Fitofarmaci ed etichetta

Di   18 Agosto 2021

Attraverso l’etichetta il dato viene trasfromato in informazione. Il progetto Trainagro prosegue con un webinar dedicato a dosi, cartellonistica, rischi e dispositivi di protezione individuale

Al seminario online dedicato a come TRASFORMARE IL DATO IN INFORMAZIONE – la lettura dei dati in etichetta sono intervenuti Arturo Caponero (Dose, volume e parametri tecnici: dall’etichetta al trattamento fitoiatrico), Stefan Otto (Le misure di mitigazione del rischio in etichetta: come e perché applicarle in azienda e applicazioni pratiche – tecnica in cambio di spazio), Rossano Remagni Buoli (Il supporto dei contoterzisti nei confronti della sostenibilità in agricoltura e sostenibilità dell’uso dei prodotti fitosanitari), Francesca Metruccio (Pericolo e i rischi per la salute degli operatori. Perché è importante il dato in etichetta), Massimiliano Mochetti (I dispositivi protezione individuale e le innovazioni del settore).

Con l’etichetta non si può scherzare e non deve neppure essre presa sotto gamba. Essa riportata sul contenitore di un prodotto fitosanitario è approvata, con Decreto, dal Ministero della Salute ed è a tutti gli effetti una «norma» (documento ufficiale) da rispettare. Su di essa vi sono riportate le informazioni e le precauzioni necessarie ad evitare rischi per la salute dell’operatore e del consumatore e per l’ambiente.

La presentazione di Arturo Caponero del Servizio Difesa Integrata ALSIA – Basilicata è utile a quanti sono interessati ad approfondire e capire meglio ogni singola parte dell’etichetta, dall’autorizzazione ministeriale alle dosi: “La dose, in Italia, viene espressa o in grammi per ettolitro oppure in quantità per unità di superficie. Per tutte le dosi d’impiego deve essere indicato un intervallo di volumi di distribuzione identificabili con volumi standard di riferimento per le singole colture in piena vegetazione. Per questo l’applicazione di una dose/ha fissa produce depositi molto diversi a seconda dell’estensione della superficie bersaglio da trattare“.

E’ la dose che fa il veleno

Occorre sempre adeguare la dose del farmaco al soggetto da trattare. Nelle piante esattamente come avviene nell’uomo. Occorre, quindi, “Adeguare la dose di fitofarmaco alla superficie del bersaglio, per avere un deposito sufficiente ed efficace in funzione del volume erogato e delle condizioni di applicazione”.

DOSE: Quantità di prodotto necessaria per ottenere la richiesta efficacia del
trattamento
VOLUME: Quantità di acqua da utilizzare con la Dose indicata
DEPOSITO: Quantità di fitofarmaco che raggiunge e rimane sul «bersaglio»

A parità di dose, il volume può variare. Per questo la scelta del corretto volume da utilizzare dovrebbe essere determinata da parametri di natura agronomica, fitoiatrica e meccanica:

  • forma d’allevamento
  • dimensione della pianta
  • avversità da combattere
  • Localizzazione dell’avversità da combattere
  • tipologia di trattamento (bagnate, coprente)
  • epoca di intervento
  • tipo di formulato
  • attrezzatura impiegata
  • condizioni meteorologiche

L’indicazione in etichetta della dose non aiuta

Es: «alla dose di 3.19 kg/ha pari a 159 – 212 g/hL, utilizzando rispettivamente 2000 e 1500 L/ha di acqua in piena vegetazione»

Il bersaglio può variare e interessare l’intera vegetazione oppure solo una porzione. “Dose, volume e deposito definiscono quindi l’efficacia del trattamento“. L’etichetta ci fornisce delle indicazioni importanti e fare i calcoli permette all’agricoltore di stimare le perdite nei trattamenti alle colture arboree in percentuale rispetto al distribuito.

Per quanto riguarda la dose minima, l’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo dei prodotti fitosanitari a livelli necessari, avendo cura che il livello di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi.

Goccia, scelta dei PARAMETRI TECNICI e REGOLAZIONE dell’IRRORATRICE:  Arturo Caponero ha presentato i dati di un’indagine su agricoltori di tutta Italia che evidenziano come ci sia la tendenza, nell’incertezza sui calcoli da fare, a sovradosare il prodotto. Interessante anche la scelta degli ugelli a seconda che il volume ad ettaro vari o meno in funzione delle diverse condizioni: quando non varia si preferiscono gli ugelli a ventaglio, quando invece varia si va di antideriva.

