Manodopera, apertura sui voucher

Di   3 Maggio 2020

Sulla questione voucher la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova si dice possibilista. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, la ministra del Mipaaf ha aperto uno spiraglio

Riguardo agli strumenti che il ministero intende adottare per risolvere la questione manodopera Bellanova ha risposto di aver riferito alla parti sociali che “il punto dirimente è reperire manodopera, poi sulla base delle caratteristiche personali si dovranno utilizzae strumenti giusti per la remunerazione. Senza dimenticare le professionalità – perché potare o raccogliere sono mestieri che non si improvvisano – e senza distruggere i diritti di coloro che hanno maturato requisiti previdenziali. Per disoccupati e studenti si può semplificare l’utilizzo di eventuali voucher, prevedendo anche la possibilità del reddito di cittadinanza e della retribuzione”.

TRA LE IPOTESI I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA: SONO QUASI UN MILIONE

L’ipotesi di utilizzare anche i beneficiari del reddito di cittadinanza ritenuti occupabili per risolvere il problema della carenza di manodopera nel settore agricolo, riguarderebbe quasi un milione di persone. Come spiega Il Messaggero secondo i calcoli dell’Anpal, infatti, sono 966mila gli attivabili, ovvero il 39 per cento degli attuali 2,4 milioni percettori del reddito di cittadinanza. In 700mila si sono già recati nei centri per l’impiego per sottoscrivere i patti per il lavoro e dunque sono pronti per essere impiegati. Solo in 65mila avevano trovato un’occupazione prima del lockdown, meno del 10 per cento dunque: il 61,8 per cento dei contratti sottoscritti è a tempo determinato, il 18,3 per cento a tempo indeterminato mentre il restante 20 per cento è composto da altri contratti, tra i quali rientrano la somministrazione, le collaborazioni e altre fattispecie di breve durata.

Potranno stipulare con i datori di lavoro del settore agricolo contratti a termine non superiori a 30 giorni, rinnovabili per altri 30, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti, purché il compenso complessivo non superi quest’anno il limite dei duemila euro. Subirà il medesimo trattamento anche chi percepisce la Naspi.

Ora bisognerà vedere se l’apertura si tradurrà in fatti concreti.