Green deal europeo, come cambia l’agricoltura

Di   24 Gennaio 2020

Diventare smart perché mercato e cittadini chiedono più salute (indicazioni geo, superfood, integratori), ambiente (bio, km 0, equo solidale), risparmio (soldi e tempo) e comodità (e-commerce, porta a porta). Intervista ad Angelo Frascarelli

Angelo Frascarelli

Lo scorso 1 dicembre 2019 è entrata in carica la nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. La grande novità è stata subito l’annuncio di voler far diventare l’Europa “il primo continente a impatto zero sul clima”: il Green Deal europeo, il percorso verde europeo.

Diventare il primo continente a impatto climatico zero è una sfida e una opportunità. Per legge si fisserà l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Ciò significa emettere meno biossido di carbonio ed eliminare dall’atmosfera quello emesso. Lo sviluppo di fonti di energia più pulite e di tecnologie verdi ci consentirebbe di produrre, viaggiare, consumare e vivere rispettando di più l’ambiente. Occorre sviluppare un’economia realmente circolare e proteggere la biodiversità.

Ne abbiamo parlato con Angelo Frascarelli, docente di politica agraria all’Università di Perugia e direttore del Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale: “Un piano investimenti di 1000 miliardi, in 5 anni. Molti dei quali saranno dati all’agricoltura. Ma attenzione, non si tratterà di soldi in più, ma soldi della Pac usati per un percorso verde”.

L’Unione europea descrive un scenario che vede il 93% degli europei preoccupato per i cambiamenti climatici e “questo si traduce in azioni compiute per contrastare il cambiamento climatico”, prosegue Frascarelli che aggiunge che “il 79% degli europei ritiene che gli interventi contro i cambiamenti climatici creeranno innovazione”.

Abbiamo infatti ben presente come la borraccia sia rapidamente entrata nell’immaginario di tutti (e nella vita di molti) mentre con altrettanta rapidità la bottiglietta di plastica sia ufficialmente tra i super nemici della società.

Tra il 1990 e il 2018, le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 23 %, mentre l’economia è cresciuta del 61 %. – Fonte: Commissione europea

La Commissione europea ha già definito alcune linee guida con al primo posto la produzione di energia pulita; quindi la promozione dell’utilizzo di materiali riciclati (industria sostenibile); costruire e ristrutturare in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale; la mobilità sostenibile, sia pubblica che privata; una maggiore tutela per biodiversità, foreste, oceani; una strategia “dal produttore al consumatore”; l’eliminazione dell’inquinamento.

Obiettivi enormi che forse richiederanno un ripensamento del divieto delle centrali nucleari?

Non è dato sapere, si tratta tuttavia di un’opportunità per chi fa della produzione agricola e del cibo il suo lavoro. La strategia dal produttore al consumatore prevede “prodotti alimentari europei sani, nutrienti e di alta qualità e una transizione giusta ed equa per chi lavora nel settore agricolo e marittimo in Europa”, spiega Frascarelli. Ma anche una riduzione (se non a una rinuncia) della dipendenza da prodotti chimici, concimi e antibiotici con lo sviluppo di metodi innovativi per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie”

Si motiva così la “proposta della Commissione per la Pac 2021-2027 che almeno il 40% del bilancio complessivo contribuisca all’azione per il clima”.

La strategia dal produttore al consumatore serve anche, all’inverso, per stimolare un consumo alimentare sostenibile e promuovere alimenti sani a prezzi accessibili: “Per una alimentazione sana e sostenibile, per ridurre gli sprechi alimentari oppure per disporre di maggiori informazioni sulla provenienza, sul valore nutritivo e sull’impronta ambientale degli alimenti occorrerà il supporto degli strumenti digitali e incentivi all’uso di pratiche sostenibili come l’agricoltura di precisione, l’agricoltura biologica, l’agroecologia, l’agrosilvicoltura, norme più rigorose in materia di benessere degli animali. I Piani Strategici saranno valutati sulla base di solidi criteri climatici e ambientali. E il ricorso ai SERVIZI AGROMECCANICI specialistici sarà sempre più necessario”.

Anni 1950-1960
AGRICOLTURA TRADIZIONALE

Anni 1970-2000
AGRICOLTURA INDUSTRIALE

Anni 2000-2015
AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE (2000), SOSTENIBILE (2005), intensificazione sostenibile (2015)

Anni 2020-….
AGRICOLTURA SMARTPerché mercato e cittadini chiedo oltre a un servizio anche dei VALORI: salute (indicazioni geo, superfood, integratori), ambiente (bio, km 0, equo solidale), risparmio (soldi e tempo), comodità (e-commerce, porta a porta)

Si dice che tutto questo ambientalismo si traduca in costi per gli agricoltori.

“Un po’ è vero – conclude Frascarelli -, la lotta biologica costa di più e la resa è più bassa. La proiezione verso il bio è però lungimirante e serve a innalzare il livello e il valore dei nostri prodotti. L’Europa vuole alzare l’asticella e costringere gli altri paesi a fare altrettanto se vogliono esportare da noi i loro prodotti. Se innalziamo il livello del nostro mais, non permettiamo di entrare ai prodotti di bassa qualità degli altri paesi del mondo”.

Ma occorre essere in grado di farlo. Per questo serve però una strategia: “la strategia si compone di distintività, concentrazione dell’offerta, relazioni di filiera e innovazione tecnica. La nostra agricoltura sta morendo di prezzi bassi, dobbiamo fare come l’iPhone, costa più degli altri cellulari, ma perché si vende? Perché il livello è più alto”.