Durum Days 2019

Di   16 Maggio 2019

Il 15 maggio si è svolta a Foggia la quarta edizione dei Durum Days, l’evento internazionale che riunisce ogni anno a maggio tutte le sigle della filiera del grano duro e della pasta

FOGGIA – Durante la giornata, moderata dal professor Angelo FRASCARELLI dell’Università di Perugia, la coordinatrice settore grandi colture e servizi Alleanza cooperative agroalimentari Patrizia MARCELLINI ha evidenziato che “la risposta alla crisi del settore dei seminativi sta in due concetti principali: un nuovo modello di relazioni contrattuali lungo la filiera tutta, fino al consumo, e tante innovazioni di processo: agricoltura di precisione, agricoltura digitale, ricerca e accesso a politiche di gestione del rischio”. “Nell’ambito dell’agricoltura digitale si stanno compiendo importanti passi in avanti, come quello avviato dalla cooperazione in materia di tracciabilità della filiera attraverso la blockchain”, ha proseguito Giorgio MERCURI, presidente Alleanza cooperative agroalimentari, secondo cui “la sfida a cui le imprese sono chiamate a rispondere è quella di lavorare rispettando l’ambiente e la salute dei consumatori e far conoscere a questi ultimi ciò che mettono nel piatto sia in termini di composizione che di provenienza”.

Secondo Franco BRAZZABENI, presidente sezione cereali a paglia assosementi, “oggi il settore sementiero è al lavoro per fornire alle filiere del made in Italy varietà dall’elevato contenuto proteico e consentire di svincolarci dalle produzioni estere; altri filoni di ricerca riguardano l’inserimento di resistenze ai patogeni, al fine di consentire una migliore sostenibilità, così come la costituzione di materiali più resilienti, in particolare ai cambiamenti climatici in corso”. “Le aziende cerealicole hanno compreso da tempo l’importanza della sostenibilità e dell’innovazione, ma non sempre questo si concilia con la sostenibilità economica; le sfide ambientali non devono spaventare gli agricoltori, i quali non possono solo subire imposizioni ideologiche green che non portano grandi benefici ambientali ma solo aggravi di burocrazia”, ha ricordato Gian Michele PASSARINI della giunta nazionale Cia-agricoltori italiani.

“La centralità della remunerazione equa di tutti i componenti della filiera” è stata sottolineata dal presidente Copagri Franco VERRASCINA, per il quale “è utile in tal senso puntare con decisione sulla qualità e sugli accordi di filiera per conseguire risultati più soddisfacenti dal punto di vista del reddito; anche la politica deve fare la sua parte, ad esempio recependo rapidamente la direttiva Ue contro le pratiche commerciali sleali e implementandola includendo le aste elettroniche a doppio ribasso”.

Il Fondo del grano duro

Altro tema affrontato nel corso del dibattito dei Durum Days è stato il fondo del grano duro (chi coltiva grano duro può ricevere 200 euro/ha, con il limite dei 50 ettari coltivati ) che, secondo Filippo SCHIAVONE, presidente Confagricoltura Foggia, “si eè rivelato indubbiamente uno strumento valido per sviluppare e incentivare le relazioni contrattuali all’interno della filiera; ma da parte delle istituzioni si auspica maggiore snellezza burocratica e certezza delle tempistiche dei pagamenti; l’etichettatura oggi non rappresenta ancora la leva economica per risollevare il prezzo di vendita del frumento duro, che copre a malapena i costi di produzione”.

Secondo Cosimo DE SORTIS, presidente Italmopa, “il protocollo frumento duro promosso dai principali attori della filiera nel dicembre 2017 è uno strumento virtuoso che necessita tuttavia di essere opportunamente declinato in accordi tra le singole parti della filiera, per evitare che possa configurarsi come il ‘libro delle buone intenzioni’ privo di risposte adeguate; come industria di prima trasformazione siamo pienamente disponibili a sviluppare questa strategia con tutte le rappresentanze della produzione agricola interessate a privilegiare un approccio che risponda agli interessi dei venditori e dei compratori”.

“Le rivendite agrarie rivestono un ruolo molto importante nel sistema agricolo nazionale influenzandone i fattori di sviluppo; il consumatore oggi è in grado di influenzare la gdo, poiché le sue scelte creano delle ‘imposizioni’ al trasformatore, e di conseguenza all’agricoltore”, evidenzia Fabio MANARA, presidente Compag, aggiungendo che “gli affiliati Compag sono al fianco dell’agricoltore per fornirgli il supporto necessario per una produzione soddisfacente sotto il profilo economico e di difesa e compatibile con le richieste della filiera; dal punto di vista finanziario, l’associato Compag si trova da una parte ad anticipare le spese degli agricoltori, che pagano sulla base del raccolto, dall’altro ad acquistare dalle multinazionali della chimica, andando a creare una tensione finanziaria, ancor più aggravata dal cambio valutativo penalizzante delle banche nei confronti delle imprese di trasformazione imposto dalle direttive comunitarie”.

