1991, a colloquio con il manager

Di   26 Novembre 2020
Aproniano Tassinari nel 1991

Nel 1991 il presidente di Uncai Aproniano Tassinari era a capo del mercato Italia di FiatAgri. Cesare Romiti gli aveva affidato il compito di organizzare la rete vendita su tutto il territorio nazionale, perché, a causa dello scioglimento per decreto della Federconsorzi, dall’oggi al domani il Gruppo di Torino era rimasto senza una propria rete di vendita in Italia.

In una intervista uscita su Mondo Macchina, il periodico di FederUnacoma, il presidente di Uncai già allora vedeva l’importanza crescente dei contoterzisti.

“Ho rinvenuto l’articolo facendo ordine in casa. Quando fui intervistato ero a Modena e stavo premiando Roberto Tamburini per aver acquistato tutti trattori FiatAgri. Roberto non era ancora presidente di Apimai Ravenna e fu un piacere ritrovarlo anni dopo prima in Unima e poi in Uncai. Anche se mi confidò di aver cambiato i trattori Fiat con dei Ford e John Deere”, ricorda Tassinari.

L’articolo inizia facendo il quadro del mercato dei trattori in Italia: “La produzione nazionale di trattori – si legge – nel 1991 ha fatto registrare un calo del 20,6% rispetto all’anno precedente, con 57.659 unità prodotte in confronto alle 72.621 del ’90”. Già allora nessuno osava sperare in una inversione di tendenza. Nei successivi 30 anni l’Italia è tuttavia riuscita a mantenersi tra i più forti produttori di trattrici agricole, con cifre molto vicine a quelle del 1991, peccato che solo una piccola quota dei trattori made in Italy sia venduta sul territorio nazionale (circa 10 mila mezzi su 56.000).

Nel 1991 Tassinari alla domanda su cosa potesse offrire FiatAgri all’utente risponde: “Offre un prodotto sicuro, in una vasta gamma che comprende le ultime novità esposte a Eima ‘91. Cambiamenti e ristrutturazioni sono programmati per i prossimi cinque anni. Con la nostra produzione copriamo al meglio tutte le esigenze, dai cingolati alle ruote a semplice e doppia trazione, dal campo aperto alle versioni speciali er colture specializzate. Ogni cliente può trovare la macchina giusta sia esso agricoltore, cooperativa o contoterzista.

A questo punto il giornalista gli chiede che peso avessero dal suo punto di vista i contoterzisti.

“Un peso crescente e molto più incisivo che per il passato. Il contoterzista è una figura sempre più interessante e non solo dal punto di vista del mercato dei trattori ma come cantiere, per tutte le operazioni in genere, comprese quelle per la vendemmia. Le nostre vendemmiatrici sono macchine polivalenti, cioè sono in grado di fare non solo la raccolta, ma anche la potatura, la cimatura e i trattamenti. Sono macchine legate a una gestione economica dell’azienda, a un diverso rapporto costi/ricavi, e i contoterzisti hanno la mentalità adatta per poterne apprezzare i consistenti vantaggi. Naturalmente non si tratta di un grande mercato, per ora è una nicchia, ma in promettente sviluppo”.

E la nicchia del 1991 è diventata in 30 anni la parte più importante del mercato del nuovo (in media in Italia si vendono ogni anno 18mila mezzi agricoli), sia che si tratti di trattori di grande cilindrata, vendemmiatrici, trebbie, macchine per i trattamenti o per la fienagione.