Contoterzisti e Mercato Italia dei mezzi agricoli

Di   18 Ottobre 2019

Politiche efficaci per lo svecchiamento del parco macchine nazionale passano dal riconoscimento del processo di terziarizzazione dell’agricoltura

Nella foto il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari (a destra) con Franco Postorino, DG di Confagricoltura (a sinistra) e Marco Mazzaferri, Direttore di Agco Corporation (al centro)


ROMA – Rilanciare politiche specifiche per lo svecchiamento del parco macchine in agricoltura, prima fra tutte il migliore utilizzo dei fondi PSR. Il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari concorda con l’analisi di FederUnacoma, la Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura, sulla necessità che le istituzioni operino scelte strategiche in favore del settore della meccanizzazione agricola, fiore all’occhiello della produzione italiana non di meno di agroalimentare e abbigliamento.

“Le istituzioni ancora rincorrono una discutibile politica di meccanizzazione che privilegia la collocazione della macchina in ogni azienda agricola, indipendentemente dalla sua capacità di inserirsi in termini validi nel processo produttivo. Una politica che ignora la funzione svolta dei Contoterzisti e ha impedito al settore di restare competitivo, immettendo nella dotazione tecnica di molte aziende agricole macchine difficilmente ammortizzabili e rendendo il parco trattoristico italiano tra i più obsoleti e insicuri in Europa”, spiega il Presidente di UNCAI.

Negli ultimi 30 anni il processo di “terziarizzazione” dell’agricoltura non ha riguardato solo l’Italia, ma tutto l’Occidente che ha recepito il fatto che l’impresa agricola, di qualunque dimensione, poteva avvantaggiarsi acquistando da organizzazioni esterne quei servizi meccanici che altrimenti avrebbero richiesto forti immobilizzi di capitali e di risorse lavorative e imprenditoriali. Inoltre il ricorso a servizi conto terzi ha aumentato la flessibilità degli agricoltori nelle loro scelte colturali.

“Una politica di meccanizzazione non può, dunque, fare a meno dei Contoterzisti e di strumenti che valorizzino la loro abilità artigiana nella conduzione dei campi. Occorrono Albi professionali in tutte le regioni, che, in ogni finanziamento o bando, permettano di mettere al primo posto competenza, formazione e crescita tecnologica degli imprenditori agromeccanici e non tollerino improvvisazioni. Questo se sta a cuore l’ambiente, la sostenibilità economica del comparto e la sicurezza di chi opera in campo”, conclude Tassinari.