Gli insetti nell’alimentazione animale

Di   21 Agosto 2019

Le farine di insetti come ingredienti proteici sostenibili in alimentazione

Hermetia illucens

Un team di ricercatori olandesi, tedeschi e svizzeri si sta interessando alla trasformazione industriale di colonie di Hermetia illucens, un insetto comunemente conosciuto come Black Soldier, in prodotti intermedi per la mangimistica animale e l’alimentazione umana. Il Dr. Schmitt della ditta olandese Protix, produttrice di farine di insetti informa che: “gli insetti sono gli animali più efficienti in termini di trasformazione e accrescimento, essendo a sangue freddo. In particolare, Hermetia illucens può utilizzare una vasta gamma di alimenti, fra i quali i rifiuti di cucina, i residui di molitura dei cereali, della produzione di alcol e della birra e smette addirittura di alimentarsi prima di diventare adulto”.

In Italia il gruppo di ricerca che fa capo al prof. Schiavone dell’università di Torino ha pubblicato nel 2018 due lavori sulla utilizzazione alimentare della farina delle larve di Hermetia nella dieta per polli da carne.

Il primo di questi lavori (Dabbou et al., 2018) riguarda l’impiego della farina parzialmente sgrassata come ingrediente proteico al posto della farina di soia, a livelli crescenti: 0,5%, 10% e 15%. I risultati hanno dimostrato che il livello più alto di inclusione ha avuto degli effetti positivi sulle performance di crescita, specie nei periodi “starter” e “grower”. Non sono stati riscontrati effetti di alcun genere sui parametri ematici, con l’eccezione dell’aumento della concentrazione di fosforo. Ma l’altezza dei villi e la profondità delle cripte intestinali hanno risposto negativamente al livello più alto della farina d’insetti.

Il secondo lavoro (Schiavone et al., 2018) riguarda invece l’impiego del grasso di larve di Hermetia come ingrediente energetico, sempre nella dieta di polli da carne, al posto dell’olio di soia. I tassi di sostituzione sono stati del 50% e del 100% dell’olio di soia. In questo caso non sono state registrate differenze significative nei parametri di accrescimento e conversione alimentare, ma sono state riscontrate alcune trascurabili alterazioni istopatologiche alla milza, timo, borsa di Fabrizio e fegato.
La conclusione dei ricercatori torinesi è stata così sintetizzata: “l’impiegodi larve di Hermetia non ha effetti negativi sui parametri di accrescimento, ma non favorisce la salute intestinale”.

Il contributo dell’allevamento di insetti alla emissione dei gas serra rispetto a quello di altre attività finalizzate alle produzioni zootecniche sembra più sostenibile. Comunque, si sta lavorando a livello di Commissione Europea per introdurre anche in Europa la normativa per la certificazione “biologica” per la produzione di insetti, normativa già presente in Canada e Svizzera.

Anche a Firenze è attivo, ormai dal 2013, un gruppo di ricerca coordinato dalla Prof.ssa Giuliana Parisi che sta portando avanti numerosi studi. Nel complesso, la sostituzione delle fonti proteiche convenzionali con farine di insetti (Hermetia illucens e Tenebrio molitor) è stata testata su specie diverse, pesci di acqua dolce e di acqua salata, polli da carne, galline ovaiole, pernici, cercando di sviscerare l’effetto che tale sostituzione potesse avere su diversi parametri qualitativi delle carni o dei prodotti (es. uova) derivati. Sono stati presi in considerazione parametri come il colore, la consistenza, la capacità di ritenzione idrica dei prodotti, ma anche aspetti legati alla composizione chimica (acidi grassi, antiossidanti, composti volatili) e alle caratteristiche sensoriali dei prodotti evidenziando nella maggior parte dei casi come una sostituzione parziale, ma specie-specifica, possa essere concretamente considerata da parte degli allevatori come una vera opportunità per rendere più sostenibile le filiere prese in esame.