Il modello LEB per il Veneto e non solo

Di   17 Marzo 2021

Con l’apertura delle paratoie dell’omonimo canale veneto lungo 48 km si è dato simbolicamente il via alla stagione irrigua veneta. E con la piattaforma INNOHUB l’ANBI intende monitorare 200.000 km di corsi d’acqua

L’assessore all’agricoltura del Veneto, Federico Caner

“Gli italiani sono leader mondiali nella ricerca sulle più efficienti tecniche irrigue ed è ora di abbandonare gli stereotipi, che ci indicano secondi a Paesi, come Israele, le cui innovative tecnologie sono però funzionali a condizioni ambientali radicalmente diverse”: a rivendicare questo orgoglio nazionale è Francesco Vincenzi, presidente di Anbi-Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, intervenuto alla giornata dell’irrigazione, organizzata da Anbi Veneto, che ha annunciato il progetto per fare del consorzio di 2° grado L.E.B. (Lessinio Euganeo Berico), un polo di eccellenza nella ricerca tecnico-scientifica in materia idrica.

L’apertura delle paratoie dell’omonimo canale LEB (48 chilometri a servizio di quasi 350 mila ettari ricadenti nei comprensori dei Consorzi di bonifica Adige Euganeo, Alta Pianura Veneta e Bacchiglione, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia) ha dato simbolicamente il via alla stagione irrigua nella regione.

“Un’opera tanto più preziosa se si considera che, grazie agli interventi di riconversione che hanno visto lo stanziamento di 8,5 milioni di euro, abbiamo potuto estendere l’irrigazione in vasti territori interessati dalla contaminazione delle falde con i PFAS che hanno reso non più utilizzabile l’acqua dei pozzi irrigui aziendali”, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto, Federico Caner, intervenuto all’evento.

“Sono stati inoltre realizzati due importanti impianti di completamento LEB nel bacino del Ronego, nel territorio del consorzio Alta Pianura Veneta, e nel bacino Termale del territorio del Consorzio Bacchiglione – ha rilevato l’assessore regionale –. Il LEB ha così raggiunto pienamente gli obiettivi di valorizzazione della risorsa idrica nell’irrigazione di territori caratterizzati dalla presenza di colture di pregio, anche orticole, unitamente alle colture seminative legate alla presenza di un vivace settore zootecnico”.

“L’obiettivo ora è di lavorare affinché il modello LEB possa essere esteso all’intera attività di irrigazione – ha sottolineato Caner –, costretta dai cambiamenti che avvengono inesorabilmente nel territorio a offrire soluzioni a problematiche del tutto nuove, pur senza mai perdere di vista il soddisfacimento dei fabbisogni irrigui delle colture”.

“L’obbiettivo di un paese non desertico come il nostro e dove continuano annualmente a cadere circa 1000 millimetri di pioggia non deve essere il mero risparmio dell’acqua, ma l’efficienza del suo utilizzo a servizio soprattutto dell’uomo, dell’agricoltura e dell’ambiente“, prosegue il presidente di Anbi, che spiega: “ciò significa aumentare la resilienza dei territori alla crisi climatica, in particolare nel nord Italia, efficientando e potenziando una rete idraulica ormai inadeguata di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici. Per questo, Anbi ha presentato un piano fatto di 858 interventi definitivi ed esecutivi per un investimento di circa 4 miliardi e 339 milioni, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro; l’avanzato iter procedurale garantisce il rispetto dei cronoprogrammi comunitari e pertanto ne chiediamo l’inserimento nel piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha detto Vincenzi, che ha aggiunto: “al contempo serve una nuova politica europea sulle risorse idriche, giacché sono cambiate le condizioni climatiche dalla direttiva acque del 2000 e oggi l’aridità dei terreni tocca anche i Paesi nordici; serve perciò una visione, che contemperi le funzioni produttiva ed ambientale dell’irrigazione”.

“L’Italia è un Paese idricamente virtuoso ed ha le carte in regola per vincere la sfida della sostenibilità”.

NASCE INNOHUB, LA PIATTAFORMA ANBI CHE MONITORERA’ 200.000KM DI CORSI D’ACQUA

Si chiama InnoHub ed è la piattaforma tecnologica, con cui ANBI monitorerà la rete di oltre 200.000 chilometri di canali (pari a 5 volte la circonferenza della terra), gestiti dai consorzi di bonifica e irrigazione.
“La digitalizzazione del reticolo idraulico minore permetterà di razionalizzare l’uso dell’acqua a scopo irriguo, ma anche, attraverso una serie di ‘alert’, di tenere sotto controllo i flussi idrici fino ad individuare possibili criticità statiche e perfino eventuali prelievi abusivi d’acqua”, spiega l’Anbi.