Gestione del rischio e bio

Di   2 Novembre 2021

Cresce nel bio il ricorso alle polizze contro i rischi climatici. Ma lo strumento assicurativo è ancora poco diffuso in agricoltura biologica, seppure in forte espansione

Il “Rapporto ISMEA sulla gestione del rischio nell’agricoltura biologica” – realizzato per conto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale 2014-2020 – propone per la prima volta un ampio corredo statistico sul tema, fornendo un’analisi di supporto alla governance e di orientamento per gli stakeholder, anche in vista della PAC post-2020.

I principali indicatori relativi al grado di partecipazione delle aziende biologiche al sistema assicurativo agricolo agevolato (polizze assistite da un contributo pubblico, UE e nazionale, fino al 70% del premio) appaiono grosso modo in linea con il ruolo del bio nel contesto agricolo generale.

Al riguardo, dai dati SIAN-SGR relativi al triennio 2016-2018, emerge che quasi il 6% delle imprese agricole assicurate in Italia fa riferimento al sottoinsieme delle aziende biologiche. Si tratta di realtà produttive  con una dimensione media di quasi 19 ettari e con un valore della produzione assicurata di oltre 107 mila euro.

Nel 2018, la platea bio degli assicurati ha sfiorato le 3.700 unità, con una crescita dell’89% rispetto al 2016. Rispetto all’insieme delle aziende biologiche italiane (quasi 59 mila nel 2018), quelle che si assicurano con polizze agevolate rappresentano il 6,3%. 

Significativi anche i tassi di crescita delle variabili economiche. Le aziende agricole biologiche hanno assicurato, nel 2018, un valore complessivo delle loro produzioni (il riferimento è alle sole colture vegetali) di oltre 395,6 milioni di euro, contro i 196,7 milioni del 2016 (+101%). I premi versati alle compagnie sono ammontati, nello stesso anno, attorno ai 31,2 milioni di euro, registrando una crescita del 141% rispetto ai 13 milioni circa di due anni prima.

Le tariffe medie (costi assicurativi) applicate dalle compagnie alle aziende agricole biologiche non hanno mostrato variazioni nel 2017, mantenendosi al 6,6% già riscontrato nel 2016, mentre sono aumentate di oltre un punto percentuale nel 2018, spingendosi al 7,9%.

A livello di territori, il Nord registra la più alta incidenza per valori assicurati, con il 69,4%, contro il 17,5% delle regioni centrali e il 13,1% del Mezzogiorno. In posizione di testa è il Veneto, seguito da Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige e Lombardia. La Toscana è la prima regione del Centro Italia, al quinto posto della graduatoria nazionale, mentre la Puglia è la più assicurata tra le regioni del Sud, ma in settima posizione.

Uva da vino, mele e riso concentrano, nel biologico, i più alti valori assicurati, ma numeri di rilievo si registrano anche per pomodori da industria, pere, soia, frumento tenero e mais.
Le polizze bio appaiono ad oggi poco rappresentate in termini di ettari, dato che solo il 3,5% della superficie biologica nazionale è oggetto di coperture agevolate. Il fenomeno è ancora più evidente al Sud, con la Sicilia che assicura solo lo 0,4% della sua superficie biologica e la Puglia appena l’1,4%, contro quote del 24,7% della Lombardia e del 15,6% del Veneto.