Cresce la sinergia tra sementiero e agroalimentare

Di   3 Marzo 2021

Si rafforza sinergia tra sementiero e agroalimentare con l’adesione di Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Assosementi a Convase, il Consorzio per la valorizzazione delle sementi

Da sinistra Carli, Giansanti, Tassinari, di Zio, Verrascinae Mercuri

Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Assosementi aderiscono formalmente al Consorzio per la valorizzazione delle sementi CONVASE, che riunisce 23 aziende rappresentanti il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia, rafforzando così la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare. L’intesa è stata annunciata oggi durante l’incontro “Il settore sementiero e agricolo: sfide e opportunità nello scenario post-Covid”.

All’incontro sono intervenuti i presidenti di Covase Eugenio Tassinari, di Assosementi Giuseppe Carli, di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, di Copagri Franco Verrascina, di Alleanza delle cooperative agralimentari Giorgio Mercuri e il vicepresdiente di Cia Mauro di Zio.

L’adesione al CONVASE da parte delle organizzazioni dei produttori e delle cooperative agricole e di Assosementi rafforza la collaborazione tra aziende sementiere e agricoltori, con l’obiettivo di valorizzare la qualità delle produzioni in un’ottica interprofessionale e di stimolare un dialogo costruttivo capace di anticipare le esigenze del settore e qualificare l’intera filiera. L’intesa raggiunta, inoltre, permette di dare gambe alla creazione del disciplinare “Seme di Qualità”, presentato un anno fa ed elaborato dal CONVASE, con il supporto Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, per dare agli agricoltori la possibilità di conoscere le informazioni sulla tracciabilità delle sementi, offrendo garanzie sulla qualità del seme acquistato e indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilità di ottenere produzioni elevate e di qualità.

La filiera agroalimentare, infatti – hanno sottolineato i rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – parte dal seme; non a caso gli agricoltori operano in stretto e costante contatto con i produttori di sementi, testando direttamente in campo i risultati del loro lavoro e indicando le richieste e le esigenze che arrivano dal mercato, con particolare riferimento alle problematiche agronomiche, fitosanitarie, di resa e di carattere qualitativo. Proprio per tali ragioni – aggiungono le sigle – è fondamentale poter disporre di uno strumento in grado di assicurare la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo sin dall’inizio del ciclo, partendo dalla semente, puntando su iniziative quali il progetto “Seme di Qualità”, al quale già lo scorso anno hanno aderito convintamente Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e che oggi viene ulteriormente rafforzato.

Tale tracciabilità – è stato ribadito durante l’odierno confronto tra il mondo sementiero e quello agroalimentare – ha inizio dal seme, primo e fondamentale elemento per assicurare la qualità del prodotto al consumatore finale. Vale la pena di sottolineare, a tal proposito, che nel 2020, a fronte di un calo su base annua del 2% circa delle superfici produttive destinate alla coltivazione di grano duro, grano tenero e orzo, cresce sempre di più l’impiego di seme non certificato, che secondo un’elaborazione di Assosementi ha superato anche nel 2020 il 50% delle superfici coltivate a grano duro.

In tale contesto, l’intesa raggiunta servirà a rafforzare e confermare la volontà dei principali attori di vincere le sfide comuni che il settore è chiamato ad affrontare. La riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo governo potrà certamente contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non è mai stato rivisto e adeguato.

La valorizzazione delle produzioni non può inoltre prescindere dal sostegno all’innovazione, che può aiutare l’agricoltura a garantire rese stabili e produzioni più sostenibili. Il settore sementiero è un comparto altamente innovativo, in grado di investire sino al 20% dei suoi ricavi in attività di ricerca e sviluppo per immettere sul mercato varietà migliori. Tuttavia, secondo l’indagine di Euroseeds, l’associazione che rappresenta il settore sementiero a livello europeo, l’incertezza della normativa sulle Tecniche di Evoluzione Assistita – TEA ha bloccato i programmi di innovazione del 40% delle aziende che investono in ricerca.

Tra i temi affrontati, le modificazioni genetiche, la certificazione del seme biologico e soprattutto il ruolo della ricerca nella prospettiva del rispetto delle indicazioni della strategia farm to fork sulla riduzione di agenti inquinanti, le aspettative sul nuovo governo. Abbiamo perso il treno degli Ogm, non vorrei che ora si perda quello delle new breathing techniques, ha osservato Giansanti, sollecitando, peraltro, un dialogo strutturato con gli istituti di ricerca sia sul seme certificato sia su altre questioni. Gli obiettivi della strategia farm to fork sono raggiungibili se c’e’ ricerca e seme certificato, ha sottolineato Carli mentre Tassinari ha riconosciuto l’opportunità di arrivare al seme biologico certificato, purché si creino le condizioni giuridiche necessarie. A questo riguardo Mercuri ha fatto notare quanto le cooperative siano interessate al biologico, e dunque al seme, e ha confermato quanto detto dal presidnte di Convase sui problemi derivanti dalle deroghe. D’altra parte, ha osservato di Zio, il biologico, soprattutto con adeguati finanziamenti dai Psr, ha notevoli prospettive. Verrascina, a proposito del nuovo governo, ha fatto sapere che Agrinsieme, di cui è coordinatore, chiede a Draghi di fare scelte coraggiose con “giuste risorse” e non elemosine.