Manovra: prime osservazioni delle associazioni agricole

Di   22 Novembre 2021

In audizione davanti alle commissioni bilanci della Camera e del Senato nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame della legge di bilancio 2022, Confagricoltura, Cia e Copagri valutano positivamente la politica espansiva a sostegno della ripresa e in sinergia col pnrr della manovra, anche se si aspettavano più coraggio per sostenere un settore che ha pagato a caro prezzo le ripercussioni della pandemia.

Si parte da Confagricoltura che aprezza gli 8 miliardi di euro messi sul piatto dal Governo per la riduzione del cuneo fiscale e per tagliare l’irap. Sono tasselli importanti per la tenuta dei consumi, a fronte dell’inflazione crescente per l’aumento del costo delle materie prime, ma sono sufficenti? Per Confagricoltura “è altrettanto prioritario salvaguardare la tenuta delle imprese e dell’occupazione”. In audizione al Senato il vicedirettore generale di confagricoltura, Annamaria BARRILE, ha posto l’attenzione sul tema lavoro, chiedendo misure correttive alla proposta di manovra.
In particolare, Confagricoltura ha avanzato la richiesta di “impiegare una parte della dotazione degli otto miliardi per alleggerire il costo datoriale del lavoro agricolo, riducendo del 50% le aliquote contributive delle imprese agricole e/o prevedendo meccanismi di incentivazione per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato, dando così stabilità e superando l’attuale meccanismo di alternanza tra tempo determinato e disoccupazione agricola“.
Sempre a sostegno dell’occupazione del settore, alla luce delle difficoltà di reperimento di manodopera connesse alla quarta ondata della pandemia, è stata chiesta la proroga, anche per il 2022, della misura che consente l’impiego in agricoltura dei percettori del reddito di cittadinanza.
Sul fronte degli incentivi all’innovazione, Confagricoltura chiede che si superino le difficoltà tecniche che hanno finora precluso la bancabilità del credito d’impostatransizione 4.0‘, in modo da garantire liquidità alle imprese che investono, generando un meccanismo virtuoso di incentivo a proseguire in questa direzione.
Critico, anche rispetto ai più ampi obiettivi green, il giudizio sul taglio delle agevolazioni fiscali sui progetti di transizione ecologica e innovazione digitale 4.0 (dal 15% nel 2022, 10% nel 2024, 5% nel 2024 e 2025).
Sul fronte dell’accesso al credito, BARRILE ha evidenziato la necessità che la totale gratuità del rilascio della garanzia non sia soltanto fino ad aprile, come ipotizzato, ma fino a giugno 2022. “Il tema della liquidità rappresenta uno dei nodi della ripresa post covid: la fine delle moratorie fiscali e bancarie rischia di soffocare le aziende oggi faticosamente in ripresa. Proponiamo pertanto che alle imprese agricole sia concessa la rinegoziazione del debito, assistito da garanzie di Ismea e di mediocredito centrale”, ha concluso BARRILE.

Anche per la Cia, “resta centrale l’attenzione allo sviluppo rurale e all’innovazione sostenibile e nello specifico auspica che, rispetto alla transizione 4.0, vengano garantite le stesse percentuali di incentivi fino al 2025. Inoltre, Cia conferma la necessità per le imprese agricole di poter cedere il credito riferito alla transizione 4.0″, rende noto un comunicato.
Altro aspetto dirimente per Cia è la revisione delle norme che frenano il superbonus per le unifamiliari, per evitare una sperequazione di trattamento tra chi vive negli insediamenti urbani e chi popola le aree rurali: “devono poter avere le stesse opportunità abitative, in termini di efficienza dal punto di vista energetico e avere un risparmio in bolletta al pari degli altri”.
Inoltre, Cia riporta l’attenzione del parlamento su una questione di prospettiva, relativa agli strumenti necessari a remunerare le perdite che stanno subendo gli imprenditori agricoli a causa dell’aumento dei costi di produzione.
Nota a parte, cruciale per il settore, la richiede il punto sulle avversità climatiche: “Bene il fondo mutualistico a copertura dei rischi catastrofali nel settore agricolo, ma lo stato di imprevedibilità dei cambiamenti climatici sollecita più risorse e in tempi rapidi, interventi mirati e iter burocratici più snelli”.
Tra le altre proposte, focus anche sugli strumenti di gestione del credito in agricoltura, sull’imprenditoria giovanile e femminile, sui pensionati agricoli e la necessità di intervenire per gestire la carenza di manodopera agricola.

Infine per Copagri occorreva più coraggio perché oltre ai forti aumenti dei costi di produzione e delle materie prime, il settore deve vedersela con le difficoltà legate alla recrudescenza di fitopatie ed epizoozie, con gli effetti sempre più frequenti e violenti del cambiamento climatico e i fenomeni atmosferici estremi, che in molti casi hanno quasi completamente distrutto i raccolti, con pesanti ripercussioni sul reddito dei produttori agricoli. Il settore, in sostanza, avrebbe bisogno di maggiori risorse. Ha evidenziato il presidente Copagri Franco VERRASCINA: “Ci aspettavamo però maggiore coraggio, in particolare in relazione ai fondi stanziati a favore delle filiere, ma anche sugli interventi riguardanti la cessione del credito d’imposta alle imprese che abbiano fatto investimenti per l’innovazione nell’ambito del piano transizione 4.0, scongiurando il calo percentuale dell’incentivo, e sul rifinanziamento della ‘Nuova Sabatini‘, che ha dimostrato di essere funzionale alle esigenze del comparto e che avrebbe pertanto meritato un investimento più consistente. Un concreto sostegno al primario, inoltre, passa dal rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale e dalla ripresa del percorso di semplificazione e di accelerazione dei procedimenti amministrativi, andando così a sburocratizzare il settore e a rafforzare la competitività delle imprese agricole, obiettivo che va perseguito anche puntando sull’attivazione di strumenti atti a sostenere la liquidità delle pmi, quali ad esempio il rifinanziamento della cambiale agraria”.