Il metano ti dà una mano

Di   22 Febbraio 2021

C’è chi, oggi, punta l’indice contro il metano se prodotto dall’apparato digerente degli animali erbivori a partire dalla componente alimentare fibrosa. Qui di seguito le conclusioni dell’articolo di Mauro Antongiovanni su Georgofili.info: indicazioni utili per anticipare sul campo le pressioni sempre più forti degli ambientalisti affinché la zootecnia cambi

“Onestamente – scrive Antongiovanni -, il contributo alla diminuzione della concentrazione di gas serra in atmosfera che può venire dalla regolamentazione delle attività agricole appare modesto rispetto a quanto si possa ottenere ponendo un freno all’uso di combustibili fossili nelle centrali elettriche, nella climatizzazione degli ambienti e nei trasporti terrestri ed aerei”.

Sta di fatto che”secondo i bollettini della FAO (2006 e 2019,) il contributo delle attività zootecniche alla produzione totale di gas serra (N2O, CO2, CH4 e H2O) è di circa il 18% in termini si CO2 equivalenti, il resto si deve alle centrali di produzione di energia, ai trasporti, all’industria ed alla climatizzazione ambientale. All’interno di questo 18%, il CH4 contribuisce solo per l’8%, anche se è 20 volte più potente della CO2, come effetto serra. Nell’ambito, invece, delle attività agricole, il CH4 prodotto si deve per il 77% alla zootecnia, per l’11% alla risicoltura e per il resto alle altre produzioni agricole”.

Da qui l’osservazione, di buon senso, per cui ogni settore delle attività umane si deve assumere le proprie responsabilità ed agire di conseguenza per ridimensionare l’enorme problema del riscaldamento globale.

Le indicazioni di Mauro Antongiovanni

Nei prossimi anni verranno sicuramente imposte forti restrizioni sulla produzione zootecnica di metano, come combinazione delle richieste degli ambientalisti e delle regolazioni dei governi, specie in Europa. È opportuno che i nutrizionisti si preparino a questa prospettiva futura con delle proposte affidabili.
Premesso tutto ciò, ecco tre indicazioni di base, ampiamente condivise dagli esperti.

  1. Scelta degli ingredienti della razione: ridurre al minimo il rapporto foraggi/concentrati. Tutte le guide di alimentazione, da quella dell’INRA francese a quella della Cornell University americana, danno indicazioni in questo senso. La produzione di metano viene ridotta, anche come conseguenza dell’aumento della velocità di transito dal rumine;
  2. Attenzione alla qualità dei foraggi: che non devono essere troppo maturi, ovvero troppo fibrosi. Ciò vale anche per la qualità degli insilati, che dipende anche dalla correttezza delle tecniche di insilamento;
  3. Impiego di additivi nella razione: estratti di aglio, oli essenziali, polifenoli, farine di alghe marine, si sono dimostrati utili additivi, sia nel deprimere la metanogenesi, sia nel migliorare quanti-qualitativamente le produzioni di latte.

Comunque, ben vengano le proposte migliorative in tutti i settori.

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