Accesso ai finanziamenti

Di   7 Luglio 2020

BEI e Commissione UE pubblicano un nuovo report sui fabbisogni finanziari nell’agricoltura e nell’agroalimentare dove emergono le difficoltà del settore agricolo italiano

Dopo aver interpellato 7.600 agricoltori e 2.200 aziende agroalimentari europee, la Commissione europea e la Banca europea degli investimenti (Bei) hanno pubblicato 24 report specifici per paese con le principali sfide affrontate da agricoltori e aziede agromeccaniche quando si tratta di accedere ai finanziamenti. I report stimano inoltre che il deficit di finanziamento per l’agricoltura nell’UE sarebbe compreso tra i 19,8 e i 46,6 miliardi di euro, mentre per il settore agroalimentare il divario stimato è superiore ai 12,8 miliardi di euro. 

I report rivelano che nella maggior parte dei paesi europei il finanziamento dell’agricoltura è soggetto a tassi di interesse più elevati e a condizioni sfavorevoli rispetto ad altri settori dell’economia. Inoltre, indipendentemente dall’andamento del settore, le relazioni hanno riscontrato che non vi era sufficiente flessibilità nelle condizioni di prestito e rimborso, cosa particolarmente necessaria in agricoltura.

Dopo aver analizzato i sistemi bancari, i principali attori finanziari e ciò che viene offerto come prestiti, garanzie e vari schemi finanziari con finanziamenti nazionali e/o dell’UE, le relazioni forniscono anche conclusioni specifiche per paese su come migliorare gli strumenti finanziari esistenti e crearne di nuovi. Individuano inoltre le debolezze legate ai bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria nelle aziende agricole e alla mancanza di competenze delle banche in materia di agricoltura.

Mentre le grandi aziende agricole sembrano avere un accesso piuttosto facile ai finanziamenti, i giovani agricoltori e i nuovi entranti sono tra i gruppi più colpiti e spesso mancano di adeguate possibilità di finanziamento. Le piccole aziende agricole incontrano notevoli difficoltà in termini di accesso agli investimenti per lo sviluppo, a causa della mancanza di risorse da utilizzare come garanzie e delle competenze necessarie su come preparare i piani aziendali.

Per quanto riguarda il settore agroalimentare, l’analisi mostra un ambiente finanziario migliore, in cui esiste una maggiore diversità nelle fonti di finanziamento rispetto all’agricoltura. Le relazioni hanno rilevato che esistono più strumenti finanziari in questo settore, sebbene permangano possibilità di migliorare la loro offerta e copertura. Inoltre, all’interno di questo settore, sono le start-up e le società innovative ad avere maggiori difficoltà a trovare il capitale necessario per avviare o espandere le loro operazioni.

Per la prossima politica agricola comune (PAC) 2021-27, gli strumenti finanziari che utilizzano risorse del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) potrebbero essere utilizzati per finanziare capitale circolante autonomo, investimenti, abbuoni di capitale e prevedere combinazioni con sovvenzioni e abbuoni di interesse.

Sono disponibili qui le 24 relazioni specifiche per paese.

Il caso dell’Italia

Nonostante l’Italia sia uno dei maggiori produttori agricoli tra i 24 Paesi dell’UE considerati nello studio, con una produzione agricola totale da 55,8 miliardi nel 2018, il settore è ancora caratterizzato da un grande numero di debolezze strutturali che sono cruciali per capire la domanda di finanziamenti:

  • un alto numero di aziende di piccole dimensioni con una debole integrazione nella catena del valore, che porta gli agricoltori ad avere difficoltà legate sia ai costi di input che a quelli di vendita dei loro prodotti,
  • una sostanziale presenza di imprese a conduzione familiare, con una scarsa o assente contabilità formale, che mette a repentaglio la capacità di accedere al credito bancario,
  • uno scarso ricambio generazionale e un’età dei titolari dell’azienda relativamente alta, che si traduce in una limitatata pronsione ad investire in nuove tecnologie e prodotti per aumentare la competitività e produttività.

Nel 2017, il totale degli investimenti nel settore agricolo del nostro paese si è attestato a 8,6 miliardi, piazzando l’Italia al terzo posto nella classifica degli Stati in termine di valori di investimento (15% degli investimenti totali dell’UE 28), dopo la Francia e la Germania. La più alta domanda di finanziamenti viene dal settore avicolo e dal lattiero-caseario.

Lo studio mostra l’esistenza di un gap finanziario nel settore agricolo italiano compreso tra i 110 milioni e gli 1,3 miliardi di euro. 

L’esistenza di questo gap è spiegata da una mancanza di competenze finanziarie e sistemi di contabilità nelle aziende agricole italiane, un lento ricambio generazionale e un insufficiente livello di specializzazione delle banche in agricoltura.

La  relazione relativa all’Italia è disponibile qui. 

Fonte: Commissione europea