Finanza agricola 4.0

Di   4 Maggio 2021

L’accoppiata di dati satellitari e algoritmi di intelligenza artificiale permetteranno presto una valutazione finanziaria automatica e standardizzata delle aziende agricole, diventando uno strumento essenziale per istituti di credito, assicurazioni e contoterzisti

Il digitale non trascura neppure gli aspetti finanziari dell’agricoltura. Oggi per accedere a un prestito la leva a disposizione di un agricoltore è la propria reputazione presso l’istituto finanziario. Non tutti riescono, così, a farsi approvare un prestito in tempi ragionevoli, e il più delle volte occorrono settimane se non mesi. Questo perché banche e assicurazioni non dispongono di strumenti o meccanismi analitici per valutare in modo immediato un’azienda, il livello di produttività dei terreni coltivati in relazione alle medie provinciali. Gli istituti di credito si affidano ai dati storici e, molto spesso, all’esperienza del consulente finanziario. Il risultato è un processo lento con offerte finanziarie che spesso non accontentano nessuno, perché non corrispondenti al reale rischio di impresa.

Il digitale può colmare anche questa lacuna, trasformando l’intero processo del prestito agricolo, arrivando a proporre più soluzioni agli agricoltori che necessitano di finanziamenti.

Il primo step è permettere alla banca di conoscere di cosa si sta parlando. E può farlo solo partendo da immagini satellitari e dalla modellizzazione delle colture a livello di campo. Solo così la banca può, attraverso un software di intelligenza artificiale (secondo step), assegnare punteggio di credito dell’agricoltura e sbilanciarsi sui tempi di rientro da un prestito che un imprenditore avrà.

I dati che la banca elaborerà in automatico non sono di tipo agronomico e neppure quelli di una borsa merci, ma solo quelli necessari per concedere dei prestiti, assicurare il raccolto, dare l’asseso all’affitto o all’acquisto di terreni. Sono dati importanti anche per un contoterzisti indeciso se accettare o meno un nuovo cliente. Quante volte, infatti, i contoterzisti si trovano nella situazione di dover fare da banca agli agricoltori!

Il tutto con software (algoritmi) che tenga conto del potenziale di rendimento di un coltivatore, della volatilità storica, della solvibilità e delle condizioni ambientali. Un software che fa già tutto questo (ma crediamo che presto ogni istituto di credito avrà il suo) è stato realizzato dalla startup americana AgroGraph, una tecnologia in grado di riportare oltre 30 variabili diverse a livello di campo. Il risultato del calcolo delle 30 variabili è un punteggio di credito dell’azienda agricola ma anche un indice di sostenibilità, una previsione del rendimento, il livello biomassa dei prati, l’efficienza nell’uso dell’acqua. Quindi raccoglie anche parametri ambientali sempre più rilevanti quando si tratta di quotare una impresa agricola.

I clienti della startup (banche, assicurazioni, fondi di investimento fondiario, distributori di cereali, società di biocarburanti) possono accedere a questi dati direttamente utilizzando la piattaforma AGROS o estrarli nel sistema di geolocalizzazione sviluppato. Tra i clienti della startup ci sono anche contoterzisti che, prima di accettare un cliente, vogliono verificare la sua solvibilità. Con soluzioni e risposte a livello globale, fornendo dati per la gestione del rischio di un campo di mais, di colza o di soia ovunque nel mondo. L’obiettivo della startup è però quello di consentire agli agricoltori di strappare tassi di interesse più favorevoli. Questo è possibile solo se qualsiasi istituzione bancaria può competere per i portafogli agricoli, annullando lo storico vantaggio delle banche più piccole rispetto alle istituzioni più grandi a causa della loro tacita conoscenza degli agricoltori.