La ricerca scientifica alla base della vita: il contributo delle scienze agrarie

Di   18 Giugno 2019

Le considerazioni finali della relazione del Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura tenuta durante l’inaugurazione del 212° Anno Accademico

Giorgio Cantelli Forti

La Ricerca rivolta alla meccanizzazione agricola ha ottenuto enormi risultati in termini di sicurezza sul lavoro, qualità delle produzioni e tutela dell’ambiente.

Tra le attività promosse dal settore “Meccanica agrari” dell’Università degli Studi di Bologna vanno prima di tutto menzionati gli studi e le valutazioni delle prestazioni dei trattori agricoli e forestali, effettuate presso il Laboratorio annesso al Centro Didattico e Sperimentale. Questo laboratorio è riconosciuto a livello mondiale per la qualità e la quantità del lavoro svolto in accordo con la normativa OCSE che prevede, tra l’altro, studi e verifiche delle strutture a garanzia del conducente. Le conseguenti ricerche e applicazioni sono indirizzate a elevati standard di affidabilità per gli addetti, tali da creare innovative ricadute dei mezzi meccanici nella sicurezza e qualità del lavoro, nonché riduzione dell’impatto ambientale durante la fasi di lavoro.

Altre importanti attività sperimentali riguardano le macchine operatrici e, in particolare, quelle utilizzate nella distribuzione di nutrienti per le piante e di prodotti per la difesa fitosanitaria.

Ad esempio, un complesso lavoro a carattere multidisciplinare è stato eseguito con le macchine irroratrici con l’obiettivo di contenere le dispersioni fuori bersaglio, con conseguente contenimento dei possibili rischi per le persone e l’ambiente. Questa attività di ricerca da Bologna è stata un esempio che poi si è esteso in molte altre sedi di ricerca anche con il coinvolgimento di ricercatori privati e di imprese agroindustriali che hanno favorito la realizzazione di attrezzature di precisione macchina/bersaglio.

Importanti sono stati i controlli su attrezzi nuovi e in esercizio, la realizzazione di specifici banchi di prova e l’adeguamento conseguente delle normative. Tutto ciò ha permesso la realizzazione di una rete di monitoraggio degli attrezzi in sviluppo e già in esercizio favorendo un drastico contenimento di danni, in precedenza ben evidenti.

Infine, le numerose collaborazioni con le aziende costruttrici di macchine agricole e con gli utilizzatori sono un esempio di come si può realizzare un virtuoso avanzamento delle ricerche sia in termini di innovazione sia di costante aggiornamento in sicurezza, comfort e affidabilità dei prodotti. Attualmente, alla salute, al rispetto dell’ambiente e alla cura del suolo si rivolgono costantemente le ricerche multidisciplinari che intendono realizzare attrezzature sempre più sofisticate per una moderna “agricoltura di precisione” nel nostro Paese.

Mi avvio ora a chiudere la prolusione che inaugura il 212° anno di attività dell’Accademia Nazionale di Agricoltura chiedendo una pubblica riflessione. Ritengo infatti fondamentale considerare che dal collegamento tra i compiti istituzionali e gli interessi economici del nostro Paese è necessario che scaturiscano quelle virtuose interazioni e quelle possibili sinergie che sono indispensabili per il progresso scientifico, culturale e produttivo della nostra Società e che sono altresì fondamentali per allargare gli orizzonti di lavoro dei giovani che escono dalle scuole di formazione e dalle università. Tale collegamento, già realizzato nei Paesi a più forte economia, ha generato rivoluzioni tecnologiche, scientifiche e sociali.

La figura a fianco riportata, tratta dal rapporto OECD 2016, è un palese esempio di chiarezza che conferma quanto sostenuto. L’analisi condotta dal 1935 al 2015 negli Stati Uniti dimostra che le innovazioni scientifiche e tecnologiche (dall’adozione dei mais ibridi, ai trattamenti, agli OGM, all’agricoltura di precisione ecc) appena rese disponibili hanno sempre trovato ampio riscontro nel mondo agricolo in termini di % di superfici coltivabili interessate in tempi rapidi.

