La Carta del Mulino

Di   18 Settembre 2019

Barilla ha presentato il suo progetto sostenibile

MANTOVA – Tutto esaurito mercoledì scorso nella sala convegni di Confagricoltura Mantova per la presentazione de “La Carta del Mulino”, la filiera sostenibile che il Gruppo Barilla ha definito in collaborazione con WWF Italia, Università di Bologna, Università della Tuscia e Open Fields.

L’obiettivo dell’azienda, tramite il marchio Mulino Bianco, è quello di ottenere nei prossimi anni circa 360.000 tonnellate di grano tenero provenienti da coltivazioni sostenibili, operazione che a regime coinvolgerà più di 5.000 produttori, in linea con la missione “Buono per te, buono per il pianeta”: «Sostenibilità, contratti di filiera, riduzione consumi idrici ed emissioni di CO2 sono valori ben radicati in questo progetto — ha detto Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova — e sono felice che i nostri cerealicoltori ne abbiano colto le potenzialità, affollando la nostra sala convegni. Idee e prospettive di questo tipo troveranno sempre terreno fertile in Confagricoltura».

Per Barilla erano presenti il responsabile acquisti grano tenero di Mulino Bianco Giuseppe Mora e l’agronomo Orlando Visciano, mentre per WWF Italia è intervenuto il responsabile agricolo Franco Ferroni. Presente anche Marco Gorni Silvestrini, dell’Op Nazionale Italia Cereali, che sta curando la logistica del ritiro e dello stoccaggio del grano tramite cinque centri di raccolta in provincia di Mantova.

I tecnici hanno illustrato ai presenti il decalogo di regole da rispettare per aderire alla filiera. Dall’obbligo di adottare un determinato piano di rotazione colturale a quello di destinare una parte dell’area seminata (il 3% della S.a.u. di grano sostenibile) alla coltivazione di aree fiorite in grado di attrarre insetti benevoli, utili per la lotta ai parassiti, fino ad arrivare al divieto di utilizzo di semente conciata con neonicotinoidi e di glifosate dalla presemina (60 giorni prima della semina) al raccolto.

«A chi sceglierà di aderire — prosegue Cortesi — verrà garantita naturalmente una premialità aggiuntiva rispetto al normale prezzo del grano, in grado di coprire i costi di produzione e di lasciare un margine concreto in tasca ai produttori. La sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella economica».