2020, anno della revisione?

Di   2 Gennaio 2020

Non ci sarebbero più impedimenti tecnici: Vincenzo Laurendi di Unacma e Rodolfo Catarzi di Unacma fanno il punto

Lo scorso 4 dicembre, nel corso del Forum dei Contoterzisti, Vincenzo Laurendi, esperto del settore macchine agricole del dipartimento di Tecnologie e sicurezza dell’Inail, disse che il documento tecnico riguardante la revisione delle macchine agricole è stato chiuso. “La fattibilità tecnica è stata definita, ora manca la parte politica, non ci sono più alibi di natura tecnica” ha annunciato Laurendi al numeroso pubblico di contoterzisti e non solo presente in sala.

Michela Lugli, coordinatrice della rivista online MacGest (Image Line), ha approfondito la questione con lo stesso Laurendi.

Laurendi, Inail

Al tavolo di lavoro che ha chiuso il documento tecnico hanno partecipato, oltre a Inail, il Mipaaf e il Mit. Su quali punti avete lavorato per risolvere le problematiche tecniche?
“Sicuramente sugli aspetti legati alla circolazione stradale perché quelli legati alla sicurezza sul lavoro erano già stati definiti nei tavoli tecnici precedenti. Frenatura, emissioni inquinanti, rumorosità, visibilità e poco altro. Il documento tecnico che è stato approntato sarà probabilmente licenziato nel prossimo mese di gennaio e mandato ai ministri delle Politiche agricole e dei Trasporti perché venga dato seguito alla pubblicazione del decreto come da articolo 5 del decreto 20 maggio 2015, e dare così inizio al percorso di revisione”.

“Un aspetto importante che segna un cambiamento rispetto a quello che era stato il vecchio approccio è che, se ci sarà riconferma dalla componente politica, la revisione sarà affidata a soggetti privati. L’idea iniziale era che soggetti della motorizzazione si occupassero degli aspetti legati alla circolazione stradale e Inail di quelli di sicurezza sul lavoro. Il passaggio fondamentale è stato la volontà di essere più pratici, efficaci ed efficienti, affidando il compito a privati con la volontà di vigilare che venga fatto un buon lavoro”.

Un’unica firma quindi da apporre al certificato di revisione e non più due come ipotizzato inizialmente?
“Questa è l’idea: non più due figure ma un unico soggetto privato, l’Ispettore del centro di revisione formato su entrambi gli aspetti”.

Sarà una revisione semplificata?
“Sono stati definiti tutti gli aspetti oggetto di controllo e sono state individuate le modalità di verifica. Rimangono alcune incertezze su come certificare la formazione degli ispettori in merito agli aspetti di sicurezza sul lavoro, che saranno risolte. Manca un accordo tra Stato e regioni che deve definire i contenuti dei corsi di formazione ma potrà e dovrà essere fatto e, una volta completato anche quest’ultimo passo, io credo che i tasselli siano stati messi tutti insieme e il puzzle possa essere completato con la firma del decreto”.

Il calendario delle scadenze di revisione sarà nuovamente rivisto?
“Credo sia necessario. Ne abbiamo già parlato con i colleghi della motorizzazione e con buona probabilità le date saranno riviste. L’importante è che la proroga delle date sia l’ultimo atto prima di iniziare la revisione”.

Le questioni ancora aperte

Catarzi, Unacma

A questo punto Michela Lugli ha raggiunto Rodolfo Catarzi responsabile del progetto sicurezza Unacma, l’Unione nazionale commercianti macchine agricole, e delegato a partecipare ai tavoli tecnici. La questione di affidare la revisione a privati presenta ancora dei punti da chiarire. Fermo restando che sia necessaria “Non sarebbe infatti possibile far transitare tutte le macchine verso i centri di revisione delle motorizzazioni”.

“Senza sapere come verranno fatte le revisioni è difficile definire la logistica”, ha detto Catarzi. “Ad esempio, che sistema adottiamo per misurare efficacia ed efficienza del sistema frenante? Il decelerometro? In questo caso serve una pista. Di quanti metri? Chi dice 50 chi dice 150, chi addirittura 500. Ma anche fossero 150, chi ce l’ha?”

