Bilancio Comagri e contoterzisti

Di   19 Dicembre 2018

Tassinari a De Castro: “Lottiamo insieme per dare più spazio ai contoterzisti nella Pac 2021-2027”

Paolo De Castro

ROMA – “Abbiamo un debito di riconoscenza con l’on. Paolo De Castro. Le imprese agromeccaniche intervengono sull’83% della superficie agraria generando un fatturato di poco inferiore ai 4 miliardi di euro all’anno. Eppure in passato il contoterzismo veniva descritto come un male reso necessario dalle piccole dimensioni delle aziende agricole italiane. Al contrario l’on. Paolo De Castro ha sempre sostenuto la categoria, riconoscendo nei contoterzisti una leva fondamentale per lo sviluppo e per la competitività sia delle aziende agricole sotto i 10 ettari di estensione sia di quelle che, pur grandi, decidono di non acquistare macchinari ma di affidare esternamente le operazioni in campo”.

Presente ieri al Comagri Report, l’incontro di fine legislatura europea organizzato nella sede romana delle istituzioni comunitarie dal Primo Vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti – Uncai Aproniano Tassinari ha aggiunto: “Con la riforma di metà percorso della Pac (ex Omnibus), De Castro ha gettato le basi della futura Pac. Ora lottiamo insieme per dare più spazio ai contoterzisti nella Pac 2021-2027, per un giusto riconoscimento a chi sta dando tanto agli agricoltori e a tutto il settore in termini di tecnologie digitali e di precisione, di sostenibilità e attenzione all’ambiente ma anche di pianificazione delle scelte colturali, stoccaggio e commercializzazione dei prodotti”.

COMAGRI REPORT

Pratiche sleali, Omnibus, Pac. Il bilancio di De Castro su 5 anni di lavoro al parlamento Ue

https://www.youtube.com/watch?v=d46BDnR3FCk&feature=youtu.be

A maggio 20129 si concluderò la legislatura europea con l’elezione del nuovo Parlamento Ue. Ecco così che Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, ha pensato di tracciare pubblicamente un bilancio del lavoro svolto. È accaduto martedì 18 dicembre nella sede romana delle istituzioni europee. All’iniziativa hanno partecipato il responsabile del dipartimento agricoltura del Pd l’On. Nicodemo Oliverio, i Capogruppo Pd della Commissione agricoltura di Camera e Senato, Maria Chiara Gadda e Mino Taricco, i membri delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, i presidenti delle organizzazioni dei produttori e delle cooperative, le associazioni di categoria del settore agroalimentare, rappresentanti dell’industria alimentare e gli assessori regionali all’agricoltura e i neo presidenti di Federalimentare e Coldiretti, Ivano Vacondio e Ettore Prandini.

Sul divieto delle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare, siamo fiduciosi ma prudenti – ha spiegato De Castro –  al tavolo della trattative ci saranno per la prima volta la presidenza dell’Ue uscente austriaca e quella rumena entrante oltre alla Commissione europea. I negoziatori sanno che il Parlamento non può accettare la proposta di direttiva dell’Esecutivo, che si limita a garantire le aziende che realizzano un fatturato fino a 50 milioni o poco più, lasciando gli altri privi di tutela. Abbiamo bisogno di una soglia d’applicazione molto più ambiziosa – ha proseguito De Castro – ribadendo un netto no a pratiche come la cancellazione last minute degli ordini, i ritardi nei pagamenti ai fornitori, le modifiche unilaterali dei contratti, i mancati pagamenti ai fornitori per la merce invenduta”.

Va detto inoltre, che il compromesso sul tavolo, oltre a fissare un’armonizzazione minima nell’Ue sul campo d’applicazione della direttiva, prevede che gli Stati membri possano innalzare la soglia minima di fatturato e aumentare il numero di pratiche sleali a livello nazionale, anche se il Parlamento europeo ha già raddoppiati quelle previste originariamente nella proposta della Commissione europea.

Per De Castro, la legislatura che si sta per concludere ”va vista come un anno cerniera considerando che il futuro Parlamento europeo avrà di fronte altre sfide importanti ma con una situazione più chiara sotto il profilo istituzionale”.

LA PAC POST 2020

Ivano Vacondio – Presidente di Fedaralimentare

“Per la riforma della Pac post 2020 – ha spiegato il primo vice presidente – abbiamo bisogno di tempi più lunghi e per questo dobbiamo prorogare l’attuale Politica agricola europea per almeno due anni. Senza contare che dovremo esaminare i quasi 7000 emendamenti presentati alla proposta di riforma della PAC”.

“Inoltre -ha aggiunto De Castro- non possiamo decidere al buio, ci sono ancora troppo punti interrogativi. In primo luogo dobbiamo capire come andrà a finire la vicenda Brexit. Abbiamo lavorato per un accordo che prevede lo status quo negli scambi agroalimentari tra le due sponde della Manica, salvaguardando il riconoscimento delle indicazioni geografiche ma di fronte al rischio di un ‘no-deal’ bisognerà vedere come continuare a proteggere i nostri produttori”.

“Sulla Pac post 2020 abbiamo anche bisogno – ha proseguito De Castro – di conoscere i contenuti del quadro di programmazione finanziaria Ue 2021-2027 perché la Pac non può e non deve diventare il salvadanaio per le altre politiche europee”.

“Sulla questione dei contenuti della riforma infine, non siamo meno preoccupati -per De Castro infatti- l’attuale proposta è impostata sulla negoziazione diretta tra Esecutivo Ue e Stati membri, svuotando la Commissione agricoltura del Parlamento europeo delle sue competenze in materia di riforma della Pac. Non solo. Anche le Regioni rischiano di essere messe fuori gioco, e al rischio di rinazionalizzazione dell’agricoltura si aggiunge quello di una centralizzazione delle decisioni a livello nazionale”.

https://www.youtube.com/watch?v=9F_nytDa91g&feature=youtu.be
Il presidente della Commissione agricoltura alla Camera Filippo Gallinella

EX OMNIBUS

Ma il 2018 è stato soprattutto l’anno dell’entrata in vigore della riforma di metà percorso della Pac (ex Omnibus) che ha gettato le basi della futura Pac, avviando una gestione più semplici per aziende e amministrazioni nazionali. Le nuove norme hanno anche confermato il principio che identifica gli agricoltori ‘veri’ quali beneficiari degli aiuti e li dota di strumenti più accessibili per proteggersi dal rischio climatico e dai crolli improvvisi di reddito.  “Con il Regolamento Omnibus – sottolinea De Castro – non abbiamo dimenticato i giovani agricoltori sotto i 40 anni che in numero sempre maggiore ora tornano alla terra portando nuova linfa al settore, i nostri produttori possono inoltre attivare gli aiuti accoppiati alla produzione in funzione anticrisi, oltre a rafforzare la loro posizione contrattuale nella filiera agro-alimentare. La Corte di Giustizia dell’Ue ci ha seguito facendo chiarezza, con una sentenza, sulle deroghe al diritto della concorrenza di cui le Op e le loro associazioni possono godere secondo i Trattati”.

“In questi cinque anni – ha concluso De Castro – i consumatori non sono stati dimenticati e continuano ad essere al centro delle nostre preoccupazioni: dal cercare di avvicinarli nuovamente agli alimenti e ai valori della Dieta mediterranea, al favorire un’etichettatura nutrizionale in grado di informali e non di condizionarli nelle loro scelte”.