Gli antifurti sicuri ed economici per trattori e attrezzature agricole

Di   26 Giugno 2019

Nei giorni scorsi Dario Bartesaghi, amministratore della Mechanical Line Solutions Srl (MLS) di Milano ha scrtto a UNCAI per porre l’attenzione sul problema dei furti dei mezzi e delle attrezzature agricole. Pubblichiamo volentieri la sua lettera

Da tempo si parla del problema furti di mezzi e attrezzature agricole ma poco si fa per risolverlo. I dati raccolti dal Ministero degli Interni parlano di oltre 9.000 denunce nel settore agricolo nell’ultimo anno. Significativamente meno sono quelle nel settore industriale, che si fermano a meno di 3.000.
È molto semplice capire la ragione. Il settore industriale da molti anni ha imparato a tutelarsi contro i furti, applicando diversi sistemi su ogni tipologia e marca di macchina. Consideriamo inoltre che moltissimi mezzi dispongono di chiavi di avviamento universali (duplicabili con pochi euro), che rendendo ancor più facile la sottrazione di un mezzo da parte dei malviventi.
Un furto corrisponde sempre a un danno economico (anche se si è assicurati) e soprattutto produttivo.
Tra i tanti casi, lo scorso anno mi è stato riferito, di un Contoterzista in Puglia (Foggia) che ha subito il furto di una barra di una mietitrebbia, ha bloccato i lavori e ha accettato di pagamento di riscatto per riaverla al più presto. La barra è stata restituita, completamente danneggiata e inutilizzabile.
Sarebbe opportuno suggerire a agricoltori e contoterzisti che le soluzioni esistono da molto tempo e i costi sono molto contenuti.

Dario Bartesaghi

RISPOSTA

Lo scroso 12 giugno è stato presentato “Agromafie – 6° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia” dove si conferma come “Oggi tutto il territorio agricolo nazionale stia vivendo un’escalation di criminalità per cui a cadere vittime dei furti sono tutti gli agricoltori dal Nord al Sud del paese”.

Ma chi sono i ladri? I furti sono sempre più su ordinazione e i ladri al soldo di vere e proprie holding della criminalità organizzata, che solo su questa area di business ha un fatturato medio stimato in 300 milioni di euro, e con ramificazioni in tutta Italia. I colpi messi a segno da ladri occasionali stanno così cedendo il passo a veri e propri “raid su cui ha steso la mano la criminalità organizzata: se è vero che spesso a compiere il furto sono bande provenienti da paesi dell’Est europeo, è altrettanto vero che il più delle volte alle spalle vi sono come mandanti organizzazioni criminali di stampo mafioso”.

Il caso della barra della mietitrebbia rubata in provincia di Foggia e poi “restituita” non è un caso isolato. Infatti molti furti in realtà sono funzionali ad attività di estorsione, con il meccanismo del “cavallo di ritorno”, che spesso si concretizza nella richiesta “se rivuoi il tuo trattore devi pagare un riscatto”. Sui furti a scopo di riscatto, che il Rapporto definisce “agri-sequestri”, quasi sempre condotti da “malavitosi locali” si legge: “Le vittime di questi ricatti, il più delle volte, preferiscono assecondare le richieste dei sequestratori per poter rientrare in possesso di quanto è stato sottratto e si astengono dal denunciare per paura di ritorsioni”. Pertanto mancano stime sul valore estorto ai soggetti che subiscono tale ancor più odiosa attività a carattere estorsivo.

Spettacolari i furti dei trattori, che spesso vengono prelevati direttamente con degli automezzi di grandi dimensioni e fatti sparire nottetempo. Per arginare il fenomeno nel 2018, in provincia di Salerno, si è ipotizzato di dotare gli incroci delle strade interpoderali della Piana del Sele con la Statale Tirrena Inferiore di una serie di telecamere collegate con la questura. In modo da monitorare il traffico dei grandi Tir in grado di far sparire questi mezzi agricoli.

Tra le strategie di contrasto, il Rapporto giudica poco efficaci quelle basate sul fai da te come le ronde notturne in tempi di raccolta, ai “gruppi WhatsApp dove gli iscritti possono segnalare la presenza di auto o persone sospette in modo da attivare un sistema di allerta”.

Sono altri i sistemi per contrastare il fenomeno. Ad esempio l’antifurto meccanico/idraulico che assicura il blocco totale delle funzioni idrauliche del mezzo ed è quasi impossibile da manomettere perché richiederebbe ore di lavoro e attrezzature speciali. Se inserito il ladro può mettere in moto il mezzo, ma non usare lo sterzo e le altre componenti idrauliche.

Poi ci sono i localizzatori e gli allarmi satellitari, alcuni dei quali grandi come un pacchetto di sigarette, che possono essere verniciati e nascosti nei punti più impensati, da un bocchettone dell’aria fino all’imbottitura del sedile. Utilissimi per fornire indizi ai Carabinieri. L’antifurto ha una batteria che dura diversi mesi ed è in grado di agganciarsi a qualunque rete wifi per inviare la sua posizione nel caso in cui il segnale Gps venga disturbato.

Infine ci sono i microchip “invisibili” (dimensione circa 1 mm) prodotti da MLS: posizionati in diversi punti del mezzo, contenengono un codice alfanumerico riconducibile al solo proprietario. In questo modo l’azienda di antifurti è in grado di provare la proprietà del trattore e facilitarne il recupero anche se, nel frattempo, è stato portato fuori dall’Unione europea.

Di certo, si tratta di strategie che non posso fare a meno di un “rafforzamento del controllo sul territorio da parte delle forze dell’ordine, in tutti i passaggi della filiera e dalla creazione di una rete di collaborazione fra produttori agricoli e fra questi e le forze dell’ordine”, si legge sempre nel rapporto “Agromafie”.