La revisione sfiora appena i contoterzisti

Di   28 Novembre 2018

In una conferenza che ha avuto al centro della discussione trattori e macchine agricole non si poteva non parlare della revisione.

Alessandro Malavolti

Alessandro Malavolti

Durante Eima 2018 il ministro dell’Agricoltura ha confermato che entro fine anno i decreti attuativi relativi a questa materia saranno approvati. E dunque a partire dal 2019 potrebbe iniziare quel percorso di revisione che ha come obiettivo principale quello di ridurre le morti e gli infortuni nelle aziende agricole, come sottolineato da Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma.

Sarebbe facile fare dell’ironia se anche questa volta alle parole spese dal Mipaaf non seguissero i fatti. Ma il Mipaaf e la politica sono liberi, e ci mancherebbe altro, di seguire i fatti che più credono importanti per il paese e la società.
I fatti che il mondo agricolo conosce sono che “Ogni anno in Italia muoiono cento agricoltori mentre lavorano sul trattore ed altri ancora rimangono gravemente feriti. Tre quarti degli incidenti sono dovuti al ribaltamento del mezzo. È una situazione a cui dobbiamo dire basta. In Germania, dove il numero dei decessi era simile a quello italiano, sono stati ridotti drasticamente dopo l’introduzione della revisione obbligatoria”, ha spiegato Vincenzo Laurendi dell’Inail durante il Forum Contoterzisti.

Sergio Bambagiotti

Nello schermo Sergio Bambagiotti

“Incidenti che raramente interessano i contoterzisti, perché fa parte del loro lavoro rinnovare spesso il parco macchine e affidarsi a trattoristi esperti, tutt’altro che improvvisati”, ha puntualizzato il presidente di Contoterzisti Umbria Sergio Bambagiotti. La revisione interesserà soprattutto chi possiede e usa trattori obsoleti, poco efficienti e pericolosi. Interesserà quindi i contoterzisti nella misura in cui permetterà una reale valorizzazione dell’usato. Insomma, grazie alla revisione i contoterzisti potrebbero vendere meglio i propri mezzi, in genere in perfetto stato, al momento di sostituirli con nuovi. “Con il meccanismo della revisione si può avere la certificazione che quella macchina è a noma o non a norma. Una macchina revisionata può entrare nel mercato dell’usato togliendo moti problemi che i commercianti hanno nel gestire l’usato. Quindi valorizzazione del patrimonio aziendale”, ha detto Alessandro Gandini del dipartimento competitività imprese agricole e agroalimentare di Emilia Romagna.

Fotografiamo la situazione

Vincenzo Laurendi

Vincenzo Laurendi

Nelle imprese agricole italiane ci sono circa 1,75 milioni di trattori. Questo fa dell’Italia il terzo paese nella classifica globale (dopo Usa e Giappone). Ma abbiamo anche un altro record, quello delle macchine più vecchie. L’età media delle trattrici è di trenta anni, mentre quelle ancora più longeve sono circa 680mila (Fonte Unacma). E non è raro vedere in campagna trattrici con quaranta o cinquanta anni sulle spalle. “Macchine messe sul mercato quando i requisiti di sicurezza non erano quelli di oggi”, ha detto Laurendi che invita a “non rifugiarsi nel mercato dell’usato, dove molti trattori vengono venduti nel non rispetto delle regole”. Ma attenzione anche alle macchine nuove perché “anche qui ci sono dei problemi. Nell’attività di vigilanza fatta in Eima, siamo entrati nei padiglioni cinesi, turchi, indiani, e abbiamo bloccato 5 macchine straniere che avevano problemi di sicurezza, disattendendo norme da noi ormai acquisite”.

Il Paese dei decreti. Ma poi?

Firmato il decreto ministeriale del 20 maggio 2015 che impone la revisione obbligatoria dei trattori (per verificarne l’idoneità a circolare e la sicurezza per l’operatore), il secondo decreto attuativo non è mai arrivato. Tre anni e mezzo in cui gli agricoltori hanno vissuto il paradosso di trovarsi fuorilegge, ma nell’impossibilità di mettersi in regola.

Lo scontro Centinaio-Malavolti

All’inaugurazione di Eima International, il 7 novembre, il presidente di FederUnacoma aveva stigmatizzato il titolare del Mipaaft per non essere presente. Critiche rispedite al mittente da Centinaio che è arrivato giovedì 8 novembre, ma solo perché il suo viaggio in Cina era stato cancellato a causa del voto di fiducia in Senato sul decreto Sicurezza.
Resta però da capire come effettuare concretamente le centinaia di migliaia di revisioni necessarie a mettere in sicurezza il parco trattori italiano.

Officine

Il ministero dell’Agricoltura, insieme a quello dei Trasporti, della Salute e all’Inail, dovranno trovare la quadra per identificare sul territorio le officine in grado di verificare i requisiti minimi per la circolazione dei mezzi (presenza di luci e segnaletica, freni e sterzo funzionanti, etc.) e per la sicurezza dell’operatore (innanzitutto cinture di sicurezza e roll bar). Ma “quante officine potranno intervenire su mezzi agricoli totalmente diversi, dal trattore alla mietitrebbia alla raccoglitrice di tabacco?”, si è chiesto Bambagiotti.

Infortuni in campo

Se in Italia la situazione resta drammatica, il punto di riferimento in termini di revisione e sicurezza deve essere la Germania. “Lì i morti per ribaltamento ogni anno sono passati da 180 a una decina grazie alla revisione”, ha spiegato Vincenzo Laurendi dell’Inail. “Ogni anno controlliamo oltre 10mila aziende agricole, ma con oltre un milione occorrerebbe un secolo per controllarle tutte”.

Un parco macchine enorme e vecchio, sommato ad un basso turnover (solo 19mila trattori immatricolati nel 2017) rendono la revisione necessaria. Certo, per molte aziende agricole questo significa rottamare dei mezzi, ma è l’intero settore che sta andando verso una maggiore efficienza e sicurezza dei mezzi. Basti pensare che la Mother Regulation europea prevede la revisione delle macchine nuove dopo quattro anni dall’immatricolazione (per i veicoli con velocità di progettazione superiore a 40 chilometri orari).