Diecimila boscaioli tornano al lavoro

Di   15 Aprile 2020

Ripartono la silvicoltura e le attività forestali. Tra le voci che si erano alzate affinché il governo le facesse rientrare tra le attività essenziali c’era anche quella di UNCAI. E non poteva essere diversamente, dal momento che sono contoterzisti la gran parte degli operatori agroforestali.

Il settore forestale (codice ateco 02) riprende così la propria attività nei cantieri completando i lavori interrotti a causa dell’emergenza sanitaria, dalla pulitura dei boschi, indispensabile per la tutela dell’ecosistema, per la prevenzione di incendi e dissesto idrogeologico e per contenere gli attacchi patogeni favoriti dall’accumulo di materiale legnoso a terra. In Italia più di 1/3 della superficie nazionale è coperta da boschi per un totale di 10,9 milioni di ettari.

I boschi, gestiti in modo sostenibile, assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni, ma serve una corretta gestione per preservare i territori dall’abbandono affinché possano svolgere un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale.

Resta indispensabile l‘applicazione del protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del coronavirus negli ambienti di lavoro, riferibili ad esempio al trasporto delle persone sui mezzi di lavoro, oltre alla particolare raccomandazione di lavorare in sicurezza in bosco utilizzando i dpi (mascherine, guanti).

Lo sblocco permetterà di evitare che le filiera bosco-legna vada in crisi: la prima lavorazione, l’industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, la fabbricazione di cippato, la cura e la manutenzione del paesaggio. Diecimila boscaioli tornano al lavoro.

Riparte in tutta Italia anche la gestione del verde pubblico

Di nuovo operativa anche la filiera della cura e manutenzione del verde nelle città, anch’essa caldeggiata da UNCAI, per scongiurare i gravi pericoli determinati dalla caduta di alberi e rami favorita dall’incuria e dal moltiplicarsi di eventi climatici estremi.

Inoltre, con l’arrivo della bella stagione ed il diffondersi di pollini, era importante anche dare il via libera ai lavori di manutenzione del verde nelle città per cercare di prevenire il dilagare di allergie con l’entrata nel vivo delle fioriture. Una necessità anche per intervenire nelle città nei confronti di alberi pericolanti e siepi sporgenti sulle sedi stradali con le opportune operazioni di taglio e cura del verde pubblico che ora è importante recepire anche nelle regioni dove ci sono ordinanze più restrittive. Il verde urbano pubblico in Italia è aumentato del 3,7% in un quinquennio ed ha raggiunto nei capoluoghi di provincia oltre 564 milioni di metri quadrati che corrispondono ad una disponibilità media di 31,1 metri quadri per abitante (analisi Coldiretti su dati Istat).