Per Cesare RONCHI, responsabile progetto Sustainable farming di Barilla, intervenuto in rappresentanza di Unione Italiana Food, “la sostenibilità, misurandosi dal campo alla tavola, è un tema che impegna tutta la filiera e non singoli attori; è quindi importante in questa prospettiva la piena condivisione degli obiettivi e degli strumenti; in tal senso, la collaborazione avviata nell’ambito del protocollo di filiera con tutte le rappresentanze agricole impegnate nella produzione di grano duro di qualità dovrebbe condurre a una efficace produzione di grano adatto alla pastificazione, utilizzando tecniche innovative, adottando sistemi di agricoltura di precisione per la corretta gestione dei fattori produttivi e aggregando l’offerta, che purtroppo risulta ancora troppo spesso polverizzata”.

Il coordinatore della commissione agricoltura della conferenza delle regioni Leonardo DI GIOIA ha concluso i lavori della giornata, sottolineando come “le azioni messe in campo dalla politica in questi anni per il sostegno al settore del grano duro siano state tante, anche se non sono state sufficienti a invertire trend e tendenze negative, tant’è che ci sono problemi che ancora restano. Occorre una svolta che non può non passare da interventi forti e da impianti normativi nuovi, anche nella nuova Pac che si va delineando, che partano da un contrasto forte alla burocrazia, che oggi rappresenta un grande freno con il suo peso insostenibile di regole che ostacolano e rallentano la crescita delle imprese agricole”.

Investire in innovazione vegetale

Nel corso della tavola rotonda “l’agricoltura (smart?) del futuro: le sfide ambientali e il ruolo dell’innovazione” che si è svolta durante durum days 2019, è intervenuto Franco BRAZZABENI, presidente della sezione cereali di assosementi: “il frumento è uno dei pilastri dell’alimentazione umana, dato che a livello mondiale fornisce il 20% dell’apporto calorico e proteico; questa coltura strategica oggi è minacciata dai cambiamenti climatici: nel 2018 le alte temperature e la siccità sono state tra le principali cause del sensibile calo delle produzioni, basti pensare che durante la delicata fase della fioritura ogni grado oltre la media provoca una perdita compresa tra il 5 e il 7%. Per rispondere alla necessità di produzioni stabili ed elevate e al tempo stesso soddisfare le richieste di sostenibilità e tracciabilità da parte dei consumatori diventa fondamentale investire nell’innovazione vegetale, mettendo a disposizione del mercato varietà sempre piu’ resistenti a patogeni e che quindi richiedono meno interventi chimici, ovvero altamente performanti in condizioni ambientali non ottimali”, ha osservato BRAZZABENI. “Il completamento della sequenza del genoma del frumento apre scenari importanti, soprattutto a fronte dei progressi che permetterebbero di garantire, in tempi rapidi e costi contenuti, le new breeding techniques. Dagli anni settanta la ricerca ha consentito di aumentare notevolmente le rese, fino al raggiungimento di un incremento di 19,9 kg/ha per anno, e di rispondere alle esigenze dei trasformatori; oggi il settore sementiero italiano è al lavoro per mettere a disposizione varietà dall’elevato contenuto proteico – una peculiarità che al momento è caratteristica dei grani di importazione – a supporto di filiere del made in Italy finalizzate alla produzione di pasta di qualità che non debbano più dipendere dall’estero“, ha precisato BRAZZABENI. “Il sostegno all’innovazione vegetale deve passare però dalla difesa del seme certificato, uno strumento che incide solo per il 2% sul totale dei costi di produzione e offre in cambio, oltre alla garanzia di purezza e germinabilità, anche di sostenere gli investimenti messi in campo dalle industrie sementiere; per questo Assosementi ritiene fondamentale che la prossima Pac preveda che il sostegno accoppiato già previsto per il frumento duro sia condizionato all’impiego di seme certificato“.

LA PRODUZIONE MONDIALE GRANO DURO STIMATA IN CALO NEL 2019

Stime in calo per la produzione mondiale di grano duro che per il 2019 si attesterà su una contrazione complessiva del 9%, con picchi di cali produttivi del -32% negli Usa, -27% in nord Africa, -11% in Canada e -10% in Europa; questi i primi dati diffusi nelle previsioni per la campagna commerciale 2019-2020 elaborate della società di ricerca Areté e presentate a Foggia in occasione della quarta edizione dei Durum Days, l’appuntamento internazionale che vede riunita tutta la filiera del grano duro e della pasta.

In Europa i cali di superfici, uniti a quelli degli stock iniziali faranno aumentare sensibilmente il fabbisogno di importazioni, che per la campagna entrante sono previste in rialzo del 71%. Le esportazioni di grano provenienti dal nord America di conseguenza sono previste in forte rialzo e raggiungeranno una quota pari al 68% del totale export. Nello specifico, l’export di grano canadese, paese tra i principali produttori ed esportatori, registrerà nella prossima campagna un aumento stimabile al +10%.

Per quanto riguarda le previsioni produttive italiane, il Crea stima un calo di superfici del 6,5%, che porterà a una superficie impiegata a grano duro di 1,2 milioni di ettari. Le forti piogge, le grandinate e le escursioni termiche delle ultime settimane potrebbero creare le condizioni per ulteriori cali produttivi. Dall’analisi Crea emerge inoltre che continua il trend di crescita delle superfici investite a grano duro biologico nonché quelle dei contratti di filiera. Il Crea registra inoltre un calo dell’impiego di semente certificata pari al -12% rispetto al 2018.