L’età 4.0 delle aziende agricole e zootecniche

Di   5 Gennaio 2023

Ancora poche settimane. Il 16 marzo saranno diffusi i risultati finali della ricerca condotta dall’Osservatorio Smart AgriFood nel 2022 sullo stato dell’arte delle tecnologie dello smart farming e il loro reale utilizzo nelle aziende agricole e zootecniche. Per ora qualche anticipazione.  

Le domande della ricerca avviata la scorsa estate sono state:

  • Quale è il grado di utilizzo e in quali soluzioni 4.0 hanno scelto di investire le aziende agricole e zootecniche italiane?
  • A quanto ammonta la superficie agricola coltivata con soluzioni 4.0?
  • Qual è il livello di utilizzo e l’impatto degli incentivi 4.0 sulle scelte di investimento?
  • Qual è l’investimento medio in soluzioni 4.0 da parte delle aziende agricole e zootecniche italiane?
  • Quali saranno gli investimenti futuri in soluzioni 4.0 da parte delle aziende agricole e zootecniche italiane?

La risposta degli agricoltori è arrivata, soprattutto dal Nord Italia: Lombardia in testa, seguita da Emilia-Romagna e Veneto (solo da queste tre regioni quasi il 50% del totale delle risposte). Sono invece giunte poche risposte dagli agromeccanici, interpellati in un’indagine conoscitiva analoga.

Omogenea, e quindi affidabile, la partecipazione alla ricerca delle aziende agricole, zootecniche e “ibride” sia che si trattasse di grandi imprese con fatturati ed estensioni importanti o piccoli agricoltori diretti. Il dato può essere interpretato affermando che una certa cultura digitale stia arrivando a valle, ai potenziali utilizzatori, senza particolari “intoppi” e che, effettivamente, siano conoscenze e competenze alla portata di tutti, in ugual misura.

Trattandosi di aziende soprattutto del Nord Italia, non stupisce, invece, che la maggior parte delle aziende campione siano a indirizzo cerealicolo. Seconde e terze, ma staccate, rispettivamente quelle vitivinicole e foraggere. Nel caso delle aziende zootecniche, le risposte sono invece giunte soprattutto dagli allevatori di bovini da latte, in gran numero in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

L’aspetto a nostro parere più fecondo della ricerca è come l’Osservatorio Smart AgriFood definisce un’azienda agricola 4.0. Per esserlo, occorre che utilizzi almeno una di queste soluzione/tecnologie:

  • Software gestionali aziendali
  • Sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole
  • Sistemi di monitoraggio di coltivazioni e terreni
  • Sistemi di supporto alle decisioni
  • Sistemi di irrigazione di precisione
  • Servizi di mappatura di coltivazioni e terreni
  • Sistemi di monitoraggio da remoto di infrastrutture aziendali
  • Servizi di trattamento in campo con droni Robot per attività in campo
  • Sistemi di gestione e monitoraggio da remoto di coltivazioni al chiuso
  • Sistemi di distribuzione dei mangimi abilitati da tecnologie digitali Robot per attività nelle stalle
  • Rilevamento dei parametri ambientali legati al bestiame Sistemi di raccolta/ trattamento/spandimento dei reflui aziendali

Le aziende campione hanno fornito una risposta molto incoraggiante per il settore: oltre il 70% delle aziende agricole ha dichiarato di utilizzare almeno una soluzione di Agricoltura 4.0! Un dato in forte crescita rispetto al 2021 (+7%).

I ricercatori del Politecnico di Milano e dell’Università di Brescia non si sono però fermati al tasso di utilizzo riscontrato nel campione ma l’hanno raffrontato con i dati emersi dal 7° censimento ISTAT condotto su oltre un milione di aziende. In base all’attenta analisi dei dati e al loro confronto, hanno così stimano un utilizzo “reale” dell’ordine del 49%.

Se la cultura digitale si sta diffondendo in aziende di tutte le dimensioni e fatturati, l’utilizzo effettivo con gli investimenti 4.0 cresce con l’aumento del fatturato e delle superfici. In particolare le grandi aziende (oltre i 200 ettari) hanno la possibilità di verificare sul campo come le nuove tecnologie 4.0 razionalizzano tutti i costi (carburante, fertilizzati, acqua, sementi), migliorino e incrementino le produzioni (e tanto altro ancora, perché si potrebbe parlare anche di minore impatto sull’ambiente o maggiore sicurezza e migliori condizioni di lavoro).

Ma in sostanza quali sono le tipologie di azienda che sembrano ricorrere maggiormente a soluzioni 4.0? In base al numero di risposte sembrerebbero proprio quelle cerealicole, seguite dalle vitivinicole e fireggere, ma se avessero risposto più vivaisti, forse anche questi si sarebbero collocati nei primissimi posti. Lo stesso vale per le colture industriali.

Quali sono invece i tipi di soluzioni più adottate? Si confermano i Software gestionali, mentre crescono i Sistemi di monitoraggio da remoto di macchine, attrezzature e terreni. Continuano a crescere anche i Sistemi di Supporto alle Decisioni (DSS). Ancora poco adottati, ma in crescita, i Droni utilizzati per trattamenti in campo.

La ricerca prosegue e il 16 marzo saranno resi noti i dati finali con nuove elaborazioni, come la stima della Sau italiana coltivata con il digital farming nel 2022.

Ma non tutto è oro ciò che luccica, perché l’Osservatorio non manca di evidenziare le barriere che ancora si frappongono tra il campo e le soluzioni 4.0 e che devono ancora essere infrante del tutto: piccole e medie aziende agricole ritengono i benefici economici non adeguati per l’investimento, l’utilizzo è ancora scarso (la tecnologia è in azienda ma resta spenta), ma soprattutto la superficie media coltivata è troppo poca affinché le tecnologie possano incidere in modo evidente. Dati che potrebbero influenzare anche i contoterzisti, proprio perché offrono i loro servizi agromeccanici soprattutto a piccoli e medi agricoltori? La scarsa partecipazione alla linea di ricerca che l’Osservatorio Smart AgriFood ha loro dedicato fa pensare che sia proprio così.