L’agritech cresce del 20%

Di   11 Marzo 2021

Partecipare alla costruzione di una nuova società, aiutare le imprese agricole e agromeccaniche ad essere più competitive e produttive senza consumare altro suolo e altre risorse. L’Italia è già sostenibile, ma le richieste di qualità e quantità sono tali che occorre ridisegnare le aziende, la società e la salute delle persone. Una sfida enorme che l’agricoltura italiana deve e può assumersi.

Un modello nuovo di agricoltura ha visto una accelerazione durante l’anno di pandemia durante il quale molti hanno sperimentato tecniche e soluzioni nuove, processi produttivi e logistiche nuove.

La sperimentazione coinvolge tutta la filiera, attraverso un uso integrato di numerose tecnologie, dai droni ai robot ai software alla sensoristica, senza dimenticare la genetica, che permettono di predire le situazioni agronomiche. Ma le tecnologie sono numerose e spaziano ancora comprendendo, solo per fare altri esempi, la blockchain per la tracciabilità, packaging innovativi, la stampa in 3d e una narrazione che permette di raccontare il prodotto e la storia delle aziende.

L’agricoltore e l’agromeccanico stanno cambiando alla luce di queste innovazioni. Lo stanno facendo, con l’aiuto delle istituzioni, nei tempi giusti: né troppo lentamente né con la fretta che rischia di bruciare anzitempo le tecnologie emergenti nel settore primario. Un passo culturale e formativo che coinvolge soprattutto i giovani.

I NUMERI DELL’INNOVAZIONE IN ITALIA

Il mercato dell’agricoltura 4.0 cioè delle soluzioni tecnologiche nei campi nel 2020 ha raggiunto un giro d’affari di 540 milioni di euro con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

Un trend che si è rivelato ancora più forte a livello mondiale visto che il fatturato globale delle tecnologie per l’agricoltura è stimato nell’ordine 13,7 miliardi di dollari in crescita del 76% rispetto al 2019. Sono i dati messi a punto dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentati il 5 marzo.

Dunque gli investimenti in soluzioni di agricoltura 4.0 in Italia sono cresciuti anche nel difficile 2020 «e ci attendiamo – segnalano dall’Osservatorio Smart Agrifood – una forte accelerazione nel 2021 considerato che le superfici a oggi coltivate in Italia con strumenti di agricoltura 4.0 sono nell’ordine del 3-4% del totale, quindi c’è un grosso potenziale ancora da esprimere».

Analizzando la composizione del mercato 2020 dell’agricoltura 4.0 in Italia a predominare sono le tecnologie legate all’agricoltura di precisione, cioè l’attenzione alle soluzioni a supporto delle attività in campo, rispetto ad altri ambiti quali i sistemi orientati alla valorizzazione dei dati in azienda o lungo la filiera.

LE TECNOLOGIE TRAINANTI

  • Tecnologie associate al monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature agricoli (36% del mercato)
  • Macchinari connessi (30% del mercato)
  • Software gestionali (13% del mercato).
  • Issd – Sistemi di supporto alle decisioni (5% del mercato) del mercato complessivo e iniziano a farsi strada i robot per le attività in campo (2% del mercato).

SOLUZIONI OFFERTE

I produttori di macchine agricole risultano la categoria trainante con una quota del 73% del mercato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate (come l’Internet of Things, robot e droni) che ne coprono il 17%.

«La pandemia – commenta Andrea Bacchetti che dirige l’Osservatorio Smart Agrifood insieme a Chiara Corbo – ha messo alla prova il settore agroalimentare italiano, da un lato riducendo la disponibilità di manodopera dall’altro mettendo sotto pressione la logistica distributiva. Ma le analisi dell’Osservatorio hanno evidenziato un settore dinamico e aperto all’innovazione, consapevole dei benefici che le tecnologie digitali possono apportare in termini di efficienza, competitività e sostenibilità della filiera. Nella marcia di avvicinamento all’agricoltura 4.0 le soluzioni digitali sono ormai presenti in oltre la metà delle imprese analizzate, e la maggior parte di queste utilizza già almeno due strumenti in parallelo. Nei prossimi anni a guidare l’innovazione del settore saranno sempre di più la necessità di lavorare sull’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione dei dati».