Fattorie verticali dalla Sardegna alla Lombardia

Di   5 Ottobre 2021

La startup sarda APE, in collaborazione con il dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari, sta sviluppando protocolli, metodologie e processi per massimizzare la produzione agricola nelle serre fotovoltaiche grazie all’agricoltura verticale. Oltre ad aumentare del 400% la resa, l’obiettivo è anche di ottenere prodotti più sostenibili con caratteristiche nutraceutiche e organolettiche superiori rispetto all’agricoltura convenzionale

Plants are cultivated in hydroponic system

APE sta per Agricultural Production Engineering, ha sede a pochi chilometri di distanza da Carbonia, nel sud della Sardegna, e sviluppa tecniche di coltivazione di agricoltura verticale. L’input iniziale è partito dalla famiglia Pezzoli che desiderava aggiornare tecnologicamente le serre fotovoltaiche che già possiede in Sardegna. Queste, infatti, a causa dell’ombra dei pannelli fotovoltaici sul tetto, possono raggiungere volumi produttivi agricoli ridotti.

L’idea di base era valorizzare sia in verticale sia in orizzontale lo spazio a disposizione nelle serre e quindi di massimizzare le produzioni con tecniche di agricoltura di precisione avanzate in ambiente controllato (controlled environment agriculture).
Per passare dall’idea a un progetto vero e proprio e allo sviluppo delle nuove serre verticali fotovoltaiche è dunque nata APE che vede impegnati, oltre alla famiglia Pezzoli, l’agronoma Valentina Carboni, l’ingegnere ambientale Matteo Pintore e il biologo Gianmarco Polizzotto.

Lo sviluppo di colture indoor verticali (le piante vengono coltivate su numerosi livelli sovrapposti) richiede però un ambiente controllato, ovvero in cui i parametri microclimatici sono gestiti in maniera artificiale. Una vera e propria sfida che permette di produrre in prossimità delle realtà urbane, con pochissimi input chimici, in modo intensivo e con una efficienza in grado di supplire ai costi delle tecnologie.

Nel 2020 si è così costituita APE con l’obiettivo di applicare le soluzioni tecniche e tecnologiche di vertical farm, alla riconversione agronomica e  produttiva delle serre fotovoltaiche della Sardegna, con ricaduta economica sulla produzione agricola in particolare dell’isola. Nel corso dello stesso anno è stata stipulata una convenzione con il dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari per la Progettazione e validazione di sistemi di produzione di alimenti funzionali ecosostenibili. Poi, nel corso del 2021, grazie al lavoro del team operativo e al supporto del gruppo di ricerca in colture erbacee APE, vengono sviluppati sul campo una serie di protocolli, metodologie e processi che possono portare all’ottimizzazione dei cicli produttivi e alla massimizzazione della produzione agricola in vertical farming, con una ottima resa per metro quadrato, in media il 400% in più rispetto alle tecniche di agricoltura convenzionale, e un impatto sia energetico sia idrico che viene ridotto molto rispetto alle tecniche di coltura tradizionale.

La sfida principale era di garantire un’ottima resa produttiva con una bolletta elettrica e idrica ridotta rispetto ai sistemi di produzione già esistenti e con produzioni molto anticipate e con caratteristiche nutraceutiche e organolettiche superiori rispetto a quanto è ottenibile con l’agricoltura convenzionale.

In più, APE mira ad avere prodotti con residui di pesticidi zero, con alto valore nutrizionale e nutraceutico. . In questo periodo APE sta valutando di sviluppare dei propri brevetti di processo con il supporto di Tonucci & Partners.

Il progetto di APE non è però limitato alla Sardegna; infatti una volta sviluppata la migliore tecnologia produttiva e definito il modulo operativo e i flussi di lavoro sia dal punto di vista tecnico sia produttivo, la società ritiene di potersi espandere su scala industriale con una grande vertical farm in Lombardia.