I Durum Days 2020 online

Di   27 Maggio 2020

Webinar sulla situazione della filiera del grano duro e della pasta nell’emergenza covid-19. La filiera ha retto, le scorte mondiali sono però ai minimi, i prezzi sono saliti del 25% e c’è incertezza sulla campagna 2020

La filiera del grano duro e della pasta è riuscita durante l’emergenza covid19 a rispondere all’improvviso picco di domanda garantendo costantemente le forniture sul canale distribuzione, pur trovandosi a fronteggiare difficoltà logistiche e un aumento complessivo dei costi di produzione. Sforzo che non mette però al riparo da tensioni, visto che le scorte di grano duro a livello mondiale continuano a calare, il prezzo è da mesi in rialzo e sulla qualità della prossima campagna produttiva incombono non poche preoccupazioni.

E’ questo il quadro che emerge dal Durum days 2020, l’evento che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera per fare il punto sulle previsioni della prossima campagna produttiva e che ha visto in questa quinta edizione confrontarsi via web Franco Verrascina, presidente Copagri; Cosimo De Sortis, presidente Italmopa; Riccardo Felicetti, presidente Gruppo pasta unione italiana food; Nicola Gatta, presidente Federazione nazionale di prodotto cereali alimentari Confagricoltura; Gianmichele Passarini, membro giunta nazionale Cia-agricoltori italiani; Patrizia Marcellini, coordinatore Grandi colture e servizi Alleanza cooperative agroalimentari; Nicola Pecchioni, direttore cerealicoltura e colture industriali – Crea; Franco Brazzabeni, presidente sezione cereali Assosementi; Fabio Manara, presidente Compag; Mauro Bruni, presidente Istituto di ricerca Areté.

Il webinar si intitolava “La risposta della filiera del grano duro italiano all’emergenza covid-19“.

la filiera del grano duro – è emerso da uno studio elaborato dall’istituto di ricerca Aretè e presentato per l’occasione – è alle prese con uno scenario non facile e assai imprevedibile, contraddistinto da fattori mutevoli e contrastanti.

Sul fronte della domanda, accanto all’azzeramento del canale della ristorazione, la grande distribuzione tra marzo ed aprile ha visto crescere i consumi di pasta del 24%. I picchi di aumento dei consumi (fino a oltre il +40%) registrati a marzo si sono però altrettanto repentinamente contratti fino ad attestarsi, già a partire da fine aprile, a cali fino al 10% rispetto alla stessa settimana dell’anno precedente.

Quando la domanda è schizzata in alto, la filiera industriale si è subito messa in moto a ritmi sostenuti. La produzione di semola nei due mesi di lockdown ha avuto una crescita a due cifre (+15%), mentre molti pastifici, in alcune settimane, hanno raggiunto ritmi di produzione superiori al 100% della loro capacità, ottenuti attraverso una rimodulazione dei turni e una riduzione dei formati lavorati.

MASCHERINE E IGIENIZZANTI

L’introduzione delle procedure per garantire la sicurezza dei lavoratori e delle produzioni, nel rispetto delle indicazioni del governo, ha comportato strozzature e rallentamenti logistici lungo tutta la filiera, con un conseguente aumento generale dei costi di produzione.

Gli sforzi produttivi di questi mesi hanno contribuito a soddisfare la domanda dei consumatori in un momento di emergenza, ma a monte della filiera pasta rimane un mercato del grano duro con scorte ai minimi degli ultimi dieci anni e che, secondo le stime di Arete’, saranno ancora in calo del 27% anche nel corso della prossima campagna. Il tutto in presenza di prezzi del grano duro che, all’inizio del lockdown, erano superiori del 25% rispetto all’anno precedente. Pertanto, anche per la prossima campagna il mercato rimane scarsamente approvvigionato, nonostante il leggero aumento delle superfici seminate in italia rispetto alla campagna precedente (+6%) che, a parità di rese, daranno un analogo incremento produttivo.

Ma c’è preoccupazione per la qualità del prossimo raccolto, per via della prolungata siccità. Ciò in uno scenario che vede crescere nel nostro paese la richiesta di frumento di qualità e di origine italiana, in linea con l’attenzione crescente da parte dei consumatori verso la provenienza della materia prima e verso prodotti di qualità, di formati speciali e con più alto contenuto proteico.

AGRINSIEME, FILIERA HA TENUTO MA SUBITO PAGAMENTI CONTRATTI FILIERA E ISTITUZIONE CUN

Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari (tra gli organizzatori dell’edizione 2020 dei Durum Days) ha sottolieato come durante il confronto sia emerso che, nonostante l’impennata dei consumi di pasta, il prezzo del grano abbia subito rialzi molto contenuti. Questo grazie all’aggregazione e ai contratti di filiera (il protocollo d’intesa della filiera grano-pasta si appresta a compiere tre anni). I contratti di filiera da soli però non bastano a garantire un vero rilancio della coltura e un significativo ritorno in termini di redditività. “Per questo, chiediamo al governo di incentivare ancora di più gli sforzi in materia di ricerca e innovazione e di promozione di strumenti per la valorizzazione del prodotto“, ha affermato Agrinsieme, che conclude: “E’ pure opportuno accelerare i pagamenti dei contratti di filiera e perfezionare l’istituzione a livello sperimentale della Commissione unica nazionale del grano duro, garantendo così al settore, sulla scia di quanto già avviene in altri comparti, uno strumento che possa contribuire a dare una indicazione delle tendenze di mercato, alla base della formazione dei prezzi”.

DE SORTIS (ITALMOPA), INDUSTRIA MOLITORIA DETERMINANTE PER ASSICURARE FORNITURA SEMOLE

“L’operato dell’industria molitoria è stato determinante per garantire l’approvvigionamento in semole di frumento duro all’industria pastaria e, di conseguenza, la presenza del prodotto pasta sugli scaffali nel corso dell’emergenza coronavirus”, ha detto Cosimo De Sortis, presidente Italmopa – Associazione industriali mugnai d’Italia (Federalimentare-Confindustria). “Durante i picco dell’emergenza covid-19, l’incremento del 24% dei volumi commercializzati attraverso il canale retail non è stato sufficiente a riequilibrare il crollo del canale horeca, determinando un saldo negativo dei consumi totale di pasta – pari a circa 50.000 tonnellate – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, informa il comunicato Italmopa. “Nonostante le iniziali difficoltà di natura organizzativa, riconducibili alla necessità di messa in sicurezza degli impianti e alla riorganizzazione del personale, i molini hanno continuato ad operare senza sosta e con grande spirito di servizio anche nella fase più acuta dell’emergenza. E’ tuttavia opportuno evidenziare che si sono manifestate alcune criticità per quanto riguarda l’approvvigionamento di frumento duro nazionale, con episodi di pronunciata ritenzione da parte dei detentori della materia prima, fortunatamente superati grazie alla fluidità dei flussi di importazione e alle giacenze di frumento duro presenti nei silos delle industrie molitorie”, ha aggiunto De Sortis: “le importazioni sono complementari e non alternative alla produzione nazionale di frumento duro”.