Penuria di meccanici specialzzati

“Al problema logistico si aggiunge quello del personale. Le officine di campagna, individuate perché ridurrebbero gli spostamenti delle macchine, oltre a non disporre di locali da adibire esclusivamente alla revisione, non possono dedicare – come indicato dal regolamento definito dalla Conferenza Stato Regioni che consente ai privati di divenire Ispettori tecnici della revisione – un meccanico, che tra l’altro deve essere un bravo meccanico, esclusivamente alle revisioni. A maggior ragione per le macchine agricole dove c’è una penuria pazzesca di meccanici specializzati”.

Macchine agricole modificate

“C’è poi la problematica relativa alle macchine agricole (ante ’86 quando è stato aggiunto l’allegato tecnico alle omologazioni) che nel tempo hanno subito modifiche (ad esempio, è stato montato un caricatore frontale, una cabina aftermarket o aggiunto un servo sterzo) e che, come da Codice della strada, necessitano di un aggiornamento della carta di circolazione previo visita e prova presso la motorizzazione. Cosa mai fatta da nessuno perché onerosa e perché i centri prove sono dodici in tutta Italia. Ora questa modifica è impossibile da fare perché non la si può richiedere per macchine con più di dieci anni. Nulla è stato detto e nessuno si prende la responsabilità di firmare una revisione bypassando questo aspetto di legge, a meno che non ci sia una decisione del Mit, una sanatoria che autorizzi in tal senso”.

Le tabelle di marcia della revisione verranno cambiate?

“Ci sono due possibilità, le cambiano di nuovo o vengono promulgati i decreti attuativi ancorché non ci siano le strutture per fare la revisione. A livello di normativa sarebbe tutto a posto e mancherebbe lo strumento operativo. Poi lì, chi prima arriva prima inizia. Tra l’altro va detto che l’ultima modifica – in questa pagina la tabella – ha portato ad un ulteriore aggravio del lavoro perché se in prima istanza si parlava solo di trattori, la modifica delle scadenze ha fatto tutto un mucchio con rimorchi, trattori, macchine operatrici, moltiplicando ulteriormente il lavoro senza, tra l’altro, definire come fare. Finora si è parlato di trattori ma della revisione di una mietitrebbia, tanto per la sicurezza che per la circolazione stradale, chi ne ha mai parlato?“.

Caos europeo

“A ciò va aggiunto che a livello comunitario le direttive Ue 45 e 47 del 3 aprile 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio – recepite dall’Italia rispettivamente con decreto ministeriale 214 e 215 del 19 maggio 2017 – definiscono i controlli tecnici periodici (la prima) e su strada (la seconda) dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. Ovvero, a partire dal 20 maggio 2018 “i trattori a ruote T1B, T2B, T3b, T4b e T5, utilizzati principalmente sulle strade pubbliche con una velocità massima di progetto superiore a 40 chilometri/orari” vanno a revisione “quattro anni dopo la data di prima immatricolazione e successivamente ogni due anni”. Nell’intenzione del legislatore al momento del recepimento del documento europeo, forse c’era l’idea di fare un decreto attuativo che unisse le due revisioni in un unico documento. Di fatto ad oggi abbiamo una doppia legislazione: per i trattori con velocità massima superiore a 40 chilometri/orari (forse una decina in Italia quelli immatricolati nel 2016 che dovrebbero subire i controlli nel 2020) vige la legge europea e per tutti gli altri vige una legge nazionale inapplicabile.

La rete Unacma Roc

“Come officine Unacma Roc siamo pronti a preparare le macchine per la revisione, sicuramente per gli aspetti di sicurezza. Per quanto riguarda la circolazione stradale aspettiamo di capire come verrà declinata. La nostra idea è fare in modo che ci siano liberi professionisti che sostituiscano o si sommino all’ingegnere della motorizzazione e noi proporci come punto di raccolta”.

Un’officina che fa la revisione ci guadagna?

“Zero. Non è un grande investimento economico, anzi. Il costo della revisione è definito per legge: 45 euro vanno alla motorizzazione e il resto va al centro revisione. Ammesso e non concesso che per i trattori si arrivi a 100 euro, è abbastanza improbabile che vengano affrontati gli investimenti richiesti”.

2020 anno della revisione?

“Le perplessità di cui sopra devono solo essere definite, ma è possibile arrivare ad una conclusione. Credo che nel 2020 la revisione sarà definita, poi ci vorrà un lasso di tempo perché sul territorio si creino le strutture per poterla fare”.

Del tempo servirà anche per formare gli ispettori del centro di revisione. Tempo che sarà ancora maggiore se dovranno svolgere le verifiche sia per conto della motorizzazione che dell’Inail.

Fonte: MacGest Image Line