I risultati indicano con assoluta certezza che il costante aumento delle rese/ha determina un abbattimento dei costi delle derrate alimentari disponibili al consumo e ne ha migliorato la qualità.

La Scienza sperimentale nasce con Galileo ai fini della conoscenza. Per secoli la tecnologia ha risolto problemi pratici con un approccio empirico, indipendentemente dai presupposti scientifici implicati, spessi addirittura sconosciuti.

Oggi la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico industriale debbono essere sempre più connessi per una sinergica strategia di sistema.
Molte e rilevanti sono infatti le attività produttive che derivano dalla rapida applicazione delle conoscenze scientifiche, come ad esempio le tecnologie della comunicazione e le biotecnologie, due esempi eclatanti su cui si possono trarre utili approfondimenti.
Tuttavia, limitando il campo alla “salute” dell’uomo e dell’ambiente, le biotecnologie hanno fatto ciclopici passi, possono e potranno ancora realizzare farmaci e mezzi di straordinaria importanza.

COSA FARE OGGI?
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La ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico industriale debbono essere sempre più strettamente connessi per uan sinergica strategia di sistema.
>> Un più forte riavvicinamento tra il mondo della ricerca scientifica e il mondo imprenditoriale potrà scaturire solo dalla consapevolezza che è impossibile sopravvivere sui mercati internazionali senza idee innovative, senza conoscenze e tecnologie avanzate e, di conseguenza, senza prodotti industriali, agricoli e commerciali competitivi. (Edward/Luttwak)

Nel 1998, alla chiusura del 50° anniversario dell’API di Bologna, il noto politologo americano Edward Luttwak ha citato le biotecnologie come esempio di settore strategico del moderno sviluppo industriale ed ha incentivato gli imprenditori italiani ad impegnarsi a colmare quel gap che ci separa dagli Stati Uniti e dalle Nazioni avanzate, in quanto già vedeva nelle biotecnologie la possibilità di importanti scoperte e di soluzioni di gravi problemi, nonché il contenimento dei costi di produzione industriale e agricola, miglioramento intrinseco della sicurezza dei prodotti, elevata qualificazione professionale e sviluppo del lavoro. Di conseguenza, un più forte riavvicinamento tra il mondo della ricerca scientifica e il mondo imprenditoriale potrà scaturire solo dalla consapevolezza dell’impossibilità di sopravvivere sui mercati internazionali senza idee innovative, senza conoscenze e tecnologie avanzate e, di conseguenza, senza prodotti industriali, agricoli e commerciali competitivi.

Riflettendo su quest’ultima pregnante considerazione, e volendo restare nell’ambito delle competenze dell’Accademia, chiudo la relazione con alcuni preoccupati quesiti:

  1. com’è possibile che l’Italia possa essere il Paese leader contro il progresso nei settori dell’agricoltura?
  2. Com’è possibile che le richieste degli scienziati e dell’imprenditoria agricola siano rimaste inascoltate?
  3. Com’è possibile avere impedito di fatto la possibilità di sviluppare un settore scientifico italiano di eccellenza quale quello delle biotecnologie vegetali, settore che coinvolge trasversalmente tutte le Scienze agrarie e veterinarie?
  4. Perché dopo decenni di studi osservazionali che documentano nessuna evidenza di alcun tipo di danno sull’uomo e sull’ambiente non si rimuove il “principio di precauzione” che non ha più ragione d’essere per le biotecnologie vegetali e non s’introduce il “principio di innovazione” come Marco Cappato e Marco Perduca hanno di recente proposto nell’articolo “Negare la scienza va contro ogni libertà?”
  5. Come è possibile che dopo decenni di autolesionismo nazionale anche la EU, con la sentenza 25/07/2018 della Corte di Giustizia sui prodotti da tecniche biotecnologiche avanzate, abbia potuto gettare ulteriori infauste ombre sull’avanzamento della ricerca e dell’agricoltura italiana?

Ringraziando tutti i presenti per l’attenzione dichiaro aperto il 212° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura e cedo la parola alla Senatrice Prof.ssa Elena Cattaneo, grato per averci onorato con la sua disponibilità a svolgere la prolusione della nostra importante ricorrenza.