La prossima generazione passa dai contoterzisti

Di   3 Dicembre 2020

In bilico il fondo da NextGenerationEU che prevederebbe 8 miliardi di euro in più per lo sviluppo rurale nel 2021-2022 e 2,4 miliardi di euro per le nuove macchine agricole. I contoterzizti non sarebbero tra i beneficiari, ma per raggiungere gli obiettivi necessari per ricevere i fondi saranno necessari, anche per non far cadere l’Italia in infrazione.

Lo scorso 10 novembre, il Parlamento europeo e la presidenza tedesca hanno firmato il programma di riforma Next generation Eu per lo sviluppo rurale. Parte del progetto Next generation, creato per tamponare i danni “da pandemia”, riguarda il comparto della meccanica agraria. “È un pacchetto da 10 miliardi di euro — spiega Paolo De Castro, parlamentare europeo e primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale — disponibili a partire dal primo gennaio 2021. Se aggiungiamo il cofinanziamento, ovvero la percentuale a carico degli Stati membri, si arriva a circa 20 miliardi per l’Unione Europea”. Questi fondi, e qui sta l’importante novità, sono destinati in buona parte a nuovi investimenti.

“Non si tratta – chiarisce sempre De Castro – solo di risorse aggiuntive ai Psr dei prossimi due anni, ma di risorse che per il 55% dell’ammontare totale vanno a coprire gli investimenti”. La parte residua è stanziata per sostenere i giovani agricoltori e in misure agroambientali.

All’Italia sono destinati circa 2,4 miliardi di euro (pacchetto europeo più cofinanziamento) con un’intensità dell’aiuto molto più elevata rispetto al passato, si arriva infatti a una copertura del 75% dei costi di investimento.
Forse è la volta buona per svecchiare il parco macchine nazionale. I fondi, il cui utilizzo è previsto per il ’21-’22 Next generation EU per lo sviluppo rurale sono infatti destinati al rinnovo del parco macchine, all’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale, all’implementazione del settore primario con le tecnologie 4.0.

Ma tutto questo per ora è solo sulla carta. Il via libera al pacchetto dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, anche se il veto posto da Polonia e Ungheria al quadro finanziario dell’UE per il periodo 2021-2027 (il bilancio dell’Unione) mette a rischio l’accordo sull’erogazione del fondi Next generation EU per lo sviluppo rurale. Polonia e Ungheria rifiutano, infatti, che i fondi UE siano condizionati dal rispetto dello Stato di diritto, rivendicando una politica nazionalista, specie in tema di fussi migratori.

A questa difficoltà, aggiungiamo la decisione dell’Italia di mettere già in bilancio i fondi dei recovery found, prima ancora di aver presentato dei piani di investimenti e quindi di vederseli approvati, e di assoldare una squadra di 300 manager che studino un recovery Italia che, a questo punto, rischia di non avere una responsabilità politica chiara. Speriamo in bene, perché in caso contrario si rischia un’Italexit. Ma a calci nel sedere.

Cosa prevederebbe il NextGenerationEU

Lo strumento è dotato di 750 miliardi di euro, tra prestiti e sovvenzioni, destinato a stimolare la ripresa e a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia. Il suo fulcro è costituito da 672,5 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni disponibili per sostenere le riforme e gli investimenti intrapresi dai Paesi dell’UE. NextGenerationEU opererà inoltre apportando fondi aggiuntivi ad altri programmi o fondi europei come Horizon 2020, InvestEU, Just Transition Fund (JTF) ed il Fondo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Per l’agricoltura NextGenerationEU prevede di destinare globalmente per le misure di sviluppo rurale un supplemento di 8,07 miliardi di euro, circa il 30% disponibile già nel 2021, mentre il restante 70% nel 2022. Almeno il 55% di queste risorse dovrebbe essere destinato a investimenti di sostenibilità e di digitalizzazione delle aziende agricole. Più specificatamente saranno privilegiati quegli investimenti che mireranno all’ottimizzazione degli input per un’agricoltura intelligente e di precisione, che favoriranno la digitalizzazione e la modernizzazione dei macchinari e delle attrezzature di produzione.
Inoltre, si darà risalto alle energie rinnovabili come il biometano e allo sviluppo e sostegno di filiere corte e sostenibili. Anche i giovani agricoltori potranno beneficiare di questa importante parte di risorse supplementari.

I beneficiari sono solo agricoltori e industrie di trasformazione. Gli obiettivi connessi al green deal, agli ecoschemi e alla sostenibilità, insieme alla necessità di presentare dei risultati certi e univoci (oggi misutati da enti come Istat, Ispra, Ministero della salute, Crea… occorrerebbe unificare la banca dati e averne una sola di riferimento) per vedersi riconoscere i fondi europei, richiede un livello di tecnologia in campo, una struttura aziendale e una capacità di raccogliere dati in campo che non sono alla portata dell’80% delle aziende agricole itaiane (sia per gli investimenti necessari sia per la formazione smart dei professionisti agromeccanici). Il modello standard per raggiungere e garantire un risultato (il rimborso comunicatrio) deve prevedere i contoterzisti e il ricorso ai loro servizi. In caso contrario l’Italia e i suoi apparati andranno in infrazione.

Il contributo dovrebbe coprire fino al 75% dei costi sostenuti.
Per i giovani agricoltori, è previsto un aumento del massimale per gli aiuti all’avviamento dell’attività dagli attuali € 70.000 a € 100.000.
Per il cambiamento climatico, degli 8 miliardi di NextGenerationEU per lo sviluppo rurale, il 37% sarà legato ad azioni positive a favore del clima e per il benessere degli animali. Queste risorse si aggiungeranno al 30% previsto dal pacchetto finanziario della prossima programmazione 2021-2027, che dovrà essere dedicato alla lotta al cambiamento climatico.
Fra le misure finanziabili ricadranno:

  • il sostegno all’agricoltura biologica
  • le misure per la conservazione del suolo e della sua fertilità
  • il miglioramento dell’uso e della gestione dell’acqua
  • la creazione, conservazione e ripristino di habitat favorevoli alla biodiversità.

L’UE finanzierà fino al 100% le misure ammissibili dai fondi aggiuntivi forniti da Next Generation EU, quindi gli Stati membri non dovranno cofinanziare le azioni con risorse nazionali prese dai loro bilanci. Degli 8,07 miliardi aggiuntivi, 269 milioni di euro nel 2021 arriveranno in Italia ed altri 641 seguiranno nel 2022. Riusciranno le regioni italiane a cogliere questa opportunità spendendo bene nei due anni queste risorse supplementari, parallelamente a quelle ordinarie che spesso sono in ritardo di esecuzione?