La morale è che vale sempre la pena perdere un po’ di tempo a fare i calcoli. Senza la dose giusta, ai fini biologici si salva solo tra il 19 e il 56% di prodotto, il resto se ne va per evaporazione (4-6%), si perde a terra (10-60%) o se ne va per aria e oltre il bersaglio (8.15%).  Con una corretta regolazione c’è un risparmio che vara dal 20 al 40%. E la presentazione mostra passo dopo passo come eseguire una corretta regolazione in campo dell’irroratrice.

L’utilizzatore professionale dovrebbe mantenere l’utilizzo dei prodotti fitosanitari e di altre forme d’intervento ai livelli necessari, per esempio utilizzando dosi ridotte, riducendo la frequenza dei trattamenti o ricorrendo a trattamenti localizzati, avendo cura che il livello di rischio per la vegetazione sia accettabile e che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi.

Il nuovo Pan prevede alcuni miglioramenti, a tal proposito, per definire i criteri e le modalità che possono consentire il ricorso a dosi di impiego ridotte, rispetto a quelle indicate in etichetta, soprattutto nel caso di trattamenti da effettuare per colture che si sviluppano in altezza e che possono essere caratterizzate da numerose variabili di tipo applicativo” ha concluso Arturo Caponero.

Contoterzisti e trattamenti

I contoterzisti sono di supporto agli agricoltori dell’uso corretto e responsabile dei prodotti fitosanitari, ha sottolineato nel suo intervento Rossano Remagni Buoli di Uncai, Unione nazionale contoterzisti agromeccanici e industriali.

Il contoterzista porta sostenibilità in agricoltura mettendo a disposìzione di una ampia platea di agricoltori macchinari moderni, quindi costruiti per essere precisi in ogni intervento riducendo al massimo gli sprechi. Attraverso la collaborazione tra agricoltori e contoterzisti si possono evitare costi inutili permettendo all’agricoltore di investire le proprie risorse nella realizzazione di un prodotto qualitativamente migliore” ha detto Buoli.

Formazione e informazione sono il nucleo della professionalità messa in campo dai contoterzisti: “Siamo veicolo di informazione e sensibilizzazione degli agricoltori, ad esempio su aspetti molto tecnici come le scelte su ugelli e pressioni di esercizio ma anche sui prodotti che sono in continua evoluzione e che dobbiamo saper leggere correttamente. Importante anche la nostra collaborazione con gli enti comunali. Esempio è la realizzazione di cartellonistica preparata per sensibilizzare la popolazione” ha concluso Rossano Remagni Buoli.

Misure di mitigazione e rischio in etichetta

Il webinar è proseguito con l’intervento su “Le misure di mitigazione del rischio in etichetta: come e perché applicarle in azienda e applicazioni pratiche (tecnica in cambio di spazio)” a cura di Stefan Otto del Cnr che ha parlato di deriva primaria, ruscellamento, dei modelli matematici per calcolare il rischio, misure di mitigazione e prescrizioni supplementari (“Conoscendo la massa trasportata per deriva e la tossicità del fitofarmaco è possibile calcolarne il rischio per diversi organismi non bersaglio. In etichetta, la ricaduta di questo rischio si traduce in una prescrizione supplementare“).

Le principali misure di mitigazione della deriva:

  • additivi antideriva;
  • ugelli antideriva;
  • verso del trattamento;
  • localizzazione;
  • rete antigrandine;
  • siepe campestre;
  • fascia di rispetto.

Le principali misure di mitigazione del ruscellamento:

  • cover crops e inerbimenti;
  • incorporazione nel suolo;
  • solco;
  • wetland;
  • scolina vegetata;
  • fascia di rispetto.

Cartellonistica, rischi per la salute e dpi

Francesco Borra di Confagricoltura Milano Lodi e Monza Brianza è successivamente intervenuto sul tema della “Cartellonistica obbligatoria e sulle distanze per le aree vulnerabili e sensibili, informazioni per i residenti e astanti nel nuovo Pan”. Mentre Francesca Metruccio dell’International centre for pesticides and health risk prevention dell’Asst Fatebenefratelli – Sacco si è concentrata su “Pericolo e i rischi per la salute degli operatori. Perché è importante il dato in etichetta“. L’evento si è concluso con l’intervento di Massimiliano Mochetti di Braglia Srl sui dispositivi di protezione individuale, dpi, utilizzati con lo scopo di proteggere la via cutanea, respiratoria e digerente dell’operatore ed evitare quindi gli effetti dannosi provocati nel corso dell’impiego dei fitofarmaci.