Un MITE ministero della transizione ecologica, o no?

Di   2 Marzo 2021

Il Consigio dei ministri ha approvato il riordino di attribuzioni dei ministeri. La transizione ecologica non è più una scatola vuota

Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica (MITE)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, del ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Roberto Cingolani, del ministro per il coordinamento di iniziative nel settore del turismo Massimo Garavaglia, del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini, del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri.

Il testo istituisce il MInistero della Transizione Ecologica (MITE) che assume le competenze del ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché quelle in materia di politica energetica dal ministero dello sviluppo economico, tra le quali:

  • la definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale;
  • l’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale anche ubicati in mare;
  • l’attuazione dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici e la promozione della concorrenza nei mercati dell’energia e tutela dell’economicità e della sicurezza del sistema;
  • l’individuazione e lo sviluppo delle reti nazionali di trasporto dell’energia elettrica e del gas naturale e la definizione degli indirizzi per la loro gestione;
  • le politiche di ricerca, incentivazione e gli interventi nei settori dell’energia e delle miniere;
  • la ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche;
  • la vigilanza su enti strumentali e il collegamento con le società e gli istituti operanti nei settori dell’energia;
  • la gestione delle scorte energetiche nonché la predisposizione e attuazione dei piani di emergenza energetica;
  • l’impiego pacifico dell’energia nucleare, la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito;
  • le agro-energie;
  • la rilevazione, l’elaborazione, l’analisi e la diffusione di dati statistici in materia energetica e mineraria, finalizzati alla programmazione energetica e mineraria;
  • l’elaborazione di piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • la qualità dell’aria;
  • le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra;
  • la pianificazione in materia di emissioni nel settore dei trasporti;
  • la gestione, il riuso e il riciclo dei rifiuti e l’economia circolare.

Si istituisce, inoltre, il comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione.

Il comitato approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell’aria ed economia circolare.

Il piano, sul quale è acquisito il parere della Conferenza unificata, individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.

PRIME PRESE DI POSIZIONE

Dalle pagine di Repubblica, il neo ministro della Transizione ecologica Cingolani attacca la carne e gli allevamenti italiani, senza pensare che è proprio l’agricoltura nel suo insieme ad essere il primo guardiano del territorio. . “Sappiamo che chi mangia troppa carne subisce degli impatti sulla salute, allora si dovrebbe diminuire la quantità di proteine animali sostituendole con quelle vegetali. D’altro canto, la proteina animale richiede sei volte l’acqua della proteina vegetale, a parità di quantità, e allevamenti intensivi producono il 20% della CO2 emessa a livello globale”, ha dichiarato.

Il trend di guardare agli allevamenti di carne (l’impatto dell’agricoltura allevamenti compresi a livello mondiale è del 15 per cento mentre in Europa è intorno al 7,8 per cento) e all’agricoltura come settori non sostenibili, va avanti da tempo anche su alcuni media. Tanto più che produrre un kg di carne bovina in Italia, secondo i dati FAO, comporta appena un quinto delle emissioni di Co2 rispetto allo stesso kg di carne prodotto in Asia o Usa. Anche la quantità di acqua necessaria per produrre lo stesso kg di carne in Italia è pari a 1/20 di quella usata in altri Paesi.

Sempre stando ai dati ufficiali la zootecnia in Italia incide inoltre per appena il 5,6% delle emissioni (report Ispra), contro livelli globali ben più alti, emissioni globali che nei decenni sono aumentate a fronte di un drastico dimezzamento della popolazione bovina italiana. Senza contare che in Italia il consumo reale pro capite di carne è inferiore ai 100 grammi al giorno raccomandati dall’OMS, anche grazie al perfetto equilibrio della nostra dieta.

CINGOLANI NEL 2019

Tra coloro che hanno affrontato il tema, risulta essere proprio il neo ministro Roberto Cingolani, che in un suo articolo datato 3 giugno 2019 su ScienzainRete, scriveva che “l’attuale produzione di cibo è nociva per la salute ed ecologicamente insostenibile”. Cingolani si riferiva ai cosiddetti cibi loose-loose, che hanno un effetto negativo sia sulla salute sia sull’ambiente. “Si tratta prevalentemente di cibi ad alto contenuto di zuccheri, grassi saturi, carne rossa e cibi processati o ultra-processati. Le conseguenze per l’ambiente sono molteplici: perdita della biodiversità a causa dell’aumentato uso del territorio, impoverimento delle fonti d’acqua e aumento dei gas serra”.

“L’agricoltura occupa oggi il 40% della terra emersa e causa un quota variabile (a seconda delle stime) tra l’11% e il 30% dei gas serra. La commissione che sta alla base del rapporto sull’Antropocene è un gruppo indipendente di scienziati che ha utilizzato i dati più recenti per una valutazione globale del problema”, scriveva sempre Cingolani. “Il rapporto si è incentrato sull’alimentazione di soggetti sani di età superiore a due anni e per un assunzione calorica quotidiana di 2500 calorie. Benché questo valore calorico sia superiore a quello raccomandato, tiene conto del fatto che l’Indice di Massa Corporea (BMI) medio non è 22, come dovrebbe essere, ma è attualmente superiore (tra l’altro, il BMI non ha valore universale ed è una misura con limiti intrinseci, anche se semplice da usare)”.

A Cingolani spetterà gestire i delicati temi delle compensazioni Iva, del gasolio agevolato, delle agroenergie (tolte al Mipaaf) e così via.

Qui di seguito l’articolo scritto da Cingolani:

https://www.scienzainrete.it/articolo/dieta-lantropocene/paolo-vineis-roberto-cingolani-luca-carra/2019-06-03

IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA’ SISTENIBILI

Si stabilisce la ridenominazione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti in ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

MINISTERO DEL TURISMO

Si istituisce, inoltre, il ministero del turismo, che avrà il compito di curare la programmazione, il coordinamento e la promozione delle politiche turistiche nazionali, i rapporti con le regioni e i progetti di sviluppo del settore turistico, le relazioni con l’unione europea e internazionali in materia di turismo, fatte salve le competenze del ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e i rapporti con le associazioni di categoria e le imprese turistiche e con le associazioni dei consumatori.

Allo stesso ministero saranno trasferite le funzioni in materia di turismo esercitate dal ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che assumerà quindi la nuova denominazione di ministero della cultura.

MINISTERO PER LA TRANSIZIONE DIGITALE

Il ministro senza portafoglio per la transizione digitale, su delega del presidente del consiglio dei ministri, avrà il compito di promuovere, indirizzare e coordinare le materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del paese, in ambito pubblico e privato, dell’accesso ai servizi in rete, della connettività, delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e della strategia nazionale dei dati pubblici.

E’ infine istituito il Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd), con il compito di assicurare il coordinamento e il monitoraggio dell’attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle diverse pubbliche amministrazioni ordinariamente competenti.