnologia”, ha detto nel suo intervento Rossano Remagni Buoli, vice presidente dei Contoterzisti Apima di Cremona. “Oggi siamo pronti a scendere dal trattore perché l’innovazione ci invita a occuparci soprattutto di tutto ciò che gira attorno alle nostre macchine. Offriamo un servizio migliore se conoscere le necessità idriche delle coltivazioni, le migliori soluzioni per la difesa; se siamo un po’ agronomi e un po’ meteorologi; se ricorriamo a supporti professionali esterni costruendo attorno a noi una rete di competenze fatta da agronomi e altri contoterzisti”.

Ma per l’agricoltura, il 4.0 è una scelta o una necessità? Una domanda retorica per Damiano Frosi direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano perché in base a un recente sondaggio dell’Osservatorio Smart AgriFood la voglia di digitale è forte negli stessi agricoltori. “Pensiamo a un futuro più trasparente e scorrevole grazie alle tecnologie digitali e a Internet. Il consumatore vuole sapere tutto su ogni singolo prodotto e oggi con l’Internet of farming possiamo dargli tutte le informazioni che chiede: la certezza della qualità, ma anche della convenienza di ciò che porta a tavola”. Frosi ha quindi parlato di piattaforma internet per i contoterzisti: “la collaborazione tra gli attori della filiera può essere facilmente abilitata dal digitale e permetterebbe di non avere fermi trattore, comunicare real time e risolvere molti problemi di logistica e incrementare i clienti”.

“Occorre aver voglia di cambiare e l’età non conta”, ha proseguito l’agronomo Roberto Bandieri (Rural Set). In questa evoluzione 4.0 dell’agricoltura “i contoterzisti sono in mezzo, fruitori per chi costruisce i mezzi agricoli e fornitori di servizi per gli agricoltori. Da una parte devono essere bravi a dire al cliente che gli sta dando qualcosa che serve e, dall’altra, devono chiedere ai costruttori trattori open, ossia che scambiano i dati che raccolgono anche con mezzi e attrezzature di colore differente. Il contoterzista ha altri due vantaggi. La conoscenza e la competenza. Sa quanto basta di computer, di analisi dati, di meteo, di agronomia, alla fine sale anche su un trattore. Inoltre competono a lui i principali sviluppi chiesti all’agricoltura 4.0, ossia un maggiore controllo dei costi, la riduzione dell’uso degli agrofarmaci e una migliore qualità del raccolto. E il collegamento di tutto quello che accade in campagna (compreso lo stoccaggio, la logistica e l’alimentazione in stalla) arriva da una macchina agricola molto spesso del contoterzista”.

Il contoterzista ha quindi in mano le chiavi per far partire la macchina 4.0. “Tra 10 anni la Plv non sarà più fatta di latte o di frumento ma avrà nella pancia i dati. Si aprono nuovi scenari che vanno dagli aspetti assicurativi (meteo, gelate, bombe d’acqua) alla tracciabilità vera e in tempo reale grazie alla tecnologia blockchain, dalla sburocratizzazione con l’unificazione dei sistemi alla democrazia digitale. Occorrono però sistemi più facili da usare, un maggiore rispetto del ruolo di ciascuno e nuove alleanze tra agricoltori, contoterzisti e agronomi”. ha concluso Bandieri.