Il rilancio del fotovoltaico

Di   2 Dicembre 2020

Si chiama agrivoltaico e punta a integrare produzioni energetiche e agricole come prati, ortofrutta e foraggi, senza sottrarre suolo all’agricoltura

Esiste un nuovo modello di fotovoltaico: l’agrivoltaico, che introduce la produzione fotovoltaica nelle aziende agricole integrandola con quella delle colture e con l’allevamento. Quindi senza sottrarre suolo all’agricoltura.

Ormai da parecchi anni la copertura fotovoltaica degli edifici rurali, partendo dalle strutture strumentali all’attività agricola come stalle e magazzini, è il primo punto su cui si lavora per favorire una più ampia diffusione degli impianti in ambito agricolo.
Per esempio, e non lo scopriamo certo ora, con i pannelli solari sulle stalle si possono migliorare le prestazioni degli allevamenti sia in termini energetici sia di benessere degli animali, con interventi che favoriscono la mitigazione degli impatti emissivi.

La novità più significativa è nel fatto che, mentre tra il 2010 e il 2012 lo sviluppo degli impianti a terra in area agricola è avvenuto a seguito della fortissima spinta degli incentivi del conto energia, oggi i nuovi progetti sono portati avanti senza incentivi attraverso contratti diretti di vendita dell’energia. Il paradosso è che le leggi vigenti vietano la realizzazione di nuovi impianti in area agricola che accedono agli incentivi (che oltretutto non ci sono), ma quelli senza incentivi possono essere realizzati.

È quindi ancora tutto da costruire un percorso per accelerare la diffusione del nuovo agrivoltaico, con soluzioni che rendano agricoltori e contoterzisti protagonisti, scongiurando la sostituzione di colture con impianti, ma integrandoli e rendendoli un fattore di supporto al reddito agricolo che deve rimanere prevalente.

Innanzitutto permetterebbe di frenare l’abbandono dei territori agricoli marginali (125mila ettari all’anno, dati Istat). La valorizzazione energetica in tali aree, per lo più collinari e montane, potrebbe sostenere lo sviluppo di comunità alle quali le aziende agricole cederebbero l’energia “raccolta” dal sole.

La ricerca di un equilibrio tra redditività dell’installazione fotovoltaica e produzione agricola deve collocarsi all’interno di un piano aziendale di coltivazione, che assicuri e vincoli l’azienda agricola a non disperdere la sua base produttiva.
Tra le attività agricole più vocate all’integrazione con i pannelli fotovoltaico ci sono le colture da foraggio, prato o pascolo in sistemi agrozootecnici (consentendo anche di aumentare la produzione di fieno ed erba, grazie al miglioramento dell’umidità del suolo connessa alle fasce d’ombra e alla riduzione del fabbisogno idrico delle vegetazioni), coltivazioni ortofrutticole che non necessitino i grande esposizione solare e che per altezza non siano in concorrenza con i pannelli (es mandorleti), i pannelli devono comunque consentire il transito dei trattori. La disposizione, con opportune geometrie, di installazioni fotovoltaiche, fisse o movimentabili, consente di effettuare le lavorazioni e sfalci procedendo per file, limitando l’intralcio ai mezzi meccanici e ottimizzando i periodi di piena insolazione per ridurne il fabbisogno idrico e gli stress termici, anche con il supporto di tecniche di precision farming. La possibilità di movimentazione dei pannelli può consentirne la differente collocazione in caso di colture interessate da rotazioni, aumentandone la flessibilità produttiva.
Anche la politica sembra crederci. Stefano Vaccari, neo-direttore del Crea, è stato invitato dal sottosegretario alle politiche agricole, Giuseppe L’Abbate a inventarsi qualcosa per rilanciare il fotovoltaico in agricoltura.

AGROVOLTAICO I PRINCIPI

  • Affitti lunghi
  • Stessi terreni per produzione agricola e produzione di energia
  • Economie di scala con aree di dimensioni congruenti
  • Meglio se c’è un’attività di prima trasformazione
  • Il fabbisogno di acqua soddsfatto dall’acqua piovana
  • Delega al contoterzista delle operazioni di manutenzione dell’impianto fotovoltaico (magazzini ricambi, taglio erba, lavaggio moduli, presenza sul posto e guardiania, ecc.)
  • Sostegno finanziario se occorre un cambiamento culturale verso produzioni non ostacolate dalla presenza di pannelli fotovoltaici.