Calo immatricolazioni mezzi agricoli: puntare su chi fa impresa

Di   31 Luglio 2020

Il presidente dei Contoterzisti UNCAI Aproniano Tassinari: “Gli sviluppi hardware e digitali della meccanizzazione agricola incidono su qualità e quantità degli investimenti più del lockdown, e cresce la domanda di utilizzatori professionali e responsabili dei mezzi”

ROMA, 31 luglio 2020 – Dopo lo shock del lockdown imposto dalla pandemia, l’Italia sta tornando lentamente a una nuova normalità, fatta di mascherine sotto il mento o appese al braccio. “I dati economici segnano timidi miglioramenti che potrebbero far ripartire gli investimenti in macchine e tecnologie”. Il presidente UNCAI Aproniano Tassinari, analizzando la brusca frenata delle immatricolazioni di nuovi mezzi agricoli che si è verificata in Italia nei primi sei mesi dell’anno (-18% le trattrici, -10,2% le mietitrebbiatrici, -11,5% le trattrici con pianale di carico, -22,6% i rimorchi, dati FederUnacoma), parla di una nuova consapevolezza che si sta diffondendo tra gli utilizzatori finali: “Come è ovvio, il calo è congiunturale e dovuto alla crisi sanitaria, ma non deve essere sottovalutata la diffusione di un diverso rapporto delle le aziende agricole e agromeccaniche più strutturate con la meccanizzazione agricola”, afferma Tassinari che prosegue: “Rispetto al recente passato, aumentano le prestazioni e le potenze. Inoltre oggi uno stesso macchinario agricolo è in grado di svolgere egregiamente più operazioni. Questo riduce il numero di mezzi indispensabili per la buona gestione di una azienda agricola o per fornire un ventaglio completo di servizi agromeccanici conto terzi”.

Se le statistiche di vendita tenessero conto delle prestazioni e della multifunzionalità dei mezzi agricoli di oggi, il calo delle vendite diventerebbe un indice meno negativo di quanto si è soliti ritenere. Occorre però un uso adeguato di macchinari che integrano sempre più efficacemente componenti hardware e digitali: “Le potenzialità produttive dei moderni trattori, attrezzature e mezzi di raccolta richiedono l’approccio professionale alla meccanizzazione agraria dei contoterzisti, categoria forte nella catena del valore, ma non riconosciuta né da un Albo nazionale né dall’Istat. E serve un ripensamento radicale delle agevolazioni, delle semplificazioni e dei finanziamenti pubblici, messi a disposizione di agricoltori e industria alimentare ma non dei contoterzisti, nonostante discenda da loro l’efficienza dell’agricoltura italiana, la sicurezza e tracciabilità del lavoro in agricoltura e la conservazione della risorsa ambiente; nonostante i contoterzisti siano professionisti che fanno impresa e sia buona norma sostenere, prima di tutto, proprio chi fa impresa”, conclude Tassinari.