La Pac non sta salvando la biodiversità

Di   10 Giugno 2020

Nonostante specifiche misure della Politica agricola comune, i terreni agricoli diventano anno dopo anno sempre più poveri. La Corte dei conti europea segnala gli errori del passato e suggerisce cosa fare. Per Uncai lo sbaglio principale è l’assenza di politiche che promuovano una crescita professionale del settore, attraverso il ricorso a servizi agromeccanici specializzati di contoterzisti iscritti a un albo di categoria, il modo più semplice e naturale per aumentare il livello di conoscenza per ettaro e avviare un programma di intensificazione sostenibile e di #RecoveryFarms

La Corte dei conti europea ha reso noto che la Politica agricola comune (Pac) non è stata efficace nell’invertire il declino della biodiversità che dura ormai da decenni e l’agricoltura intensiva resta la principale causa di perdita di biodiversità. Esiste però anche la via dell’intensificazione sostenibile, non abbastanza perseguita, che cerca di trarre vantaggio dai progressi della scienza e della tecnologia; inoltre esistono regole bizantine che rendono spesso vane le misure volte alla difesa del suolo e delle risorse idriche, alla conservazione della materia organica, dell’habitat e del paesaggio.

La Corte ha rilevato carenze nella strategia dell’Ue sulla biodiversità fino al 2020 e nel suo coordinamento con la Pac. Inoltre, il monitoraggio operato dalla Commissione sulla spesa Pac per favorire la biodiversità è inaffidabile e la maggior parte dei finanziamenti della Pac ha scarso impatto su di essa.

“Una deficit ambientale che sarà corretto a CONDIZIONE che si imbocchi la strada della crescita professionale in agricoltura, via resa possibile dai contoterzisti agromeccanici, da un albo di categoria e da incentivi agli agricoltori a condizione che si avvalgono di servizi esterni specializzati per le lavorazioni dei terreni, come UNCAI sostiene da anni”, dichiara il presidente dell’Unione nazionale contoterzisti Aproniano Tassinari.

Questo è il solo regime possibile della Pac ai fini di un miglioramento della biodiversità sostenibile da un punto di vista economico e misurabile, ma la Commissione e gli Stati membri hanno privilegiato opzioni a basso impatto oppure dai benefici ambientali molto opinabili, in quanto non quantificabili o sovrastimate.

“Ovunque operino, i contoterzisti aumentano il livello di conoscenza per ettaro, non solo quello di meccanizzazione, portando nel processo di produzione le innovazioni necessarie a produrre di più con meno, secondo il modello dell’intensificazione sostenibile, indispensabile per un concreto e solido piano di #RecoveryFarms“, conclude Tassinari.

Il grado di biodiversità in Europa

Da molti anni in Europa si osserva un declino del numero e della varietà di specie che vivono nei terreni agricoli. Dal 1990, le popolazioni di uccelli e di farfalle comuni presenti nei terreni agricoli, buoni indicatori di cambiamento, sono diminuite di oltre il 30%. L’agricoltura intensiva ha fortemente ridotto l’abbondanza e la diversità della vegetazione naturale, e di conseguenza della fauna, e resta una delle cause principali della perdita di biodiversità.
Nel 2011, la commissione ha approvato una strategia per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020. Si impegnava così ad accrescere il contributo dell’agricoltura e della silvicoltura al mantenimento della biodiversità al fine di apportare un “miglioramento misurabile” allo stato di conservazione delle specie e degli habitat che subiscono gli effetti dell’agricoltura.
La Corte ha esaminato se la Pac abbia contribuito a migliorare la conservazione della biodiversità e analizzato le modalità con cui l’Ue sta perseguendo i propri obiettivi; a tal fine ha effettuato visite di audit a Cipro e in Germania, Irlanda, Polonia e Romania.
“L’azione della Pac non è stata finora sufficiente a contrastare il declino della biodiversità nei terreni agricoli, una grave minaccia sia per l’agricoltura sia per l’ambiente”, ha dichiarato Viorel Stefan, il membro della Corte responsabile della relazione. “La proposta per la Pac post-2020 e la strategia sulla biodiversità fino al 2030 mirano a rendere la Pac più reattiva di fronte a sfide quali la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici o il rinnovo generazionale, continuando al tempo stesso a sostenere gli agricoltori europei per ottenere un settore agricolo sostenibile e competitivo”.

Le indicazione della Corte dei conti Ue

La Corte ha rilevato che la strategia Ue sulla biodiversità fino al 2020 non aveva stabilito valori-obiettivo misurabili per l’agricoltura, per cui è difficile valutare i progressi e la performance delle azioni finanziate dall’Ue. Inoltre, lo scarso coordinamento tra le politiche e le strategie dell’Ue riguardanti la biodiversità non ha consentito, ad esempio, di affrontare il problema del declino della diversità genetica, un sottoinsieme della biodiversità.

I pagamenti diretti della Pac agli agricoltori rappresentano circa il 70 % di tutte le spese agricole dell’Ue, ma le modalità con cui la Commissione monitora le spese della Pac a beneficio della biodiversità non sono affidabili, in quando sovrastimano il contributo di alcune misure. Inoltre, gli effetti di tali pagamenti sulla biodiversità nei terreni agricoli sono limitati oppure non conosciuti. Anche se alcuni requisiti previsti per i pagamenti diretti, in particolare per “l’inverdimento“, e “la condizionalità” ( l’insieme delle norme e delle regole che le aziende agricole devono rispettare per poter accedere al regime del pagamento unico) sono potenzialmente utili ai fini del miglioramento della biodiversità, la Commissione e gli Stati membri hanno privilegiato le opzioni a basso impatto, come le colture intercalari e azotofissatrici.
La Corte ha rilevato inoltre che il regime di sanzioni nell’ambito della condizionalità non ha prodotto un impatto certo sulla biodiversità nei terreni agricoli e le potenzialità delle misure di inverdimento non sono state pienamente sfruttate.

I programmi di sviluppo rurale presentano maggiori potenzialità ai fini della biodiversità rispetto ai pagamenti diretti, in particolare quelli che sostengono le pratiche agricole rispettose dell’ambiente che vanno al di là degli obblighi imposti dalla normativa al riguardo. Tuttavia, gli Stati membri si avvalgono raramente delle misure ad alto impatto, come i regimi basati sui risultati, preferendo quelle meno impegnative e meno benefiche (“misure verde chiaro”), più apprezzate dagli agricoltori.
La Corte raccomanda alla Commissione di

  • coordinare meglio la strategia sulla biodiversità fino al 2030,
  • potenziare il contributo dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale alla biodiversità nei terreni agricoli,
  • consentire una più precisa tracciabilità delle spese finanziate,
  • elaborare indicatori affidabili per valutare l’impatto della Pac.