L’agricoltura 4.0 vale già 400 milioni

Di   20 Febbraio 2019

Tassinari: “I contoterzisti devono diventare gli specialisti in digitale”

CREMONA – “Nei prossimi 15 anni il 60% delle persone farà un lavoro che oggi non esiste ancora. Soprattutto in agricoltura perché in pancia ha tanta biodiversità”. La seconda parte dell’assemblea di Apima Cremona 2019 ha affrontato il tema dell’agricoltura digitale prendendo spunto dalla relazione di Rossano Remagni Buoli, vice presidente dell’associazione, dal provocatorio titolo “Abbiamo sempre fatto così”.

“Occorre diventare degli specialisti di agricoltura digitale, dall’uso dei dati per per monitorare l’attività delle macchine, ai droni, i primi robot per attività in campo automatizzate; dalla tracciabilità alimentare alle consulenze sempre più tecnologiche, dalla blockchain nell’agroalimentare all’eCommerce fino ai droni, i primi robot per attività in campo automatizzate”, è stato l’invito del presidente dei Contoterzisti Aproniano Tassinari, ricordando come il contoterzismo sia il sostegno industriale all’agricoltura. “Il contoterzista ha la capacità di incorporare un mix tanto complesso di competenze 4.0, perché lui stesso è un mix. Un po’ è agronomo, un po’ meteorologo, un po’ meccanico, un po’ agricoltore, un po’ esperto in logistica e incidentalmente guida anche un trattore”, ha aggiunto l’agronomo Roberto Bandieri, di RuralSet.

Aproniano Tassinari

Il direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood Andrea Bacchetti ha quindi ricordato come i Contoterzisti siano stati tra i primi a credere al lavoro de ricercatori che compongono l’Osservatorio, partecipando a tutti i tavoli di lavoro. Ha poi ricordato come l’agricoltura 4.0 non sia uno scenario futuro, ma “un mercato vero che vale 400 milioni di euro solo in Itali, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo con oltre 300 soluzioni già sul mercato, impiegate dal 55% delle 1467 aziende agricole che abbiamo intervistato”. Un sondaggio che ha permesso anche di mettere in soffitta alcuni falsi miti: “L’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0 inoltre agricoltori e contoterzisti chiedano le stesse tre cose al digitale: aumentare la qualità del prodotto, controllare i costi di produzione, ridurre il consumo di agrofarmaci”. Se si facesse la stessa domanda ai consumatori, probabilmente darebbero la stessa risposta.