Italia agricola e coronavirus

Di   11 Marzo 2020

L’Italia si ferma, l’agricoltura no, insieme alle filiere e ai servizi connessi. Il cerchio si stringe e le regole che siamo tenuti a rispettare diventano ancora più stringenti. Si chiedono ulteriori sacrifici. Per tutelare prima di tutto la salute occorre riscoprirci come comunità e accettare la chiusura di esercizi commerciali, pub, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa. Aperti gli alimentari, i supermercati, le farmacie, le edicole, i tabaccai, i negozi di computer (la lista completa, abbastanza lunga, nel testo del decreto allegato) trasporti garantiti. Restono garantite, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, le attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimenare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi. Così ieri sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un appello alla responsabilità rivolto alla parte produttiva del Paese. Poche ore prima erano stati stanziati 25 miliardi per far fronte a tutte le difficoltà di quest’emergenza e la commissione agricoltura del Senato aveva dato il via libera, a maggioranza, al parere del relatore Mino Taricco (Pd) al decreto legge 9/2020 con misure urgenti di sostegno per le famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica del covid-19

Il senatore Mino Taricco

La Commissione chiede di estendere l’efficacia dei provvedimenti previsti a tutto il territorio nazionale, eventualmente adattandole alla nuova situazione venutasi a creare e con le seguenti osservazioni:

  • siano previsti interventi volti a dare liquidità alle aziende agricole, già provate da restrizioni dell’export e da crisi settoriali, fitosanitarie e climatiche, anche intervenendo con sgravi e riduzioni, oltre alla posticipazione di imposte, contributi previdenziali, assicurativi e delle scadenze in essere;
  • siano previsti interventi a sostegno della promozione e dell’export sia relativamente all’informazione su qualità, origine e grado di sicurezza delle nostre produzioni, sia finalizzati ad investimenti per migliorare le strutture logistiche di supporto, sia sostenendo, snellendo e dando coordinamento alle procedure previste per le autorizzazioni all’export, anche prevedendo una apposita struttura di coordinamento interministeriale di riferimento per le imprese;
  • siano previsti interventi specifici finalizzati al settore turistico ricettivo e della ristorazione, con particolare attenzione al settore agrituristico e a tutte le attivita’ connesse in campo sociale, educativo e culturale.

La situazione richiede l’impegno e lo sforzo eccezionale di tutti. Come ha detto la ministra Teresa Bellanova, “l’emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando richiede ad ognuno di noi uno sforzo in più. È difficile cambiare le nostre abitudini ma in questo momento abbiamo la responsabilità di tutelarci, per proteggere noi stessi e gli altri dalla diffusione del virus. Ed è per questo che è importante attenerci alle indicazioni degli esperti e alle regole poste dalle autorità. Le misure contenute nel DPCM (quello che ha messo l’intera Italia in quarantena) possono sembrare pesanti, ma hanno l’obiettivo essenziale di garantire la sicurezza e la salute di noi stessi, delle nostre famiglie, delle persone più vulnerabili della nostra comunità”.

Il contributo che si può dare è il sostegno concreto alle imprese italiane, alle produzioni di casa nostra. Essere responsabili significa privilegiare le produzioni di casa nostra, lasciando sugli scaffali il prodotto straniero, anche se costa meno. E’ l’nvito di Coldiretti e del comparto ortofrutticolo.

Confagricoltura chiede invece un coordinamento europeo in materia di trasporti, controlli e circolazione delle merci. “Va contrastato il ripristino di fatto delle frontiere e l’isolamento degli Stati membri all’interno dell’Unione”, ha detto il presidente Massimiliano Giansanti, con riferimento alle misure varate dall’Austria e dalla Slovenia sui controlli alle frontiere con l’Italia. Confagricoltura ricorda che oltre il 60% delle esportazioni agroalimentari italiane è destinato agli Stati membri dell’Unione europea. “Anche se in misura più limitata, il problema si pone anche per le importazioni di settore” – rileva Giansanti. “La produzione agricola e degli allevamenti copre il 75% del fabbisogno delle industrie di trasformazione. Il resto viene importato. Non è un problema immediato, ma il mancato rifornimento può compromettere il ciclo produttivo”.

Un cosa è certa l’agricoltura non può prendersi una pausa di uno o due mesi per poi ripartire più forte. Ci sono lavori che richiedono immediatezza e risposte che le imprese non possono attendere.
La manodopera è a rischio, am anche certe lavorazioni meccaniche. Per esempio, i macchinari per trapiantare le piantine di pomodoro da industria non consentono di rispettare la regola del droplet, la distanza di almeno un metro tra le persone.

Si chiudano Lombardia, Veneto e Piemonte, se necessario per superare l’emergenza sanitaria prima di giugno, ma i trattori devono lavorare.

LE MISURE PER IL SETTORE AGRICOLO nel ddl di conversione del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, (in vigore dal 2 marzo), recante misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica (SCARICA)

L’ articolo 33 riguarda le MISURE PER IL SETTORE AGRICOLO e prevede la concessione di MUTUI A TASSO ZERO finalizzati all’estinzione di alcuni debiti bancari in capo alle imprese agricole ubicate nei territori ai quali si applicano le misure di contenimento del contagio da covi-19, che abbiano subito danni diretti o indiretti; istituisce nello stato di previsione del Mipaaf un fondo rotativo con una dotazione di 10 mln di euro per il 2020. Un decreto del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, stabilisce la definizione dei criteri e delle modalità di concessione dei mutui. Per la gestione del fondo rotativo il Mipaaf è autorizzato all’apertura di apposita contabilità speciale.

L’articolo introduce una NUOVA DEFINIZIONE DI PRATICA COMMERCIALE SLEALE VIETATA nelle relazioni tra acquirenti e fornitori e consistente nella subordinazione di acquisto di prodotti agroalimentari a certificazioni non obbligatorie riferite al covid-19 né indicate in accordi di fornitura per la consegna dei prodotti su base regolare antecedenti agli accordi stessi. a presidio di tale divieto, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 15.000 a euro 60.000, commisurata al beneficio ricevuto dal soggetto che non ha rispettato i divieti previsti.

L’articolo 15 riguarda la CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA per soggetti operanti in alcuni comuni; l’articolo 16 la concessione di una INDENNITA’ IN FAVORE DEI LAVORATORI AUTONOMI; l’articolo 17 la CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA IN LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA-ROMAGNA; l’articolo 25 il FONDO GARANZIA PMI; l’articolo 27 il FONDO SIMEST. Quest’ultimo articolo prevede un incremento di 350 milioni di euro per il 2020 le disponibilità del fondo a carattere rotativo istituito presso il mediocredito centrale dall’articolo 2, primo comma, del d.l. n. 251/1981 (l. n. 394/1981) e destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici a fronte di programmi di penetrazione commerciale.