Mais da granella, firmato l’accordo quadro

Di   1 Aprile 2020

L’obiettivo è ridare slancio alla produzione di granoturco destinato all’alimentazione animale attraverso una “Filera italiana certificata” . Al vaglio il prezzo di 95 euro/t, ma occorre un aiuto pubblico ad ettaro sul modello dell’incentivo grano duro “de minimis.

E’ stato firmato l’accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata che favorisce la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale.
L’accordo quadro,firmato da Assalzoo per l’industria mangimistica italiana, dalle rappresentanze della produzione agricola (Associazione maiscoltori italiani-Ami, Cia, Confagricoltura, Copagri), delle cooperative (Aci- Alleanza delle cooperative agroalimentari), dello stoccaggio (Compag e Aires), dei sementieri (Assosementi) e dei consorzi di tutela (Origin Italia), sarà valido per le campagne cerealicole 2020, 2021 e 2022.

L’obiettivo è favorire la ripresa della coltivazione di mais, una materia prima strategica per la zootecnia e la filiera agro-alimentare italiana.
Negli ultimi anni, infatti, la produzione interna di granturco ha registrato un pericoloso crollo delle superfici seminate di oltre il 50%, con una produzione che ha raggiunto un minimo storico. Quindi arginare la forte dipendenza dall’estero che, nel solo 2019, ha portato il livello delle importazioni a raggiungere un picco storico di 6,4 milioni di tonnellate (più del 50% del fabbisogno nazionale), valore che incide sulla bilancia commerciale per più di un miliardo di euro.

Attraverso l’accordo quadro si cercherà di programmare la produzione, con l’adozione di efficaci modelli contrattuali di filiera, e diversificare il rischio rispetto agli andamenti del mercato scegliendo tra diverse opzioni di fissazioni del prezzo.

Saranno diverse le modalità di definizione del prezzo che può essere agganciato alle quotazioni dei listini ufficiali oppure fissando, per una percentuale del contrattualizzato, a un prezzo predefinito. In aggiunta l’industria mangimistica è disponibile a riconoscere ai produttori agricoli specifiche premialità per l’origine certificata della granella (italiana o da uno specifico areale), o quando risponda a disciplinari di sostenibilità o rispetti determinati parametri di qualità, soprattutto dal punto di vista igienico sanitario. Tra le opzioni, se in accordo tra le parti, è prevista anche la possibilità di far riferimento a un prezzo di 195 euro/t.

E’ però fondamentale, spiegano i firmatari dell’accordo di filiera, che tale sforzo venga supportato da uno specifico intervento pubblico che incentivi la produzione maidicola attraverso un aiuto ad ettaro per quelle superfici di mais ricomprese in un impegno pluriennale, sul modello dell’incentivo grano duro “de minimis“: una misura indispensabile per consentire agli agricoltori italiani di compiere uno sforzo produttivo che consenta di recuperare quella necessaria capacità di auto approvvigionamento di mais a garanzia e a beneficio di tutta la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana.

Il cremonese Cesare Soldi, presidente dell’Associazione maiscoltori italiani-Ami, ha commenta così l’accordo quadro triennale per il mais da granella di filiera italiana certificata: “Per la prima volta, rispetto a quanto riconosciuto in media oggi dal mercato per il mais italiano, vengono messi in gioco circa 13-15 euro alla tonnellata in più, che scendono a circa 6-8 con l’opzione meno favorevole. Stiamo vivendo un passaggio importante. tale ordine di premialità assegna di fatto una nuova e peculiare identità al mais nazionale rispetto a quello estero, riconoscendone la valenza in termini di qualità, standard di produzione e legame con il territorio. E’ arrivato il tempo di dare il giusto valore alla fonte del nostro cibo. Finalmente viene messo in risalto il concetto di materia prima fondamentale per la produzione delle eccellenze agroalimentari di qualità”.